L’analisi di capitan Thürkauf dopo la sconfitta (senza attenuanti) del Lugano contro i Tigers di Paterlini
Lugano – Quando al 58’13” David Aebischer segna il gol del 3-5 (che sancirà poi il risultato finale della sfida) proprio sotto la Nord, ad applaudirlo da quei gradini sono in pochi. Diversi hanno già lasciato la pista con larghissimo anticipo (almeno venti minuti di gioco effettivo prima). In parecchi di quelli che sono rimasti lì, hanno imboccato il corridoio che conduce all’esterno della Cornèr Arena a tre minuti dal sessantesimo, ormai certi della disfatta (senza attenuanti) bianconera. Sono rimasti in pochi: qualche inguaribile ottimista, qualcuno con la ferma intenzione di sostenere la squadra sempre e comunque, e qualcun altro semplicemente perché il biglietto in fin dei conti se l’è pagato, e dunque perché non semplicemente sfruttarlo sino alla fine? Quasi tutti quelli rimasti, però, hanno optato per seguire l’intero terzo inscenando un ‘sit-in’ in Curva Nord, standosene beatamente seduti sui gradoni di cemento mentre in pista gli uomini di Gianinazzi davano fondo alle loro residue chance di ribaltare una partita nata male e proseguita anche peggio. «Avremmo dovuto batterci per l’intera partita come negli ultimi venti minuti: quello è stato senza dubbio il nostro miglior periodo», si rammarica capitan Thürkauf. Che poi, nella sua analisi, va dritto al sodo: «Abbiamo giocato male tutti, e questo ormai succede da troppe partite. Questa è una cosa che dobbiamo assolutamente cambiare. Stasera, poi, il nostro inizio è stato pessimo».
Un pessimo inizio, a cui ha fatto seguito un secondo tempo ancora più approssimativo – per lunghi tratti la squadra è sembrata subire passivamente il gioco degli avversari – rendendo troppo impervia la risalita della china alla squadra di Gianinazzi. E se è così che sono andate le cose, più, molto più, che di meriti del Langnau, pur bravo finché si vuole a trasformare in oro le prime occasioni per indirizzare la partita nel senso giusto, occorre parlare dei demeriti del Lugano. Incapace di mettere la briglia a una squadra, quella di Thierry Paterlini, reduce da sei sconfitte nelle ultime sette partite e sbarcata in Ticino con soli quattro stranieri, complice la squalifica residua di Pesonen, l’infortunio di Mäenalainen e la defezione per malattia di Riikola. Che, detta così, sembra quasi una barzelletta. A ogni buon conto, più che il tempo di ridere, in casa bianconera, questo è però il tempo di meditare sugli errori (una marea quelli commessi contro i Tigrotti dell’Emmental), per raddrizzare una stagione che sta davvero prendendo una brutta piega. Tutto questo quando, partita dopo partita, ci si sta avviando verso il giro di boa di metà regular season. «Dobbiamo trovare una soluzione perché la stagione scorre via veloce: non possiamo permetterci di andare avanti con questo passo: dobbiamo assolutamente far cambiare direzione alla nostra barca, e il mio compito è quello di tenere il gruppo unito. È difficile dire cosa ci manchi in questo momento. Il sistema di gioco voluto dall’allenatore è quello giusto, e dobbiamo assolutamente metterlo in pratica, ma non tutti lo fanno».
Quando i tifosi del Langnau prendono posto nel settore della Cornèr Arena destinato a loro, il periodo centrale è già cominciato da cinque minuti. Si sono persi la rete con cui Fahrni ha aperto le danze, e considerato che nelle precedenti quattro partite lontano da casa gli uomini di Thierry Paterlini non sono mai andati oltre quell’unico gol (in due occasioni, perché le altre due partite le hanno addirittura perse senza segnarne nemmeno uno...), non è una bella cosa. Malgrado ciò non si perdono d’animo, e iniziano subito a incitare i loro beniamini. Che, come per miracolo, piazzano quasi dal nulla una micidiale doppietta nello spazio di soli 9 (nove!) secondi. Non è nemmeno finita qui, perché in un periodo centrale da incubo per il Lugano, arriva pure l’1-4 di Kristof. E arrivano anche i fischi, tanti, all’indirizzo dei bianconeri, allo squillo della seconda sirena. Mentre altri tifosi bianconeri presenti alla Cornèr Arena a inizio partita han già levato le tende. Altro che chi prima arriva, meglio alloggia: chi prima arriva... prima sloggia.