L'unica nota stonata di una serata chiusa in fanfara dal Lugano è stato l'infortunio di Thürkauf. Mirco Müller: ‘Bravi a segnare nei momenti topici’
Lugano – E tre: contro il Berna, arriva anche il terzo successo consecutivo dei bianconeri, in una serata che a consuntivo regala tante risposte positive a Luca Gianinazzi, ma anche qualche grattacapo. Uno in particolare, visto che Calvin Thürkauf, dopo aver trovato la sua prima rete stagionale (quella del momentaneo 1-1), termina la sua partita alla seconda pausa dopo aver preso una botta al ginocchio: al rientro sul ghiaccio delle due squadre, a prendere il suo posto sulla panchina dei penalizzati ci va infatti Zanetti, mentre Zohorna eredita quello sul ghiaccio nel terzetto completato da Joly e Carr alle ali.
Detto della nota stonata di una serata altrimenti finita in fanfara per i padroni di casa, ecco quelle accordate che (finalmente) hanno contribuito a confezionare un armonico successo ai bianconeri, ratificato dal punteggio finale di 6-4. Uno su tutti il powerplay, non sempre impeccabile ma pur sempre capace di regalare al Lugano metà delle reti contabilizzate in sessanta minuti. A cui vanno ad aggiungersi le altre due trovate addirittura con un bianconero sulla panchina dei penalizzati; anche se, a onor del vero, l’ultimo disco della serata Arcobello (pure lui finalmente in gol, e questa è indubbiamente un’altra bella notizia per Gianinazzi) lo infila a porta vuota. A conti fatti, l’unico a segnare un gol a Wüthrich a 5 conto 5 è stato lo sfortunato Thürkauf. Dopo un inizio di stagione imballato, stavolta alla Cornèr Arena gli special team bianconeri strappano applausi.
Come già contro il Davos, Luca Fazzini ha nuovamente contribuito in modo determinante a questo successo, siglando due reti importanti nell’economia della partita: quella del momentaneo 2-2, dopo che il Berna per due volte era riuscito a portarsi avanti nel punteggio, e quella ancora più pesante del 5-3, prima che Arcobello, col citato gol a porta vuota, chiudesse definitivamente i conti. «È stato un match strano, parecchio combattuto su entrambi i fronti e caratterizzato da tanti colpi di scena, con molte reti e pure parecchie penalità», analizza nella ‘pancia’ della Cornèr Arena a fine incontro Mirco Müller. E se alla fine il Berna si deve leccare le ferite è infatti anche per colpa sua e per le troppe penalità rimediate cammin facendo, in particolare nel terzo tempo. Che addizionate a un powerplay del Lugano una volta tanto efficace, si sono rivelate un cocktail micidiale per gli Orsi di Jussi Tapola, oltrettutto costretto a fare a meno di Kahun già dopo il secondo cambio per un infortunio alla mano. «È stata una partita al cardiopalma – prosegue il numero 25 del Lugano –. In match come questi non è facile mantenere la lucidità necessaria per restare in partita. Ma successi così, specie a inizio stagione, sono un toccasana per fiducia e autostima: ora possiamo guardare con ottimismo alle prossime partite. Quelli che abbiamo raccolto in questo primo scorcio di campionato sono punti importantissimi, considerato che sull’arco di una stagione prima o poi arrivano anche i momenti meno propizi. Stasera siamo stati costretti a inseguire gli avversari a tre riprese, ma siamo stati bravi a raggiungerli subito, e penso che la mia rete a pochi istanti dalla fine del secondo periodo abbia aiutato: poter iniziare il terzo tempo in parità ci ha dato un bel colpo di mano. In più il powerplay ha girato benissimo, e siamo stati bravi a segnare nei momenti topici dell’incontro».
Questione di... tempistica
Nel disco su ghiaccio, ogni secondo conta. E pure i decimi hanno un loro peso specifico. Lo sa bene il Berna, che quando al 39’31” si ritrova con l’uomo in più sul ghiaccio per effetto della penalità fischiata a Thürkauf, pensa di averla sfangata, e con la testa si immagina già alla seconda pausa avanti di una rete. Illusione, che si sgretola appunto a fil di sirena, quando il Lugano riacciuffa gli Orsi sul 3-3. Per la precisione, undici decimi di secondo prima del suo squillo, che arriva comunque. Ci vogliono un paio di minuti abbondanti affinché gli arbitri determinino l’entità del tempo residuo da giocare nel periodo di mezzo. Rimesso a posto quel dettaglio sull’orologio del tabellone, ce n’è però un altro che non quadra: quando i giocatori raggiungono effettivamente lo spogliatoio per il secondo intermezzo, il countdown della penalità del numero 97 dei bianconeri indica ancora 1’59”.