La nuova Super League a dodici vede lo Young Boys fare categoria a sé, grande lotta per le posizioni in Europa e un derby vodese per la salvezza
Riparte la Super League per una nuova stagione. Molte le incognite, tranne però la questione più importante. Già, perché lo Young Boys è nettamente più attrezzato di tutto il resto della concorrenza e, dopo aver vinto lo scorso campionato con 16 punti di vantaggio sul Servette, soltanto un harakiri gli impedirà di centrare il bis. Alle sue spalle però la lotta è serrata, Lugano, Basilea, Servette, San Gallo, Lucerna e Zurigo puntano tutte e sei a una posizione nelle parti alte della classifica. Ma qui si mette di mezzo il cambio di formula, visto che con l’aumento a dodici squadre, dopo 33 giornate (almeno) due delle suddette squadre disputeranno le ultime cinque giornate nel girone contro la retrocessione, mentre le prime sei classificate si contenderanno il titolo e le posizioni nelle Coppe europee. Il principale rischio di questa formula (il cosiddetto modello scozzese) è quello che una squadra giochi un numero diverso di partite in casa e in trasferta. La situazione verrebbe riequilibrata nella stagione successiva, ma intanto non auguriamo a nessuno di ritrovarsi settimi in classifica dopo 33 giornate a causa, per esempio, di uno scontro diretto con la sesta classificata perso fuori casa. Tutte le statistiche dei primi tre turni (punti, reti segnate e subite, squalifiche) verranno mantenute anche per l’ultimo spezzone di stagione. Il funzionamento della retrocessione rimane invece invariato, la dodicesima classificata sarà direttamente spedita in Challenge League, mentre l’undicesima dovrà vedersela nello spareggio (andata e ritorno) con la seconda della lega cadetta.
Lo Young Boys parte, come detto, una spanna, se non due, sopra tutte le altre, dall’alto di uno strapotere tecnico, raramente visto nel nostro Paese. Infatti se Zesiger se ne va in Bundesliga e Rieder e Fassnacht sono sul piede di partenza, i nazionali U21 Aurèle Amenda e Kastriot Imeri sono già pronti a prendere il loro posto, mentre in attacco è arrivato l’interessante giovane polacco Lukasz Lakomy, dotato di un temibile sinistro, oltre all’ex Basilea Darian Males. Del resto il vero poker d’assi dei gialloneri è fuori dal campo e si compone dei quattro dirigenti Christoph Spycher (responsabile sport), Stéphane Chapuisat (responsabile scouting), Steve von Bergen (direttore sportivo) e Gérard Castella (responsabile formazione).
Il Basilea è invece in cerca di riscatto, dopo il deludente quinto posto della scorsa stagione. L’ottimo percorso in Conference League ha perlomeno permesso di vendere i prezzi pregiati della rosa (Diouf, Pelmard e soprattutto Amdouni) ricavando 34 milioni di franchi, ma la resa del gruppo messo a disposizione del nuovo tecnico Timo Schultz (in attesa pure che si sblocchi la situazione di Ardon Jashari con il Lucerna) è una grossa incognita.
Anche lo Zurigo deve far dimenticare ai propri tifosi una stagione nettamente sotto le aspettative, l’arrivo di Bo Henriksen al posto di Franco Foda ha perlomeno permesso ai tigurini di centrare una salvezza tranquilla e ora il tecnico danese ha la possibilità di lavorare con la squadra fin dall’inizio. Le partenze di Dzemaili e Omeragic dovrebbero essere compensate dagli arrivi di Arad Bar e Fabio Daprelà.
Dopo cinque anni sulla panchina del Servette non ci sarà più Alain Geiger, bensì René Weiler. I ginevrini hanno riportato a casa Jérémy Guillemenot, ma hanno perso Kevin Mbabu e Gaël Clichy. Una conferma dello splendido secondo posto della scorsa stagione sembra difficile, ma molto dipenderà anche dalla lunghezza del cammino in Europa, che si aprirà con il secondo turno delle qualificazioni di Champions, contro i belgi del Genk.
Pure sul fronte Lucerna si vuole proseguire sull’onda della continuità, dopo il quarto posto della scorsa stagione. Intrigante l’acquisto di Teddy Okou, protagonista della promozione dello Stade Losanna, da verificare se il giovane Pascal Loretz sarà in grado di dare stabilità a lungo termine tra i pali.
San Gallo e Grasshopper hanno invece vissuto un’estate piuttosto movimentata: i biancoverdi, oltre a Guillemenot, hanno visto partire pure Latte Lath e Maglica, mentre gli arrivi più interessanti sono quelli di Fazliji, Zanotti e Lüchinger. Le cavallette punteranno invece soprattutto sul contributo offensivo di Pascal Schürpf e sul nuovo tecnico Bruno Berner, capace nella scorsa stagione di portare alla salvezza il Winterthur.
Proprio gli zurighesi, ora guidati dall’ex Ct della Nazionale U21 Patrick Rahmen, si sono mossi bene sul mercato, assicurandosi i vari Luca Zuffi, Musa Araz, Aldin Turkes, Basil Stillhart e Silvan Sidler. I biancorossi hanno tutte le carte in regola per vivere una stagione relativamente tranquilla. Lo stesso discorso vuole farlo il Losanna di Ludovic Magnin, una delle tre vodesi neopromosse, che potrebbe però pagare la mancanza di un portiere capace di fornire grandi garanzie.
Il Lugano punta invece a confermare il terzo rango dell’ultimo anno, con Grgic, Vladi e i giovani El Wafi, Cimignani e Marques in più. La partenza di Doumbia e in parte anche quella di Daprelà, potrebbero però pesare, così come gli impegni europei. Se Mattia Croci-Torti ha una qualità è comunque quella di trarre il meglio da tutti i suoi uomini. Un nuovo piazzamento che apra le porte all’Europa è dunque ampiamente alla portata dei bianconeri.
Ti-Press/Golay
Il neo-bianconero Yanis Cimignani
Infine Stade Losanna e Yverdon sembrano destinati a lottare nelle ultime due posizioni. Gli uomini di Marco Schällibaum sembrano più in difficoltà, visto che il cambio di proprietà si è appena completato, ritardando l’inizio del mercato, mentre i lavori in corso allo Stade Municipal obbligano i vodesi a giocare le partite casalinghe alla Maladière di Neuchâtel fino alla fine di settembre. Inoltre il centrocampista brasiliano Silva si è gravemente infortunato in amichevole. C’è invece più fiducia sul fronte Stade Losanna, al primo invito al tavolo dei grandi. La partenza di Okou dovrà essere ammortizzata da Elles Mahmoud, promettente 22enne in arrivo dal Le Havre. Il direttore sportivo Hiraç Yagan non è del resto nuovo a scoperte come quelle di Amdouni o di Brighton Labeau.
Difficilmente le due squadre riusciranno però a reclutare grandi masse di tifosi, per cui il record di affluenza media della scorsa stagione verosimilmente non verrà superato. Chissà se con i playoff qualcosa sarebbe cambiato.