Domenica il Lugano metterà in palio il fresco secondo posto in classifica ottenuto grazie a una striscia vincente di tre successi
La lunga rincorsa iniziata il 22 gennaio, dopo la pausa invernale, con la vittoria per 3-2 al Tourbillon di Sion, si è conclusa tra sabato e domenica scorsi con il netto successo a spese del Grasshopper e l’altrettanto chiara sconfitta del Lucerna a Berna, nella partita che ha decretato la conquista del titolo svizzero da parte dello Young Boys. Il Lugano è finalmente riuscito ad agguantare quella seconda posizione in classifica che sembrava sempre volergli sfuggire. Un secondo posto sinonimo di preliminari di Champions League, da difendere nelle ultime cinque partite della stagione. Un rush finale che vede quella bianconera come l’unica squadra impegnata su due fronti: da una parte la Super League e la lotta per un posto in Europa, dall’altra la Coppa Svizzera, con l’atto conclusivo in programma il 4 giugno. La situazione venutasi a creare, imporrà a Mattia Croci-Torti e al suo staff di calibrare alla perfezione l’avvicinamento all’ultima sfida della stagione, quella del Wankdorf, anche a scapito di qualche possibile passo falso in campionato. Gli ultimi cinque impegni dei bianconeri si chiamano Lucerna, Winterthur, Basilea, Young Boys e Zurigo (Winterthur e Yb a Cornaredo, gli altri in trasferta). Un calendario non per forza favorevole, in particolare per quel penultimo turno contro i campioni svizzeri, ad appena dieci giorni dalla finale del Wankdorf, nel quale è presumibile che entrambi gli allenatori vogliano giocare a carte coperte.
Ma prima di focalizzare l’attenzione sui gialloneri bernesi e sulla finale di Coppa, c’è da pensare alla trasferta alla Swissporarena di Lucerna, dove il Lugano metterà in gioco il suo secondo posto in quella che è la sfida di vertice della 32ª giornata. I bianconeri sono reduci da cinque risultati utili consecutivi, con una striscia di tre vittorie nelle ultime tre partite. Ha fatto ancora meglio il Lucerna, con quattro successi e una sola sconfitta, quella subita nell'ultima giornata a opera dello Young Boys. Se prendiamo quale metro di paragone la classifica dello scorso campionato, sempre dopo 31 giornate, il Lucerna è la squadra che ha conosciuto l’incremento maggiore, passando dai 27 punti di un anno fa gli attuali 45 (+18), mentre il Lugano è fermo al palo a quota 46, ma con una progressione di due posizioni. Nel complesso, tre delle nove squadre di Super League (il Winterthur non ha termine di paragone) stanno facendo peggio (Zurigo -35, Basilea -14, San Gallo -9), mentre cinque si sono migliorate (detto del Lucerna, Young Boys +14, Gc +5, Servette +4, Sion +3).
In stagione, il Lugano si è recato alla Swissporarena il 22 ottobre e se n’è tornato in Ticino con una sconfitta per 3-1 (gol del vantaggio di Bislimi, poi rimonta con doppietta di Meyer, un gol su rigore, e rete di Dräger). Tuttavia, il rendimento in trasferta degli uomini di Croci-Torti non è affatto male: 5 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte, per un totale di 20 punti, appena uno in meno del Sion, due dello Young Boys e cinque del Lucerna (che ha una partita in più). Quest’ultimo, però, ha raccolto meno soddisfazioni alla Swissporarena, dove ha raggranellato 20 punti in 15 apparizioni. Vista così, domenica pomeriggio biancoblù e bianconeri dovrebbero partire da una situazione di estremo equilibrio, anche se poi i numeri lasciano spesso il tempo che trovano.
A far pendere la bilancia da una o dall’altra parte, potrebbe essere quella panchina la cui importanza è sensibilmente aumentata da quando sono state introdotte le cinque sostituzioni. La possibilità di cambiare la metà degli “uomini di movimento” permette ai tecnici di riparare a errate scelte iniziali e dare un chiaro indirizzo alla squadra, sia che si tratti di attaccare, sia nel caso in cui si debba difendere a oltranza. Un aspetto nel quale Croci-Torti ha spesso dimostrato di possedere le giuste intuizioni, riuscendo in più di un’occasione a indirizzare le partite proprio grazie ai cambi. Da inizio 2023, sono andati a segno dopo essere entrati in corso d’opera, Celar, Bislimi, Amoura, Valenzuela e Aliseda (da luglio i gol sono già 13), senza contare gli assist, ad esempio quelli di Macek ed Espinoza. A titolo di paragone, le reti giunte dalla panchina del Lucerna sono state appena tre: Breedijk, Sorgic e Kimpioka. E in vista della sfida di domenica, questo potrebbe essere un dato interessante, perché il tecnico bianconero avrà a disposizione un gruppo di riserve conscio di poter essere decisivo. E dell’ausilio della panchina avrà senza dubbio bisogno, almeno per trovare un’alternativa a capitan Sabbatini (squalificato). A centrocampo, lui e Doumbia formano per Croci-Torti un’imprescindibile cerniera centrale, tant'è che hanno disputato 31 partite su 31, con un minutaggio lievemente superiore per l’uruguaiano (2’695 minuti contro 2’672). Soltanto un altro bianconero (di movimento) è sempre partito titolare, Fabio Daprelà, ma tra squalifiche, infortuni, di partite ne ha disputate soltanto 24. A livello realizzativo, il Lugano ha in Zan Celar (14 reti) il terzo scorer più prolifico della Super League, alle spalle di Cédric Itten (18) e Pierre Nsame (17) e in Renato Steffen il miglior assistman con 9 passaggi (a pari merito con Ulisses Garcia). Il fromboliere del Lucerna è invece il tedesco Max Meyer, autore di 10 centri. Per contro, la squadra di Mario Frick annovera il giocatore più falloso della Super League, Nicky Beloko (65 infrazioni), quello più ammonito, sempre Beloko (12 gialli, non a caso domenica sarà squalificato) e quello più espulso, Mohamed Dräger (2).
Il Lugano è reduce da 9 punti nelle ultime tre uscite. Sin qui ci era riuscito una sola volta, a cavallo della pausa invernale, con le vittorie con Zurigo, Winterthur e Sion. Contro vallesani, San Gallo e Grasshopper ha messo a segno nove reti, subendone appena due, a dimostrazione di quella che sembra essere una ritrovata solidità difensiva (la terza migliore della Super League). La crescita mostrata da diversi giocatori parla a favore del lavoro di gestione fatto dallo staff bianconero e lascia ben sperare per il rush finale. L’esplosione di Hajdari in difesa, la duttilità di Doumbia tra centrocampo e reparto arretrato, la “geometrica anarchia” di Valenzuela tra la fase di possesso e quella di non possesso, la crescente sicurezza nei propri mezzi di un Aliseda che vede la porta come pochi altri, l’uscita dal tunnel dei problemi fisici di uno Steffen finalmente all’altezza del suo status di nazionale e la capacità di Celar di essere importante anche quando la serata non è di quelle giuste, sono tutti atout determinanti in un finale di stagione nel quale ogni punto potrebbe essere quello decisivo per la conquista di un posto nell’Europa che verrà e per giungere all’appuntamento del Wankdorf con la certezza di poter fare lo sgambetto ai campioni svizzeri, trattenendo così un altro anno ancora in Ticino quella Coppa Svizzera riportata a Sud delle Alpi dodici mesi fa.