laR+ IL COMMENTO

Fenomenologia del disguido

Una settantina di multe ‘ferme’ in un cassetto per circa un anno: a Lugano (ma non solo) ci sarebbe lo zampino di un dio beffardo

In sintesi:
  • Prima però di giungere a delle conclusioni, vale la pena ripercorrere l’intera vicenda
  • Nessuno si aspetta che l’esecutivo ammetta di essere stato vittima di uno sgambetto divino
Non un caso isolato
(Ti-Press)
3 luglio 2024
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Solo lo zampino di un dio beffardo, tanto beffardo quanto solo gli dei sanno essere, può risultare spiegazione attendibile per giustificare il fatto che una settantina di multe, scattate dal radar posato in Riva Vela a Lugano la mattina dell’11 maggio 2023, siano rimaste “ferme” in un cassetto per circa un anno.

Prima però di giungere a delle conclusioni, vale la pena ripercorrere l’intera vicenda in rigoroso ordine cronologico: almeno quattro settimane prima dell’11 maggio 2023 un controllo mobile in centro a Lugano è stato annunciato dalla Città e inserito nel portale in comune con la Polizia cantonale; la mattina dell’11 maggio 2023 dalle 9.51 alle 11.15 in Riva Vela (zona Lac) si è svolta normalmente una regolare sessione radar; il giorno stesso la capodicastero Sicurezza Karin Valenzano Rossi, interpellata dal Cdt, ha riferito che si trattava di un esercizio prettamente misurativo e non punitivo; tra la fine di marzo 2024 e i primi di aprile iniziano a rincorrersi insistenti voci su un presunto annullamento di una sessione radar in centro a Lugano allo scopo di evitare che una multa arrivasse a una persona “vicina” al Municipio; il 9 aprile, interpellata da laRegione, Valenzano Rossi dichiara di non essere a conoscenza di nessun annullamento o presunto favoreggiamento, di non essere mai intervenuta in tal senso, e richiama l’episodio dell’11 maggio 2023, ovvero la posa di un radar misurativo per il quale i colleghi di Muzzano le avevano già chiesto delucidazioni il giorno stesso (“non mi ricordavo nemmeno più di quanto accaduto l’anno scorso, me l’ha appena fatto presente il sindaco”, disse al telefono); il 23 aprile laRegione inoltra una richiesta di accesso agli atti ai sensi della Legge sull’informazione e la trasparenza (Lit); il 2 maggio, ovvero quasi un anno dopo, le infrazioni rilevate dal radar mobile attivo la mattina dell’11 maggio 2023 vengono spedite ai contravventori; il 17 maggio il Municipio risponde a laRegione negando l’accesso agli atti ai sensi della Lit e confermando che la mattina dell’11 maggio 2023 in Riva Vela un controllo radar punitivo si è svolto “senza interruzioni, riduzioni o sospensioni di alcun tipo”; il 28 giugno il Municipio, rispondendo a un’interrogazione della Sinistra, informa che le multe sono state inviate quasi un anno dopo la rilevazione e che il ritardo accumulato è dovuto a non meglio precisati “disguidi interni”.

Non ci si può certo aspettare che l’esecutivo ammetta di essere stato vittima di uno sgambetto divino. E se questo fosse un caso isolato di disguido si potrebbe anche pensare che gli dei non si interessano al Ticino. Ma a questo punto sorge il dubbio: e la notte del 29 maggio 2021? Sarà stata pure quella un’interferenza – nella comunicazione radio (“avevo detto tetto, hanno capito tutto”) – di questi esseri capricciosi? E nell’incidente di Gobbi, quello dei presunti favoreggiatori senza favoreggiato: pure qui saranno intervenuti gli dei con un dispetto? Sono solo alcuni esempi di una lunga lista.

Nell’antichità, dalla Mesopotamia fino ai vichinghi passando da India, Grecia e Roma, il concetto di divinità – sostengono gli studiosi –, è sorto dalla necessità estremamente umana di rendere spiegabile ciò che spiegabile non era. E al di là delle questioni metafisiche, è ampiamente noto quanto il processo di mistificazione della realtà abbia, nella storia, contribuito al mantenimento dello status quo: le cose sono giuste così come sono perché gli dei così le vogliono.

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