Laffranchini: ‘Attualmente sedici le detenute alla Farera’. Andreotti: ‘Il progetto di messaggio entro fine mese in governo’
Donne e carcere. Donne che hanno o avrebbero commesso reati. Che sono in espiazione di pena o in attesa di giudizio. O che si trovano dietro le sbarre per motivi di inchiesta. Al Penitenziario cantonale è prevista l’apertura, anzi la riapertura della sezione femminile, chiusa nel 2006 in pratica per mancanza di detenute in quel periodo. Oggi non è più così. Ora le donne, anche quelle processate e condannate a una pena detentiva, si trovano alla Farera, sottoposte alle restrizioni tipiche di un carcere giudiziario. «Attualmente ci sono sedici donne alla Farera, di cui otto potrebbero beneficiare del regime di esecuzione di pena, con le agevolazioni del caso, se ci fossero le condizioni logistiche per tale regime» nel contiguo Carcere penale, spiega, interpellato dalla ‘Regione’, il direttore delle Strutture carcerarie cantonali Stefano Laffranchini, che considera necessaria e urgente una sezione femminile. Per la cui riattivazione si è sempre in attesa dal Consiglio di Stato del messaggio sul relativo credito.
Di "necessità" e "urgenza" parla anche la commissione del Gran Consiglio che vigila sulle condizioni di detenzione. "Al riguardo, purtroppo, la commissione – scrive la sua presidente, la democentrista Lara Filippini, nel rapporto per il periodo giugno 2022-febbraio 2023, che verrà discusso la settimana prossima dal parlamento – non può che rilevare come, seppure sia previsto questo progetto, ancora non se ne vedono i frutti. Sono anni che attraverso i rapporti annuali si solleva la problematica delle donne all’interno del carcere e, quando si è preso atto con favore della volontà del Dipartimento delle istituzioni di riaprire una sezione femminile alla Stampa, all’interno della quale sarà prevista anche una speciale cella madre-bambino, con le medesime possibilità per le detenute di lavorare, seguire una formazione e disporre di tempo libero come per i detenuti uomini, c’era – non si nega – un certo entusiasmo. Era il 25 gennaio 2022 quando ci veniva comunicato che tale sezione sarebbe stata aperta nell’autunno 2023 e che era in fase di allestimento il messaggio governativo per 800mila-900mila franchi (i quali sarebbero stati assorbiti in gran parte dal fatto di non dover più pagare le celle oltre Gottardo) con una fase d’esecuzione in sei mesi". Aggiunge Filippini: "Si constata, purtroppo, come a tutt’oggi non vi sia ancora questo messaggio e che l’autunno 2023 è dietro l’angolo. Si sottolinea dunque che la necessità e l’urgenza non sono cambiate rispetto a un anno fa e che il governo si deve impegnare per implementare prima possibile questa nuova Sezione femminile".
Il messaggio? «Conto di sottoporne il progetto al Consiglio di Stato entro la fine di questo mese», afferma dal Dipartimento istituzioni la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti.