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Carcere, ‘la sezione femminile non è a rischio’

Per Frida Andreotti (Divisione giustizia) il prolungamento del concorso per aspiranti agenti di custodia non compromette l’avvio del progetto

Prorogata al 15 ottobre la scadenza del bando
(Ti-Press)
13 settembre 2022
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«La preoccupazione attuale non è a livello reclutamento del personale che contiamo di trovare, quanto di sottoporre il messaggio al governo e quindi al Gran Consiglio e di farlo approvare al più presto». Risponde così, dal Dipartimento istituzioni, la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti alla domanda se l’annunciato prolungamento del bando di concorso per aspiranti agenti di custodia fino al 15 ottobre e l’eventuale scarsità di candidature, in particolare donne, possa compromettere l’apertura della sezione femminile con 11 celle al Penitenziario della Stampa per l’orizzonte temporale prospettato dell’autunno 2023. «In questo momento stiamo ultimando il messaggio e prevediamo di sottoporlo al governo a novembre, poi saranno i tempi della politica a decidere. La speranza è che venga accolto prima della fine della legislatura». Quanto al numero di agenti di custodia donne necessarie, spiega Andreotti, non sono stati prefissati dei numeri precisi: «A metà ottobre sarà chiuso il concorso e poi vedremo di fare le valutazioni del caso con gli agenti ritenuti idonei dopo aver superato la selezione. Ovviamente più è ampio il ventaglio e più possibilità ci sono di trovare profili adatti a questa professione».

Bucci: uno spiccato aspetto sociale

Dal canto suo Monica Bucci, direttrice aggiunta della Divisione giustizia, specifica che il concorso non è strettamente correlato alla creazione della sezione femminile «perché le necessità di assunzione nascono anche dal naturale turnover dovuto principalmente ai pensionamenti». Mentre il fatto di prolungare il concorso «era certo fin dall’inizio, visto che il periodo di pubblicazione comprendeva i mesi estivi, notoriamente poco proficui per rapporto al numero di persone attive nella ricerca di un lavoro nel periodo delle vacanze. Quindi per ora non siamo né sorpresi né particolarmente preoccupati». Lo stato attuale del reclutamento e lo slittamento dei tempi della presentazione delle candidature «non avranno alcuna influenza sulla creazione della sezione femminile del carcere – rassicura anche Bucci –. Se non dovessimo in questa selezione trovare il numero di agenti di sesso femminile necessario per la gestione della nuova ala si potrà far capo a quelle attualmente già operative presso le Strutture carcerarie. È pur vero che abbiamo cercato di far conoscere e di riconoscersi in questo ruolo anche alle donne, da una parte perché c’è questo progetto, ma più in generale perché sono molto preziose in quanto possono lavorare sia con i detenuti uomini, come capita ora, sia con le detenute». E poi perché reclutare donne rimane più difficile, osserva Bucci: «Abbiamo fatto dei video promozionali con un’intervista a un’agente donna per far capire che non è una professione che si rivolge solo agli uomini e, soprattutto, che le strutture carcerarie sono cambiate molto rispetto al passato. Prima si pensava all’agente di custodia solo come a colui che apre e chiude una cella. Ora, come mostra il flyer pubblicato col concorso, si tratta di "una professione di cura, custodia e controllo", con anche un aspetto sociale molto spiccato». E pure la direttrice aggiunta evidenzia che si tratta di una scuola impegnativa: «I requisiti sono molti, dalla classe d’età alla cittadinanza svizzera, dall’idoneità psichica – perché si è a contatto con persone con difficoltà – al non avere precedenti penali incompatibili con il ruolo da assumere. Trovare i profili giusti è impegnativo, ma siamo fiduciosi perché è una professione anche molto arricchente».

Filippini: seguiremo con attenzione

«Seguiremo con attenzione sviluppi ed esito del concorso, affinché le carceri possano disporre del personale necessario e soprattutto di personale adeguatamente formato», dice la presidente della commissione parlamentare che sorveglia sulle condizioni detentive in Ticino, la democentrista Lara Filippini. «A breve avremo una riunione e sarà uno dei temi, nella speranza – aggiunge la deputata al Gran Consiglio – che per questo concorso il numero di candidati e candidate sia numericamente sufficiente a garantire una scelta tra più profili. Ovviamente l’agente di custodia svolge un ruolo fondamentale ai fini della sicurezza, un ruolo perciò piuttosto delicato. Nelle nostre periodiche visite in carcere parliamo anche con gli agenti, i quali esprimono soddisfazione per la professione per la quale hanno optato».

Pensionamenti a parte, le partenze per altre attività lavorative sono piuttosto contenute. In questo caso il turnover «è tra l’uno e il due per cento annuo»: considerato il numero di agenti, «è davvero basso», rileva il direttore delle Strutture carcerarie cantonali Stefano Laffranchini. «È una professione che può dare molte soddisfazioni – continua –. Nei rapporti con le persone recluse, l’agente di custodia deve mantenere la distanza necessaria per poter imporre gli ordini, ma deve anche aiutare il detenuto nel percorso di risocializzazione. Deve essere un punto di riferimento al quale il detenuto si rivolge anche per segnalare eventuali difficoltà di convivenza con altre persone recluse o problemi di sicurezza, in questo modo possiamo prevenire determinate situazioni».

Il liberale radicale Giorgio Galusero, anch’egli membro della commissione parlamentare, pensa soprattutto alla prevista sezione femminile. «Mi auguro che i tempi sulla sua apertura indicati dal Dipartimento istituzioni in Gran Consiglio siano rispettati. È oramai da un po’ di anni che si chiede una struttura ad hoc. La soluzione annunciata dal Dipartimento consiste nella riapertura, dopo alcuni adeguamenti strutturali, della sezione femminile al Penitenziario cantonale: una sezione per le detenute condannate a lunghe pene privative della libertà, oggi scontate in apposite carceri d’oltre Gottardo con tuttavia ripercussioni, data la lontananza dal Ticino, sui legami familiari».