Il 2023 chiude con un disavanzo di 1,2 milioni, in controtendenza con il passato. Calano in modo significativo i consumi di elettricità, acqua e gas
Le previsioni, a gennaio 2023, vedevano già rosso. Tirate le somme, però, il disavanzo registrato dalle Aziende industriali della Città di Mendrisio (Aim) si è rivelato più profondo di quanto immaginato, moltiplicando il deficit quasi per due: dai circa 700mila franchi prospettati a preventivo si è passati, infatti, agli oltre un milione e 200mila franchi iscritti nei Consuntivi. I fattori che hanno inciso su questo risultato, del resto, sono diversi e legati tanto alle voci di bilancio - inclusi interessi e contributi riversati al Comune per 2 milioni - che all'andamento dei consumi, in calo sia sul piano dei watt che su quello di acqua e gas. Senza trascurare che oltre la metà dei 20,8 milioni investiti sono serviti per condurre in porto l'acquisto delle reti elettriche da Ail: operazione che nel triennio scorso ha mandato in crisi il dicastero, slittando poi di un anno, e che oggi è stata perfezionata. A essere integrati sono stati i quartieri di Besazio, Capolago, Meride e Tremona.
Il trapasso delle reti, in effetti, è stato ‘il’ progetto dell'anno. Ora davanti a sé le Aim, che occupano 52 unità (5 le donne), hanno un 2024 di transizione: alle spalle la riforma dell’amministrazione (e la riorganizzazione dei dicasteri), all'orizzonte la proposta - scaturita da una mozione interpartitica fatta propria dal Consiglio comunale - di dare vita a un Ente autonomo di diritto comunale. Conversione che sarà al centro di uno dei messaggi municipali che caratterizzerà la legislatura appena iniziata. Nell'immediato, invece, le Aziende sono chiamate a fare i conti con i numeri, quelli economici e quelli legati, appunto, ai consumi. Dal profilo finanziario tiene banco il segno positivo: da un lato salgono le spese, del 16 per cento rispetto al 2022, sfiorando i 64 milioni di franchi, dall'altro lievitano comunque anche i ricavi, del 10 per cento, arrivando a 62,6 milioni.
A rivelarsi significativi sono, però, anche le cifre dei contatori, che segnalano una maggiore attenzione da parte degli utenti - il cui numero è rimasto stabile -, sui quali ha influito pure l'innalzamento delle temperature medie. Per cominciare, sul fronte dei watt, il 2023, come si annota nei Consuntivi delle Aim, ha fatto "registrare consumi globali inferiori rispetto all’andamento degli ultimi anni" - in particolare da parte dei grandi clienti -, la differenza, negativa, è del 7 per cento se paragonata al 2022. Il Servizio universale per la fornitura di energia elettrica ha rappresentato il 41 per cento di ciò che è transitato sulle reti, il rimanente è stato distribuito dietro contratto sul libero mercato. Questo ultimo per la maggior parte è rimasto nelle mani delle Aziende mendrisiensi.
Gli utenti in questi anni hanno imboccato con sempre maggiore slancio pure la via dell'autoproduzione, posando degli impianti fotovoltaici: l'anno scorso ne sono stati istallati 616, capaci di produrre più del 12 per cento dell'energia transitata. Dicevamo, infatti, dei grandi clienti (e consumatori), che hanno messo in atto delle misure di risparmio visto l'aumento dei prezzi. "Il fatto che il consumo di elettricità sia in diminuzione anche nel nostro comprensorio come nel resto della Svizzera – si legge nel documento appena pubblicato dal Municipio –, è probabilmente dovuto a dispositivi elettronici più efficienti dal punto di vista energetico, a processi più efficienti nell'industria ma anche all’istallazione di fotovoltaico in autoconsumo; infatti i kWh di autoconsumo non figurano in nessuna statistica. Pertanto una diminuzione di consumi di energia erogata dal distributore può celare un consumo effettivo del cliente finale stabile o anche maggiorato, se questi sfrutta un suo impianto fotovoltaico in autoconsumo".
L'attitudine alla parsimonia ha indotto altresì ad aprire meno i rubinetti dell'acqua potabile: la diminuzione dei consumi è stata quantificata in un 6 per cento rispetto al 2022. Cui si è fermati, in effetti, a 1.7 milioni di metri cubi contro l'1.8 milioni di metri cubi del 2022. Una contrazione sulla quale ha avuto un ruolo, si rimarca, la grande siccità proprio del 2022. Tant'è che sui consumi giornalieri per abitanti ci si è avvicinati alla media svizzera. Un esercizio virtuoso, si dirà.
Se da una parte, si sottolinea nei Consuntivi, tale riduzione "può essere accolta positivamente come effetto di un uso maggiormente consapevole dell’acqua potabile, dall’altra si deve evidenziare il fatto che una riduzione stabile dei consumi, senza un intervento sui costi, si tradurrà in un ulteriore aumento delle tariffe – quanto a minori introiti si parla di 180mila franchi rispetto al 2022 e di 310mila franchi a fronte dei Preventivi –. Va inoltre detto che, dalle prime analisi dei consumi, la riduzione registrata è parzialmente da attribuire alla riduzione del consumo da parte di una decina di grandi consumatori".
A calare del 7 per cento, d'altro canto, è stata pure l'erogazione del gas metano (lievitato invece nel prezzo), in totale per circa 84 milioni di kWh. Una diminuzione, si chiarisce, che si è però tradotta in un maggior costo annuale di 248mila franchi. D'altra parte, le acquisizioni si sono ridotte già nell'arco degli ultimi due anni. A tal punto che il fornitore ha dovuto vendere il gas in eccesso sul mercato spot a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli di acquisto. A dirla lunga è anche la contrazione dei consumi, pari a quasi il 20 per cento se raffrontati al 2021.