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Sopracenerina: con tariffe alle stelle, utili milionari

L’Assemblea elargisce ai proprietari (Comuni e Aet) dividendi maggiorati. Scelte e strategie della società che distribuisce l'elettricità a 80mila utenti

In sintesi:
  • Le bollette dell'elettricità ormai diventate un cruccio per molti
  • I conti (che non sono pubblici) dell'azienda distributrice (che è in mano pubblica)
  • Intervista al presidente del Cda, Alain Scherrer, che apre sia sulla trasparenza sia sulle possibilità di calmierare i prezzi dell'elettricità
La sede della Società in Piazza Grande a Locarno
(Ti-Press)
28 maggio 2024
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La bolletta dell’elettricità negli ultimi anni è diventata un cruccio per molti ticinesi. I prezzi sono alle stelle e le fatture nel corso di un biennio si sono trasformate in salassi. Nei giorni scorsi la Società elettrica sopracenerina (Ses), con sede a Locarno, ha tenuto la sua assemblea. Il momento ideale per fare il punto su tariffe, guadagni (milionari) e strategie di vendita.

Ricordiamo che la Ses è un’azienda al cento per cento di proprietà pubblica (Comuni e Cantone tramite Aet), che distribuisce l’elettricità in un comprensorio con circa 90mila allacciamenti, di cui 80mila case. Negli ultimi anni ha aumentato così tanto le sue tariffe che, fra le aziende medie, appare fra le più care della Svizzera, come risulta dalle cartine pubblicate sul sito della Elcom.

A questo punto ci si può chiedere quanto abbia inciso l’aumento dei costi dell’elettricità sul mercato elvetico e internazionale. A darci una prima risposta sono i dati del rendiconto 2023, votato dalla recente Assemblea. In sostanza la Ses ha dovuto sostenere un maggior costo di 22 milioni di franchi per comprare l’energia e per l’utilizzo della rete. Ma i ricavi d’esercizio sono saliti di ben 25 milioni di franchi (da 132 a 157 milioni), nonostante un calo dei consumi. «La stangata a carico dei consumatori ha quindi portato più soldi nelle casse della Ses, che ha visto salire l’utile – fa notare Bruno Storni, municipale di Gordola e delegato Ses –. Un utile cresciuto di 3,3 milioni di franchi e che ammonta a 26,5 milioni (prima di versare 5,2 milioni di imposte)».

I proprietari (molti Comuni del Sopraceneri e l’Aet) incasseranno quindi un dividendo, stimato in un primo tempo a 1,95 franchi per azione. «All’assemblea – prosegue Storni – la Città di Locarno, sostenuta da Minusio, Gambarogno, Muralto, Losone, Biasca e diversi altri, ha chiesto di aggiungere un dividendo maggiorato, portando così la cifra a tre franchi per azione. In poche parole, le tariffe per gli utenti sono alle stelle e i Comuni incamerano milioni. Ho provato a chiedere l’annullamento di questa parte straordinaria del dividendo, ma in pochi mi hanno seguito e la maggioranza, 25 su 39, l’ha spuntata».

La situazione è chiara: il costo dell’elettricità che la Ses acquista sul mercato è salito, ma il prezzo per l’utente finale viene ulteriormente maggiorato. «Va pure detto che la Ses nel corso degli ultimi anni ha aumentato in modo cospicuo le proprie riserve da utili, che sono salite dai 230 milioni del 2020 ai 280 milioni di franchi del 2023. Lo stesso dicasi per il capitale proprio, che nel medesimo periodo è passato da 255 a 306 milioni, e per gli accantonamenti a lungo termine», conclude Storni.

Per capire scelte, decisioni e strategie della Ses ci siamo rivolti al presidente del Consiglio di amministrazione Alain Scherrer, già sindaco di Locarno.

Come mai negli ultimi anni avete aumentato le tariffe tanto da diventare, fra le aziende svizzere medie, una delle più care, quando poi chiudete i conti con utili milionari?

L’affermazione è semplicistica e non tiene conto della realtà aziendale in cui Ses deve operare. In particolare a influenzare le tariffe ci sono aspetti come la morfologia del territorio, la presenza di case secondarie, l’aumento degli impianti fotovoltaici e non da ultimo la riduzione dei consumi, in parte dovuti al comportamento virtuoso dei cittadini e in parte alle temperature invernali più miti. Ma andiamo con ordine, partendo dal fatto che la legge impone a tutti i distributori di energia elettrica una socializzazione dei costi: le tariffe all’interno del comprensorio devono essere uguali per la medesima categoria di utenza. Quelle applicate nell’agglomerato allargato di Locarno, dove si eroga il 51 per cento dell’energia e i costi di rete sono logicamente inferiori, devono essere le stesse di quelle dell’alta valle Maggia o di Blenio, dove la struttura della rete elettrica costa di più a causa della scarsa densità abitativa. Se poi consideriamo che, secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2022 delle 80mila abitazioni private solo circa 45mila erano primarie, ecco che le tariffe di rete salgono ancora: una casa utilizzata solo parzialmente genera quasi gli stessi costi di rete di un’abitazione primaria, ma contribuisce marginalmente alla copertura dei costi a causa dei consumi ridotti. Stesso meccanismo si denota per gli impianti solari e l’autoconsumo: il grande vantaggio di essere il più possibile autosufficiente grazie al proprio impianto ha come conseguenza di non coprire i costi di rete, che sono fissi per il 90 per cento, e questo, come ci impone la legge, fa salire le tariffe per tutta l’utenza. Effetto simile lo si riscontra con il risparmio energetico delle singole utenze, che però ha almeno un aspetto positivo perché a contrastare l’aumento della tariffa c’è il minor consumo. Per questo motivo l’Ufficio federale dell’energia ha deciso di suddividere i 600 distributori svizzeri in categorie che tengono conto della morfologia del territorio e della densità di popolazione, la cosiddetta Sunshine Regulierung e che permette una comparazione corretta delle singole aziende. Ses è quindi stata classificata dall’Ufficio federale dell’energia nella categoria “regione di montagna con densità energetica bassa”, che comprende altre 86 aziende. In questa categoria le tariffe Ses si situano esattamente nella media svizzera, fra l’altro al di sotto di altre blasonate grandi aziende. Bisogna quindi fare attenzione con i paragoni e questo vale anche per la tabella pubblicata da Elcom, dove le aziende non possono essere suddivise e confrontate secondo le categorie di appartenenza. Elcom ha promesso d’integrare questo genere di confronto in un prossimo futuro, con l’approvazione della legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro in votazione il prossimo 9 giugno.

E per quanto riguarda l’utile?

Viene utilizzato prevalentemente per investimenti nella rete, come voluto dal legislatore, allo scopo di ammodernare le infrastrutture e per poter garantire la transizione ecologica. I dividendi, che rappresentano solo una piccola parte degli utili, vengono distribuiti ai Comuni e ad Aet e questo permette loro di procedere con aiuti mirati a chi più ne ha bisogno, evitando una distribuzione a pioggia altamente inefficiente di risorse. Lasciatemi in ogni caso ancora chiarire un altro aspetto importante, ossia quello delle “riserve dagli utili”: vanno quasi tutte a finire nella voce “impianti di trasporto e distribuzione” come investimento, voce che è cresciuta notevolmente in questi ultimi anni. Quindi chi pensa che in Ses ci siano forzieri pieni di denaro si sbaglia di grosso perché gli utili vanno effettivamente a favore dell’utenza attraverso un ammodernamento dell’infrastruttura, non ancora terminato ma comunque a buon punto. Per concludere il discorso finanziario: Ses ha debiti verso esterni per ben 160 milioni di franchi e solo gli interessi che abbiamo dovuto pagare nel 2023 superano il totale del dividendo nominale di 1,95 franchi/azione. Fare utili serve anche a diminuire il debito e questo nuovamente a tutto vantaggio dell’utenza, perché i risparmi sugli interessi bancari vanno a ridurre le tariffe.

La Ses è di proprietà dei Comuni, e quindi dei cittadini; ma gli stessi sono poi tartassati. Non è un controsenso?

Va innanzitutto contestualizzata la situazione generale: la crisi energetica che abbiamo vissuto negli ultimi 2 anni è una crisi che ha colpito tutta l’Europa e non solo la Ses. Le conseguenze dei rincari sono generalizzate a tutto il continente e il fatto che Ses abbia delle tariffe che sono sempre state in media con il suo gruppo di riferimento è da considerarsi positivo.

I dati del rendiconto non vengono resi pubblici dalla vostra azienda. Come mai?

Da più di 12 anni Ses pubblica sul proprio sito i rendiconti finanziari del conto di rete, ossia quella parte che gode del monopolio statale. Ma, anche sulla spinta della richiesta emersa in assemblea, miriamo a migliorare l’informazione e a essere il più trasparenti possibile. Stiamo infatti lavorando su un rapporto di sostenibilità aziendale, da rendere pubblico, che permetta all’utenza di conoscere meglio l’azienda. È anche l’occasione per mostrare che, oltre ad assicurare 250 posti di lavoro qualificati, Ses ha investito e prevede di continuare a farlo con 35- 40milioni all’anno sul territorio, con un indotto non indifferente. Vorremmo far conoscere alla nostra utenza l’impegno nel garantire un servizio di qualità per favorire uno sviluppo sociale, economico e sostenibile all’interno del nostro comprensorio, perché come ci ha ricordato l’inverno del 2022-23 senza corrente tutto si ferma.

Sempre a proposito di trasparenza: a quanto ammonta la retribuzione complessiva dei consiglieri di amministrazione?

Non sono autorizzato a rispondere a nome di tutti i membri di Cda, ma a titolo personale non ho alcuna difficoltà a farlo: così come previsto dall’ordinanza municipale della Città di Locarno concernente le indennità ai rappresentanti del Comune in soggetti esterni, le indennità per il ruolo di presidente vengono totalmente versate nelle casse cittadine mentre io beneficio dei gettoni di presenza che la Ses versa sul mio conto e che ammontano a 400 franchi per seduta (sei-sette riunioni all’anno). Ricordo comunque che i consiglieri d’amministrazione di una società anonima portano una grande responsabilità perché devono rispondere personalmente nel caso qualcosa non funzioni, e questo non solo economicamente ma anche dal punto di vista penale.

Oltre alle persone che si trovano nel bisogno, fra le più colpite dall’aumento delle tariffe ci sono le famiglie numerose, che per forza di cose consumano di più: non è un po’ un controsenso in un Ticino che è sempre alla ricerca di misure per invertire l’invecchiamento della popolazione?

La Ses è cosciente di questo fatto, ma la legge non le permette di avere tariffe differenziate in funzione della situazione economica dei singoli utenti. L’unico margine di manovra è quello di mantenere i nostri costi nella media nazionale distribuendo utili ai Comuni, i quali possono aiutare puntualmente chi più ne ha bisogno, evitando sovvenzioni a pioggia.

Anche per le piccole e medie imprese ticinesi i prezzi dell’elettricità pesano. Sono pensabili soluzioni per venire in loro aiuto?

Ripeto: non possiamo fare delle differenze all’interno del nostro comprensorio e questo vale anche per le aziende. Diverso il discorso dell’accesso al mercato libero: in questo caso le aziende che consumano più di 100mila kWh/anno hanno la possibilità di comperare l’energia elettrica sul mercato, prendendosi però anche il rischio di dover pagare 117cts/kWh invece dei 12cts/kWh del mercato vincolato, cosa successa nell’estate 2022.

È ipotizzabile che le tariffe per i consumatori finali dall’anno prossimo scendano, magari rinunciando a parte degli utili o degli emolumenti ai membri del Consiglio di amministrazione?

Va premesso che, se per il prezzo della corrente elettrica la tendenza per il futuro è di una lenta stabilizzazione e riduzione (augurandoci che non scoppi una nuova crisi), questo non si può dire delle tariffe di rete. Purtroppo in questi giorni ci sono pervenute le tariffe per il 2025 della rete a monte, ossia quei costi che dobbiamo sostenere per poter prelevare energia dalle linee di alta tensione, e tutte sono aumentate, anche se con motivazioni diverse. La notizia positiva è che Swissgrid ha diminuito parte delle sue tariffe e che anche la Confederazione ha ridotto drasticamente la tassa sulla riserva energetica. In ogni caso, visto l’avanzato stato dell’ammodernamento della rete, il Cda farà a breve le sue riflessioni sulle priorità finanziarie di Ses e mi piacerebbe che si possano nuovamente calmierare le tariffe, come fatto negli anni 2020/21/22 quando abbiamo rinunciato alle differenze di copertura, a tutto favore del consumatore, per svariati milioni di franchi. Ne parleremo sicuramente nel corso del mese di luglio.

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