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Frana in Val Colla, è morto l’automobilista 44enne

Non ce l’ha fatta la vittima del gravissimo incidente del pomeriggio. Intanto, si punta il dito sulla sicurezza del tratto: ‘Mancano le reti paramassi’

La disgrazia è capitata attorno alle 16
7 gennaio 2025
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Una strada che fa paura e che resterà chiusa almeno fino alle 12 di domani. Un problema di sicurezza. E un incidente purtroppo fatale. È deceduta la vittima della frana capitata oggi pomeriggio in Val Colla, quando un masso ha centrato in pieno un’automobile che stava circolando in direzione nord, suscitando sgomento sia in valle sia tra le autorità. Ne dà notizia la Polizia cantonale in una nota, precisando che si tratta di un 44enne svizzero domiciliato nel Luganese.

Parete rocciosa, a strapiombo sulla strada

Mentre purtroppo è arrivata la notizia del decesso, in valle e in città ci si interroga sull’accaduto: qual è la causa della frana? E si sarebbe potuta evitare? Sul posto, assieme a forze dell’ordine (Polcantone e Polcom cittadina), Pompieri di Lugano e soccorritori della Croce Verde di Lugano, anche il geologo cantonale, che non siamo riusciti a raggiungere per avere un riscontro e risposte a queste domande. Stando a nostre informazioni, le operazioni stesse di soccorso sarebbero state complicate dal fatto che anche dopo la frana – e anche alcuni minuti prima, come testimoniato da chi è transitato da lì – dei sassi fortunatamente di minori dimensioni e senza conseguenze sarebbero franati. In attesa di capire meglio, in valle si punta il dito contro la sicurezza della strada e in particolare contro l’assenza di una rete paramassi. Diversi gli interlocutori sentiti, tutti residenti in valle, che hanno posto la questione. A nome di tutti, sentiamo il presidente della Commissione di quartiere. «Ho sentito il botto, molto forte, anche da casa mia (a Insone, ndr). Pensavo fosse caduto il carico di una gru... quel tratto di strada lì – ci dice Alberto Rossini –, da Treciò fino al ponte Sasso dei corvi (poco prima di Piandera, dove c’è stato lo scoscendimento, ndr), è tutto roccioso e talvolta anche a strapiombo sulla strada. È un tratto che va messo in sicurezza, vanno posate delle reti paramassi. Ma così come in altre zone della Val Colla: appena piove un po’ più forte, cadono dei sassi o dei massi per strada».

‘Mancano marciapiedi, bisogna moderare il traffico’

«Questo incidente rappresenta la punta dell’iceberg – ancora Rossini –, di luoghi con potenziali pericoli ce ne sono più d’uno. Sia sulle strade che portano alla valle, sia su quelle tra un villaggio e l’altro. E quello dei massi non è l’unico problema di sicurezza stradale: mancano marciapiedi, è necessario inserire delle limitazioni alla velocità almeno nei villaggi o quantomeno una moderazione del traffico. Quando nevica in particolare i pedoni devono, perché non hanno alternative, camminare in strada». Di carne sul fuoco ce n’è parecchia dunque, che si traduce in lavoro per i commissari, che potrebbero farsi portatori di istanze verso le istituzioni. «A breve avremo una riunione e questo sarà sicuramente un tema all’ordine del giorno. Non bisogna aspettare che capiti il morto o un incidente grave per fare dei controlli e prendere dei provvedimenti. Anche se non sembra perché stiamo parlando di una valle, è una strada trafficata. E non solo da auto: ci sono motociclisti e ciclisti, pedoni. Residenti e turisti».

‘Un tema di sicurezza si pone’

«Mi sono venuti i brividi quando ho appreso della notizia – ci dice la capodicastero Sicurezza di Lugano Karin Valenzano Rossi –. Intanto, esprimo vicinanza alla famiglia della vittima. Sull’accaduto, va precisato che stiamo parlando di una strada cantonale, che il geologo cantonale è andato immediatamente sul posto e che prima di esprimersi bisogna capire cosa sia successo di preciso. Una volta che avremo più informazioni sulle cause della frana, in collaborazione con il Cantone faremo le opportune valutazioni per eventuali opere di premunizione». La municipale aggiunge che, indipendentemente dalle cause dell’incidente, alla luce dell’accaduto «un tema di sicurezza si pone» e che lavori di messa in sicurezza vengono effettuati anche dalla Città. «Sì, su determinati tratti di nostra competenza, penso ad esempio a parti del San Salvatore o a zone di Gandria, è intervenuto il Comune per posare delle reti paramassi».

Sensibilità accresciuta

Stando a quanto riferitoci dai nostri interlocutori, la zona dell’incidente sarebbe stata analizzata circa dieci anni fa, dopo la frana mortale di Davesco. Ulteriori analisi seguiranno quasi certamente. Anche da parte della Città. «Stiamo facendo un importante lavoro sul tema del presidio territoriale in caso di pericoli ed eventi naturali importanti – precisa la capodicastero –. Si sta affinando un nuovo protocollo operativo, nell’ambito del quale c’è anche il lavoro sull’identificazione delle zone a rischio e degli eventuali provvedimenti. C’è una sensibilità accresciuta e si sta andando nella direzione giusta, con la consapevolezza che questi episodi sono sempre più frequenti e disastrosi».