P25, bocciata la proposta della maggioranza della Gestione di limitare l'aumento di spesa a 4 milioni. Buona parte della Lega vota con sinistra e Centro
Due ore e mezza di dibattito in Gran Consiglio per due milioni in più o in meno da dedicare alla pedagogia speciale. In una sessione parlamentare che porta al domandarsi sempre più se si sia o meno in un viaggio lisergico, eccoci al dunque sul grande tema che ha accompagnato la discussione sul Preventivo 2025, cioè se incrementare di sei milioni (proposta del governo) o di quattro milioni (proposta della commissione della Gestione), i fondi per la pedagogia speciale. Sembra una battuta, non lo è.
A spuntarla, con ampissima maggioranza (50 sì, 28 no, 3 astenuti), è stata l'opzione governativa riabilitata dall'emendamento di Danilo Forini (Ps) e Fiorenzo Dadò (Centro), nonché da quelli uguali di Nara Valsangiacomo (Verdi) e Maria Pia Ambrosetti (HelvEthica). Emendamenti nati in parallelo alla sollevazione di una trentina di associazioni attive nel sociale che hanno raccolto, con la loro petizione, oltre 9mila firme in pochi giorni. Una petizione online per carità, ma che ha avuto il suo impatto mediatico e anche nel dibattito parlamentare.
Al voto si è arrivati nel solito, tragicomico modo cui il parlamento ci sta abituando con indefessa convinzione. Prima è il capogruppo leghista Boris Bignasca a sollevare una sorta di ‘Lex Forini’, siccome il deputato socialista è direttore di Pro Infirmis ci sarebbe una collisione d'interessi. E quindi perché non cominciare con mezz'ora abbondante di riunione dell'Ufficio presidenziale per dire che no, Forini ha diritto di cittadinanza in quest'aula e quindi accumulare ritardo già prima della partenza? Bignasca mai banale, va detto. Ma l'ormai mitologico “cronoprogramma” del presidente del Gran Consiglio Michele Guerra soffriva già tantissimo.
Il dibattito, è arrivato per il rotto della cuffia (40-39) dopo una votazione richiesta da Evaristo Roncelli (Avanti con Ticino&Lavoro), perché la brillantissima idea iniziale era di liquidare in procedura scritta questo tema così importante a livello di società. Un grande eccesso di fiducia, visto il tenore e il contenuto di molti interventi. Ma anche qui, niente di nuovo.
Chiare le intenzioni, spiegate da Forini: «Ha senso decidere qui, ora, oggi? Investire adesso nella pedagogia speciale eviterà un aumento delle future rendite Ai. Questa misura decisa dalla Gestione è un grossissimo sbaglio. C’è chi parla di un principio di equità: attenzione a farlo, quando i risparmi vanno a colpire bambini in difficoltà, genitori costretti ad affrontare una malattia. La vita non è generosa ed equa con tutti». A ruota Dadò: «L'aumento della spesa per questo settore è del tutto ininfluente nei 4'200 milioni di franchi del budget dello Stato. Chi tocca questo taglio? Cosa comporta? È assorbibile in modo indolore o avrà effetti negativi? Non sacrifichiamo sull'altare della fretta un ambito così importante. L'emendamento lo abbiamo presentato per evitare di commettere errori che sarebbero pagati dai bambini con dislessia o altri disturbi dell'apprendimento». Per Valsangiacomo il rischio è che «le famiglie meno abbienti saranno le più colpite, non potendo rivolgersi al settore privato: è uno scarico di responsabilità». Ambrosetti, dopo la consueta grande lotta contro le frequenze 5G, torna sul pezzo ricordando «l'importanza delle pari opportunità e del rispetto delle convenzioni internazionali».
Il presidente della Gestione Bixio Caprara (Plr), dopo aver fritto tutto il tempo sulla propria sedia come un uovo su una padella incandescente, accende il microfono e con lo stile che gli appartiene e la voce tenuta a freno con uno sforzo da sollevamento pesi, va comunque a testa bassa: «Respingo con chiarezza e fermezza al mittente accuse più o meno velate di insensibilità e superficialità per una correzione dell'ennesimo importante aumento di una spesa triplicata in pochi anni». E ancora: «Questa correzione non mette in discussione l'aumento in quanto tale, se ne approva solo una parte, si cerca di rendere attenti e porre dei limiti. Come è giustificato questo aumento?».
Il copresidente Ps Fabrizio Sirica, particolarmente carico in questa sessione, sarà la somiglianza anche fisica sempre più evidente con Cedric Wermuth, puntualizza: «Abbiamo quasi 10mila persone che firmano, online d'accordo, ma firmano una petizione non dico che dobbiamo forzatamente dargli ragione, ma almeno fermarci, ascoltarli, capire cosa dicono piuttosto che decidere a colpi di maggioranza tagli che non sappiamo dove andrebbero a colpire».
A destino ormai segnato, il presidente del Plr Alessandro Speziali sceglie di morire in piedi e continua a combattere: «Sono contrario a questo emendamento perché non stiamo taglieggiando la scuola, perché non ci mancano cervello e cuore e perché negli ultimi otto anni il budget della pedagogia speciale è cresciuto con un tasso medio annuo del 13%. Le casistiche aumentano, d'accordo, ma è lecito chiedersi se in proporzione ha senso l'investimento finanziario che stiamo facendo». Ed è sulle casistiche che Speziali mena l'ultimo fendente prima che i tasti verdi abbiano la meglio: «Si tende a prevedere delle misure a una minima avvisaglia, creando casi che casi non sono. E ribadisco che non stiamo regredendo, nel 2025 investiremo comunque più soldi. Non ci sarà alcuna macelleria come paventato da chi avvelena il contesto politico e sociale».
Dopo il comunicato che suonava più come una dichiarazione di guerra, la Lega ha votato in larga parte a favore, con Bignasca contrario, nonostante le richieste di consigli al suo gruppo formulate lunedì almeno oggi ha deciso di far da sé. Sabrina Aldi con estrema sintesi: «Nessuno può dire che non abbia a cuore rigore ed esigenza di conti sani, ma su 4mila milioni di spesa abbiamo davvero la necessità di risparmiare due milioni sulla pelle di bambini con bisogni? No».
Carobbio: ‘C’è maggiore attenzione, anche per richieste del parlamento’
Marina Carobbio, direttrice del Decs, conferma la linea degli ultimi giorni: «Il governo ha valutato tutte le voci di spesa, e ritiene che quella per la pedagogia speciale risponde alle esigenze reali cui è chiamata a rispondere: c’è maggiore attenzione verso la diagnosi precoce e i disturbi dello sviluppo dell'apprendimento, c’è un aumento della fragilità della società e delle famiglie, che hanno una ripercussione sulla scuola. E ci sono anche attenzioni volute dal parlamento, che recentemente ha chiesto interventi per la logopedia e per affrontare le neurodiversità». E definisce la cerchia di cui si sta parlando: «3mila allievi su oltre 57mila». Quindi, «è giusto che aumenti l'attenzione perché è giusto che il Cantone si prenda a carico queste difficoltà di bambini con difficoltà».