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Migliaia di firme contro i tagli alla pedagogia speciale

Oltre 4mila adesioni in 24 ore alla petizione lanciata da diverse associazioni e organizzazioni ‘per dire basta e difendere la scuola ticinese’

Già pronti gli emendamenti di Ps e Mps per la discussione in Gran Consiglio
(Ti-Press)
29 novembre 2024
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“La misura è colma. È il momento di dire basta e difendere l’intera scuola ticinese”. Sono migliaia le firme raccolte finora (oltre quattromila nelle prime 24 ore) dall’appello a Gran Consiglio e governo a cancellare le misure di risparmio sulla scuola dal Preventivo 2025 del Cantone. Un’adesione forte alla petizione lanciata online da diverse associazioni affiancate dal Partito socialista. A sollecitare nei giorni scorsi il governo a fare marcia indietro, anche la Conferenza dei direttori e delle direttrici degli istituti di scuola comunali, preoccupata per la soppressione del sussidio cantonale ai Comuni per gli insegnanti specializzati di educazione fisica e di educazione musicale.

«È difficile trovare genitori che accettino tagli sulla scuola mantenendo in piedi altre spese o investimenti. Forse i nostri ragazzi stanno diventando la cartina al tornasole di come ci siamo mossi politicamente finora in termini di gestione delle risorse. Le famiglie si sentono come se avessimo toccato veramente il fondo». È chiaro Pierfranco Longo, presidente della Conferenza cantonale dei genitori, commentando la partecipazione alla petizione. «L’intento è informare famiglie e altri cittadini, offrendo loro l’occasione di prendere posizione». L’aspettativa è il ritiro dei tagli: «Questa – rimarca – è la richiesta che stanno sottoscrivendo migliaia di cittadini e un numero crescente di associazioni».

‘Da alcuni anni si parla solo di finanze’

A dare il la alla petizione, il rapporto sottoscritto martedì dalla maggioranza della commissione ‘Gestione e finanze’ del Gran Consiglio, che, ricorda il testo della petizione, “propone una riduzione supplementare di 2 milioni del finanziamento necessario per far fronte ai bisogni particolari di educazione”. A essere toccati “circa novecento allievi delle scuole speciali e gli istituti specializzati, in totale tremila bambini con le rispettive famiglie che frequentano scuole comunali e cantonali”. I parlamentari della maggioranza, si rileva, sostengono che nell’ambito della pedagogia speciale sia “l’offerta che determina la domanda”: un’affermazione che gli aderenti alla petizione ritengono “completamente errata e scollegata dalla realtà vissuta da allievi, docenti e genitori”. Spiega Longo: «Il percorso che porta una famiglia a una prestazione di pedagogia speciale è quasi sempre lungo e faticoso. Non risulta che la scuola impieghi risorse in questi ambiti senza aver verificato i bisogni dell’allievo, è quindi semplicemente errata la conclusione che l’offerta, in questo ambito, generi una domanda. Al contrario si verificano casi di difficoltà dei genitori nel completare i percorsi di valutazione, e non di rado anche di attese». Inoltre, «ci preoccupa vedere che una decisione di taglio di risorse venga presa sulla base di conclusioni che non trovano riscontro nella realtà. Pur comprendendo la pressione legata al Preventivo 2025, non possiamo tacere il dissenso che percepiamo tra le famiglie». Il dato di fondo è che «da alcuni anni sentiamo parlare solo di finanze e non dei bisogni, in questo caso dei giovani nel mondo della scuola».

‘Non si è chiuso nemmeno in pandemia’

La proposta di taglio alla pedagogia speciale, ricordano gli autori dell’appello, “è l’ultima di una serie di misure di risparmio sulla scuola ticinese che impattano sulla qualità dello studio”. Tra queste vengono citate la decisione di febbraio del Gran Consiglio di non sostituire per il 20% il personale partente docente e sociosanitario, la chiusura straordinaria decisa dal governo di tutta la scuola ticinese i prossimi 20 dicembre e 7 gennaio, “negando il diritto allo studio a 55mila allievi per due giorni e mettendo almeno 10mila famiglie nella necessità di prendere congedi o vacanze aggiuntive”, nonché la decisione del Consiglio di Stato, con il messaggio licenziato in settembre sul Preventivo 2025, di diverse misure per risparmiare circa 8,2 milioni di franchi sulla scuola, ovvero lo stralcio di 4,4 milioni di contributi ai Comuni per l’insegnamento dell’educazione fisica e musicale, la riduzione da otto a sei giorni della formazione annuale dei docenti e l’aumento del numero massimo di allievi per le lezioni di inglese in quarta media. Sui due giorni di chiusura, riprende Longo, «la scuola non è mai stata chiusa, nemmeno durante la pandemia. In un momento di assoluta normalità operativa si fatica a capirne le cause. Si tratta di una chiusura straordinaria che tocca il diritto allo studio e che mette in difficoltà i genitori».

Dopo la firma in commissione, il Preventivo 2025 sbarcherà dunque sui banchi del parlamento durante la sessione che si aprirà il 9 dicembre. I sostenitori della petizione non nascondono in tal senso una certa urgenza: “Abbiamo pochissimo tempo per convincere i politici eletti in Gran Consiglio a fare marcia indietro e non approvare tagli al sistema scolastico ticinese”. Quella in Gran Consiglio non sarà comunque una discussione senza opposizione. L’Mps ha già fatto sapere di aver formulato un primo emendamento – “ne seguiranno altri su altri aspetti relativi al Preventivo” – contro i tagli dei contributi alle scuole comunali. A redigere la proposta di emendamento a nome del gruppo socialista, sarà Danilo Forini. Obiettivo: «Abrogare questo prospettato taglio di 2 milioni di franchi sulle prestazioni legate alla pedagogia speciale», afferma perentorio il deputato del Ps. Oltretutto, aggiunge, «questa misura decisa dalla maggioranza della commissione della ‘Gestione’ e inserita nel suo recente rapporto sembra buttata là: non c’è stata un’analisi a giustificazione di questo taglio lineare». Quella socialista, prosegue il parlamentare, «sarà un’opposizione anche e soprattutto sulla sostanza: la maggioranza vuole tagliare sui bisogni di bambini che necessitano di educazione speciale, casi che sono in aumento. Non solo, sono tagli che toccherebbero indirettamente l’intera scuola, perché si andranno inevitabilmente a ridurre i sostegni ai docenti titolari per gestire le situazioni più complesse».

Carobbio: ‘Difenderò la scuola in parlamento’

Sulla petizione abbiamo sollecitato anche la consigliera di Stato Marina Carobbio. «Sono molto preoccupata – rileva la direttrice del Dipartimento educazione, cultura e sport – per la proposta avanzata dalla maggioranza di centro destra della commissione della ‘Gestione’ di tagliare sulla pedagogia speciale e mettere così a rischio le pari opportunità in ambito formativo». E osserva: «Da parte mia evidentemente difenderò la scuola in parlamento da tagli di questo tipo, che andrebbero a impattare negativamente sulle allieve e gli allievi, oltre che sul personale docente, già fortemente sotto pressione». Ma anche: «Le decisioni contestate sono la diretta conseguenza delle decisioni prese dalla maggioranza del Gran Consiglio, che nel 2024 ha accettato non venisse concesso il rincaro e ha imposto di non sostituire il 20% dei docenti partenti, nonostante avessi reso attento il parlamento delle conseguenze di tali decisioni». Carobbio comprende dunque «che la società civile reagisca a fronte di proposte di risparmio sulla scuola che, personalmente e in quanto direttrice del Decs, ritengo pericolose». Non da ultimo. «Il mio rapporto con le associazioni, il personale docente e gli altri attori del mondo della scuola, genitori e allievi compresi, che incontro regolarmente, è molto buono. Discuto anche di queste preoccupazioni e con diversi di loro porto avanti dei progetti comuni per rafforzare la scuola. Come ho già avuto modo di dire a più riprese, anche in parlamento, personalmente ritengo si debba investire di più nella scuola».

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