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Taglio ai sussidi di cassa malati: il Ps lancia il referendum

Il Preventivo 2025 non è ancora stato approvato ma la sinistra è già pronta alla battaglia. Sirica: ‘È la misura più emblematica, più dolorosa’

‘Il no al taglio alla pedagogia speciale dimostra che la mobilitazione paga’
(Ti-Press)
11 dicembre 2024
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Il Preventivo 2025 non è ancora stato approvato – lo sarà probabilmente domani, a meno di sorprese dell’ultimo minuto – ma il Partito socialista non ha perso tempo decidendo di lanciare il referendum contro il taglio di 10,5 milioni di franchi ai sussidi di cassa malati. Una misura contenuta nel documento ancora sui banchi del Gran Consiglio che proprio oggi il parlamento, durante l’infinito carosello di emendamenti, ha deciso di non eliminare. «Lanciamo un referendum, ma sarebbero potuti essere due. Il taglio alla pedagogia speciale è infatti stato cassato e non serve quindi portare avanti una battaglia anche per questo tema», ha affermato il copresidente Fabrizio Sirica davanti al comitato cantonale straordinario riunito in videochiamata. «Quello ai sussidi di cassa malati è il taglio più emblematico, più doloroso. Va a colpire dove fa più male, i premi di cassa malati che sono la preoccupazione numero uno per gli svizzeri e soprattutto i ticinesi». Riprende Sirica, «il Ticino non ha tutte le difficoltà finanziarie che qualcuno vuole far credere. Siamo ai primi posti in quanto al prodotto interno e i milionari continuano ad aumentare. Il problema è la distribuzione della ricchezza». Avanti quindi con il referendum, «ma poi si dovrà insistere con decisione sul tema della cassa malati unica con premi proporzionali al reddito. Il problema dei costi della salute per i cittadini sarà il nostro tema principale nel 2025».

Tornando al mancato taglio alla pedagogia speciale: «È la dimostrazione che la mobilitazione paga. L’abbiamo visto già lo scorso anno, con la protesta di piazza, e l’abbiamo visto ora, con la raccolta di 10mila firme e la presa di posizione di una trentina di associazioni del settore», ha rimarcato Sirica. «Oggi sono una direttrice del Dipartimento educazione cultura e sport molto contenta», ha invece affermato Marina Carobbio. «Questo non vuol dire abbassare la guardia perché la scuola pubblica è spesso attaccata da chi vorrebbe tornare indietro a un’istituzione a due velocità. Oggi però è stata dato un segnale forte».

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