In una pubblicazione di Salvioni Edizioni curata da Giulia Pittet, 25 anni di storia della Ong locarnese co-fondata dalla mamma Silvia Lafranchi Pittet
Il Nepal come un’impronta nel cuore, un riferimento, probabilmente anche un modello di umanità. Non c’è persona migliore di Giulia Pittet per raccontare il Nepal conosciuto, frequentato, sostenuto e amato da Kam For Sud nel corso degli ultimi 25 anni. Giulia è infatti figlia di Silvia Lafranchi Pittet, co-fondatrice della Ong ticinese, e di Daniel Pittet, ingegnere, che molto ha contribuito a realizzare in Nepal per Kam For Sud, in particolare, ma non solo, dopo il devastante terremoto del 2015.
All’impegno di Giulia, appena ventenne, si deve la pubblicazione di “Kasturi Mirga - Storie nepalesi” (Salvioni Edizioni) un’ampia raccolta di testimonianze – 43 in tutto – di persone nepalesi che durante l’ultimo quarto di secolo, quindi dalla fondazione, sono in qualche modo entrate in contatto con l’associazione che opera nel Paese himalayano. Con queste persone, scelte in modo che possano rappresentare diversi ruoli e diversi progetti, Giulia Pittet si è intrattenuta per farsi raccontare “la loro Kam For Sud” e tracciare così una grande parabola dell’umanità che ha costituito la linfa dell’associazione. A tutti la giovane curatrice dell’opera ha rivolto la stessa domanda: come hanno conosciuto Kam For Sud e in che modo questo ha influenzato la loro vita.
Non è un caso se nel prologo del libro Giulia evochi odori, suoni e volti di una Katmandu che per lei è come una seconda casa. Tutto, in Nepal, le riporta alla memoria frammenti dell’infanzia, mentre, come scrive nel prologo, “da qualche parte nella mia mente risuona l’eco di un passato ancora più lontano, che non ho vissuto in prima persona, ma che percepisco come una presenza silenziosa. Sento che s’intreccia con la mia storia e con quella di tante altre persone in questo Paese”. È, appunto, la storia di Kam For Sud. L’Ong che grazie a questa pubblicazione anche noi possiamo conoscere meglio, leggendo, a tratti con commozione, le storie narrate nel libro. Kasturi Mirga si legge tutto d’un fiato, lasciando il lettore con la sensazione di aver fatto un viaggio privilegiato nel cuore del Nepal e di Kam For Sud.
«Per me è stato importante riprodurre in modo fedele il pensiero degli intervistati e spiegare a tutti, finanche all’ultimo bambino intervistato, dove la loro storia sarebbe andata a finire, che cosa ne avrei fatto», ha commentato Giulia durante la presentazione pubblica del libro avvenuta venerdì scorso a Bellinzona, in risposta a una domanda di Nelly Valsangiacomo a proposito dello sguardo della giovane ricercatrice nella raccolta delle testimonianze.
Il Nepal per Giulia è stato quindi inizialmente giardino di giochi, poi territorio di confronto e conoscenza e infine luogo da riscoprire autonomamente da giovane adulta. «Così come il Nepal – ricorda Giulia – anche Kam For Sud fa parte da sempre della mia vita, senza che io abbia mai fatto nulla. Fin da piccola mi era chiaro che i frequenti viaggi in Nepal con i miei genitori e le mie sorelle non erano del tutto una vacanza: per quanto per me fossero affascinanti e spensierati, sapevo che essi avevano uno scopo preciso».
C’è stata la costruzione dell’orfanotrofio-fattoria di Tathali nel 2007 e la sua inaugurazione nel 2009, fra le tappe salienti del cammino svolto, con Kam For Sud, dall’autrice del libro; un orfanotrofio-fattoria foriero di amicizie che rimarranno per la vita. Poi, come già accennato, il terremoto del 2015, una grande prova di resilienza anche per chi nepalese non è – se non nel cuore – come Giulia e tutta la grande famiglia di Kam For Sud. Mettersi a disposizione per raccogliere le testimonianze contenute nel libro, è stata per Giulia l’opportunità di “fare finalmente qualcosa di utile per l’associazione», ci confida la giovane ticinese.
Per Silvia Lafranchi, coordinatrice dell’associazione, la pubblicazione del libro è «un momento intenso e soddisfacente perché offre l’opportunità di fermarsi, voltarsi indietro e fare un bilancio di tanti anni d’attività tra il Ticino e il Nepal. Con molta emozione ho ripercorso, attraverso gli aneddoti e la memoria degli intervistati, questi venticinque anni di progetti, sogni, sfide e realizzazioni; ho ritrovato intatto tra le righe lo spirito che ha caratterizzato l’impegno collettivo di tante persone in Nepal e in Svizzera, creando anche, in alcuni casi, legami forti e duraturi, opportunità di crescita personale e professionale. Va detto: se Kam For Sud ha potuto realizzare tanti progetti, migliorando la vita di tante persone, è solo perché siamo in tanti a metterci passione e impegno».
Come riassume il co-fondatore Dinesh Paudel nel suo incipit, “la grande comunità dei soci, sostenitori, padrini e volontari mette a disposizione preziose risorse economiche, oppure il proprio tempo altrettanto prezioso; un’appassionata squadra operativa internazionale trasforma queste risorse in progetti solidali che sostengono migliaia di persone in difficoltà in base ai loro effettivi bisogni e tutto questo in un modo semplice, diretto e trasparente. […] In fondo, il cammino di ognuno è costellato da incontri più o meno casuali che ne modificano la traiettoria. L’origine della storia di Kam For Sud risiede in uno di questi incontri, che ha cambiato la traiettoria della vita di migliaia di persone, portando speranza e nuove possibilità”.
“Kasturi Mirga, Storie nepalesi” può essere acquistato al prezzo di 28 franchi nelle librerie ticinesi o sul sito www.salvioni.ch. D.MAR.