Parigi 2024

Parigi e i Giochi ‘rat free’. Ma la derattizzazione è utopia

A pochi giorni dal via delle Olimpiadi, la Ville Lumière dichiara guerra ai topi per smontare i cliché. E s'appella alla civiltà: ‘Rifiuti nei cestini’

Svaniranno nel nulla (per modo di dire)?
(Keystone)
23 luglio 2024
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Le Olimpiadi non sono l'evento sportivo più seguito al mondo soltanto dagli umani. Anche i topi ne vanno matti, tanto che gli organizzatori dei Giochi di Parigi non sanno più che fare per tenerli lontani. Eppure, gli organizzatori hanno deciso di rimboccarsi le maniche per risolvere una questione che è motivo di scherno, e infatti la Ville Lumière – che nelle prossime tre settimane s'appresta ad accogliere quindici milioni di visitatori entusiasti – appare decisa a smontare il cliché alimentato da ‘Ratatouille’, il film d'animazione della Disney che racconta di un piccolo ratto che sogna di diventare uno chef, costato parecchi sfottò al sindaco di Parigi, Anne Hidalgo.

Per la metropoli francese, quella dei topi che infestano le fognature è più che mai una questione spinosa, pensando che durante i Giochi l'immagine di una delle città più famose del pianeta potrebbe essere offuscata da foto e video postati sul web da turisti indignati per i cassonetti stracolmi e i rifiuti che giacciono per terra. «Tutti i siti olimpici e le aree aperte ai tifosi sono stati oggetto di diagnosi e di operazioni di pulizia approfondite» spiega Anne-Claire Boux, responsabile della salute pubblica in seno al Comune. «In particolare – aggiunge – per la posa di cassonetti che non attirino i topi». Infatti, se il comitato organizzatore si occupa di gestire la situazione nei siti olimpici, la manutenzione delle aree circostanti e delle ventisei fan-zone allestite un po’ ovunque in città sarà un compito non da poco per i settemila addetti alla raccolta dei rifiuti.

Niente bidoni, c’è la maratona

Nel loro arsenale, i netturbini potranno arrivare nelle zone più difficili da raggiungere comodamente in sella ad apposite bici, che potranno arrivare in luoghi inaccessibili ai camion dell'immondizia. Inoltre, nelle aree olimpiche ci sarà una squadra di 150 addetti che daranno loro una mano, raccogliendo i rifiuti nel momento in cui i visitatori arriveranno e lasceranno i siti in questione. In totale, è stato stanziato un budget supplementare di 4 milioni di euro per garantire non soltanto i rinforzi, ma anche le ore straordinarie degli addetti che saranno distaccati in altre zone della città.

Tuttavia, l'abituale lavoro di raccolta della spazzatura sarà perturbato anche dagli stessi Giochi: ad esempio, in alcuni ‘arrondissement’ tale servizio non sarà possibile né il 10 e l'11 agosto a causa della maratona, né l'8 settembre, in occasione della medesima prova paralimpica. «Quei giorni – spiega il responsabile della nettezza urbana, Antoine Guillou – non bisognerà portar fuori i bidoni della spazzatura, perché potrebbero disturbare gli atleti o porre problemi a livello di sicurezza. Non possiamo comunque escludere che si verifichino accumuli di rifiuti in alcune zone».

L'acqua del sindaco

Quella dei ratti, però, non è l'unica insidia. Negli scorsi giorni, Anne Hidalgo s'era tuffata nella Senna per mostrare a tutti che il fiume è pulito, ma prima di riuscire a metter piede in acqua gli atleti dovranno mettere i piedi a terra, e per evitare i rischi di contrarre la Leptospirosi («una malattia infettiva che si può contrarre tagliandosi», spiega Anne-Claire Bou), l'accesso alle rive sarà protetto dalla posa di appositi tappeti.

In ogni caso, l'invito a dare prova di civiltà da parte di tutti è a dir poco benvenuto: se le squadre sono organizzate e possono intervenire in modo molto reattivo, il messaggio fondamentale è quello di «mettere i rifiuti nel cestino», ricorda Anne-Claire Boux. Che, però, non si fa troppe illusioni. «Saremo pronti a intervenire in caso di recrudescenza, nei siti in cui cominceranno a esserci molti ratti, ma nessuno può sperare di riuscire a sterminare i topi. Del resto, sono anche utili per la manutenzione delle fogne: l'importante è che rimangano lì».