Nel quinto derby stagionale, i biancoblù trovano nei primi minuti, ma i bianconeri nel terzo tempo operano prima l’aggancio e poi il sorpasso
Di scintille, il derby numero 244 della storia ne regala parecchie. Fin dai primi secondi. Di fiammate, invece, solo tre. Ma che bastano per accendere il quinto capitolo dell’eterna sfida tra Ambrì Piotta e Lugano. Con i bianconeri che alla fine, per la seconda volta in stagione, escono vittoriosi dalla Gottardo Arena, portando a quattro il conto dei successi stagionali a spese degli uomini di Cereda. Che, comunque, dall’inizio alla fine si battono ad armi pari, creandosi, in particolare nella prima parte del confronto, le occasioni più grosse per andare in gol. Un esercizio che però, all’atto pratico, riesce loro una sola volta, al primo vero tiro in porta (peraltro non irresistibile) di Bianchi. È il minuto numero 3 e il secondo numero 45 del confronto. Recuperato un disco a centro pista, Incir serve il numero 20 dei leventinesi che ha il tempo di piazzare il tiro che trafigge Schlegel.
Nei minuti che seguono sono ancora i biancoblù a macinare occasioni su occasioni, soprattutto quando il Lugano si ritrova per quasi quattro minuti consecutivi costretto a giocare con un uomo in meno. Fuori Bertaggia, ci provano prima D’Agostini e poi Kostner, ma in entrambe e occasioni ad avere la meglio è l’estremo difensore dei bianconeri. Quando tocca Herburger accomodarsi sulla panca dei cattivi, è Regin a seminare il panico nelle retrovie del Lugano. Gli uomini di McSorley hanno però a loro volta una grossa opportunità di pareggiare quando Carr in break, dopo aver saltato due difensori fa sdraiare sul ghiaccio pure Ciaccio, ma il suo tiro va a spegnersi sulla rete laterale della porta. A fil di prima sirena è poi l’estremo difensore dei leventinesi a compiere un primo miracolo su una conclusione di Morini.
I secondi venti minuti corrono via anch’esssi sui binari del grande equilibrio, per qualità del gioco e per numero di occasioni. Su un fronte si distinguono in particolare Hietanen con un tiro in girata dopo un preciso assist di McMillan, e Grassi, ben lanciato da Pestoni, mentre sull’altro è Riva a impegnare il portiere dell’Ambrì Piotta con una stoccata al volo. Alla seconda pausa però le due squadre ci arrivano ferme al risultato maturato dopo nemmeno 4’ di gioco. Quel vantaggio è troppo esiguo per sperare di portare a casa la posta piena difendendolo con i denti negli ultimi venti minuti, e così anche la terza frazione i padroni di casa la iniziano col piede pigiato sull’acceleratore, e dopo un paio di minuti ecco un’altra opportunità per il raddoppio, ma la sassata di Hächler viene neutralizzata da Schlegel. Poi, però, il Lugano cambia marcia e piazza quel paio di accelerazioni che mutano diametralmente le coordinate del penultimo derby stagionale. A suonare la carica è il solito Carr (che assieme a Thürkauf si rivela il vero trascinatore della squadra di McSorley), il cui tiro al 46’01” si spegne di poco a lato della porta difesa da Ciaccio. È la prima avvisaglia che qualcosa sta effettivamente cambiando sul ghiaccio della Gottardo Arena. E difatti poco dopo arriva il gol del pareggio, favorito però da un maldestro rinvio di Ciaccio (l’unica vera leggerezza in una serata altrimenti da protagonista): il suo disimpegno troppo debole verso Burren sulle assi di fondo viene intercettato da Josephs, che va poi a depositare il puck nella porta rimasta sguarnita. Nei minuti che seguono il portiere biancoblù si rifà con un paio di interventi provvidenziali, ma al 50’36” si deve dichiarare nuovamente battuto sul tiro teso di Arcobello, affondo che decide la sfida. Perché nei minuti che seguono, malgrado i biancoblù moltiplichino i loro sforzi, giocando pure gli ultimi 35” del confronto a 6 contro 4, di gol non ne arriveranno più.