Lo annuncia la famiglia in un comunicato. Dal 2019 lottava contro la leucemia mieloide acuta
Sinisa Mihajlovic è morto. La famiglia del 53enne tecnico serbo, il cui ultimo incarico era stato quello di allenatore del Bologna, ha ora diramato un comunicato nel quale ne annuncia la scomparsa, definendo la sua morte "ingiusta e prematura". "La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic".
"Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti – prosegue il comunicato della famiglia Mihajlovic –. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato".
Famoso per il suo micidiale sinistro su punizione e su tiro da lontano, dopo la vittoria della Coppa dei Campioni con la Stella Rossa di Belgrado nel 1991 era giunto in Italia acquistato dalla Roma, per poi giocare con le maglie di Sampdoria, Lazio e Inter. Da allenatore, si è seduto sulle panchine di Bologna, Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino oltre che su quella della Nazionale serba.