Calcio

Campana: 'Abbiamo bisogno aiuti, ma anche coerenza'

Il direttore generale dell'Fc Lugano si aspetta un sostegno economico da parte della Confederazione ma punta anche il dito contro le quarantene "selvagge"

28 ottobre 2020
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Aiuti economici immediati a fondo perso e il ritorno appena possibile – anche alla luce degli sforzi (finanziari e non) effettuati dai club negli scorsi mesi per mettere in pratica un rigido (e funzionante) protocollo di sicurezza – di almeno una parte del pubblico in stadi, piste e palazzetti. È in sostanza questo l'appello disperato dello sport professionistico rossocrociato e in particolare dei club di calcio e hockey (espresso anche attraverso i comunicati delle rispettive leghe) in risposta alle nuove restrizioni imposte dal Consiglio federale, che in pratica vietando a tempo indeterminato le manifestazioni con più di 50 persone (senza contare chi è impegnato professionalmente in un determinato evento) chiude nuovamente le porte dello sport rossocrociato, privandolo così della fonte principale di introiti e mettendone a rischio la sopravvivenza stessa.

'Presiti ora a condizioni accettabili, ma è essenziale che diventino a fondo perso'

Per il direttore generale dell'Fc Lugano Michele Campana, le decisioni delle autorità federali non rappresentano certo un fulmine a ciel sereno... «Diciamo che oltre a essere ormai abituati a un simile atteggiamento nei confronti dello sport e di altri settori come l'intrattenimento e in parte la ristorazione, il rapido aggravarsi della situazione sanitaria negli scorsi giorni aveva suonato come un campanello d'allarme, per cui un po' ce lo aspettavamo – afferma il dirigente bianconero –. A fare male è il fatto che veniamo privati dei nostri principali introiti (circa il 20 per cento del budget per il club di Cornaredo, ma ci sono società come Young Boys e Basilea per le quali si arriva al 40, ndr) ma allo stesso tempo non abbiamo diritto di usufruire del lavoro ridotto e gli aiuti promessi, i prestiti, ancora non ci sono».

Già, i prestiti, le cui condizioni inizialmente praticamente inaccettabili (la responsabilità solidale della Lega, l’ammontare della garanzia richiesta e l’obbligo per la stessa Sfl di costituire ogni anno un fondo di garanzia) sono state riviste... «Certo, ora le condizioni sono accettabili – in pratica possiamo richiedere fino al 25 per cento dei costi di esercizio della stagione 2018/2019, di cui il 25 per cento deve essere coperto dal club e il 75 è garantito dalla Confederazione (si parla di ci – però abbiamo perso tre mesi e oltretutto non possiamo richiederli prima di dicembre, chissà quanto ci vorrà per riceverli... In ogni caso per la sopravvivenza dei club è essenziale che tali prestiti (si parla di cifre importanti, tra i 2 e i 4 milioni di franchi), o almeno una parte di essi, vengano trasformati in aiuti a fondo perso».

'Regolarità del campionato a rischio, serve un metro comune'

Nonostante tutto, la volontà, espressa anche dalla Sfl è quella di «fare di tutto per continare a giocare, anche perché abbiamo da onorare i contratti con le televisioni e con gli sponsor. Il problema di base è però che se una squadra per uno o pochi positivi deve andare tutta in quarantena, la regolarità del campionato è minacciata. Ad esempio nel prossimo weekend due partite sono già state rinviate a causa della quarantena di due squadre (Sion e Vaduz, ndr), mentre siamo a rischio noi (a causa della positività di Mattia Bottani, in seguito alla quale sono stati testati giocatori e staff, con i risultati attesi domani, ndr) e il Servette (positivo l'allenatore Alain Geiger, ndr) e tutto dipende dalle decisioni dei rispettivi medici cantonali, per cui la possibilità che venga disputato un solo match sui cinque previsti è molto alta. In questo senso è piuttosto scandaloso che chi di dovere – l'Ufficio federale della sanità pubblica – non sia riuscito a trovare e a imporre un metro uniforme a livello nazionale. La speranza è che lo faccia nei prossimi giorni, altrimenti andare avanti a giocare sarà davvero complicato».