Charlie Dalin sempre in fuga alla Vendée Globe: spera di agganciare i venti favorevoli che lo porteranno in Sudafrica. Justine Mettraux punta alla top 10
Charlie Dalin ne è convinto: «La depressione ci regalerà venti piuttosto favorevoli per scendere fino al sud del Sudafrica: sarà una discesa piuttosto veloce». La depressione a cui allude lo skipper francese di Macif-Santé Prévoyance è quella che si è formata al largo delle coste del Brasile, e che dovrebbe lanciare come scheggia gli Imoca da oltre diciotto metri tutti muniti di foil che si trovano attualmente in testa alla nona edizione della Vendée Globe, la regata intorno al mondo in solitaria senza scalo né assistenza. Dalin, il fuggitivo, è il velista ad essere riuscito a macinare il maggior numero di miglia nelle ultime ventiquattr'ore (poco meno di 550), ma il primo dei suoi inseguitori – Thomas Ruyant – è riuscito comunque a ridurre il suo svantaggio, risalendo a 37 miglia nautiche dal leader. Se riusciranno davvero a sfruttare la spinta dei venti che si annunciano sostenuti, i migliori potrebbero immaginare di eguagliare la tabella di marcia di Armel Le Cléac'h, che nell'edizione del 2017 era riuscito a portare a termine l'impresa nel tempo record di 74 giorni.
Quanto agli svizzeri, Justine Mettraux continua ad accarezzare il sogno di issarsi nella top-ten: attualmente la ginevrina è undicesima, staccata di 238 miglia, mentre Alan Roura è riuscito a riguadagnare un po' di terreno, portandosi in ventitreesima posizione. Decisamente più attardato invece lo zurighese Oliver Heer, relegato a più di mille miglia nautica in trentaseiesima posizione.