Calcio

'Bello parlare di aiuti ma potervi accedere è un'altra cosa'

Michele Campana dell'Fc Lugano mette a nudo le criticità legate ai contributi a fondo perso per lo sport professionistico: 'Così, noi non possiamo usufruirne'

18 novembre 2020
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Fino a 115 dei 175 milioni destinati a sostenere lo sport professionistico svizzero in questo delicato momento, potranno essere tramutati in aiuti a fondo perso (il resto sarà a disposizione dei club sotto forma dei già concordati prestiti senza interessi). Detta così, le ulteriori decisioni del Consiglio federale per i club sembrerebbero essere una manna dal cielo da accogliere a braccia aperte, ma il direttore generale Michele Campana ci spiega che non è esattamente così... «L'intenzione è apprezzabile e l'idea alla base non è sbagliata, ma così com'è formulata, in particolare per quel che riguarda le condizioni per accedere a questi aiuti, lascia parecchio amaro in bocca e per l'ennesima volta fa capire come a Berna ci sia poca conoscenza su come funziona lo sport professionistico – afferma il dirigente del club che attualmente guida la massima serie del calcio svizzero –. In pratica per ottenere un aiuto per noi neppure poi così sostanzioso (due terzi degli incassi legati alla biglietteria, che in casa Lugano coprono solo circa il 15 per cento del budget, ndr), ci chiedono di commissariare il club legandoci le mani cinque anni, durante i quali ad esempio non potremmo aumentare nessuno stipendio, nemmeno in caso di cambio di proprietà o dell'entrata in società di nuovi investitori. Un'altra condizione è quella di ridurre del venti per cento i salari (quelli "eccessivi", ossia che superano l’importo massimo del guadagno assicurato nell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni, attualmente circa 148'000 franchi, ndr) non entro tre anni come previsto per accedere ai prestiti ma subito, che significa dover andare in fretta e furia a modificare dei contratti a tempo determinato, cosa per nulla scontata visto anche che evidentemente non è possibile farlo in maniera unilaterale. Altro punto critico, l'obbligo di continuare a investire, sempre per cinque anni, nel settore giovanile e femminile almeno quanto fatto nel 2018/2019, ma ad esempio noi in quella stagione avevamo investito più del normale. Tutte condizioni che il nostro club non sarebbe in grado di garantire e quindi per noi gli aiuti a fondo perso – che oltretutto vanno a coprire unicamente le perdite di guadagno registrate dopo il 28 ottobre scorso, mentre sono ormai sette mesi che il nostro calcio è soggetto a riduzioni di spettatori –, così come sono formulati al momento, sono irricevibili. La speranza è che a livello di parlamento si possa raddrizzare il tiro nelle prossime settimane, intanto ci aggrappiamo ai prestiti – ai quali stiamo lavorando in quanto a loro volta hanno precise condizioni – per sopravvivere».