Alain Attalah, allenatore del Ginevra, è stato licenziato forse perché così aveva deciso la squadra
A volte tornano, come nel caso di Antonio Ballard, classe 1988, 194 cm, posto 3-4 che ha trovato a Friburgo la sua quarta casa svizzera, chiamato a sostituire Nikolic, fuori per infortunio non si sa fin quando. Ballard ha avuto esperienze in Canada, Svizzera (Lugano, Ginevra, Neuchatel), Francia, Libano e Finlandia. Un giramondo che trova sempre qualcuno disposto a sfruttare le sue doti, buone ma ondivaghe nel rendimento. Diciamo ciò in base a quanto visto in Elvezia, perché sulle statistiche all’estero c’è poco da commentare: le cifre sono interpretabili come si vuole quando non sono contestualizzate.
Intanto sabato è iniziata la fase a orologio, che favorisce vergognosamente l’Olympic (non è una novità, dirà qualcuno), ma ogni squadra cercherà di avere il massimo di potenziale per puntare allo titolo con cambi dell’ultima ora. C’è chi invece è partito: Ginevra ha esautorato l’allenatore, l’egiziano Alain Attalah, giunto a inizio stagione per un nuovo progetto di rifondazione, o quasi, del club ginevrino. L’interim sarà assicurato dall’assistente Tim Arns fino alla nomina di un nuovo coach. Bisogna dire, come abbiamo scritto già tre volte – nelle due gare contro la Spinelli e nella gara contro il Lugano – che la sua gestione delle partite ci lasciava diversi dubbi per la chiamata di timeout senza logica (pure con la sua squadra in netto dominio sull’avversario) e per una serie di squilibrati cambi di giocatori.
Se pensiamo che una squadra con quattro stranieri e quattro nazionali ha perso contro il Lugano all’Elvetico e in casa contro il Nyon in una settimana, deduciamo che: o lui è davvero scarso o la squadra gli gioca contro, oppure entrambe le cose. Sappiamo come lo spogliatoio può "decidere" se far fuori un allenatore, sempre che alle spalle del coach non ci sia una dirigenza capace di mettere in riga tutti quanti. Ma se i dirigenti sono pecorelle smarrite, è chiaro che i giocatori hanno vita facile a boicottare il gioco. Sbagliare tiri è una cosa elementare, creare buchi in difesa non richiede troppo impegno, così come è facile essere distratti e via elencando. Vedremo nelle prossime settimane quale dei nostri dubbi è più vicino alla realtà. Ginevra ha un potenziale economico di spessore e quindi potrebbe tornare a essere un cliente ostico per tutti nei playoff.