Tony Estanguet, l'ex canoista numero uno dei Giochi parigini, prepara il terreno a 15 mesi dall'apertura. ‘Renderemo il momento indimenticabile’
«L'umanità ha vissuto anni difficili, i Giochi hanno un potere enorme e noi vogliamo utilizzarlo per riunire tutto il pianeta nello stesso momento e tornare a celebrare grandi valori positivi grazie allo sport». A dirlo è Tony Estanguet, triplo campione olimpico di canoa e oggi presidente del Comitato organizzatore delle Olimpiadi parigini, a 15 mesi dalla cerimonia inaugurale sulla Senna. Quarantaquattro anni, un decennio dopo essersi ritirato dallo sport ai massimi livelli Estanguet pare perfettamente a suo agio nel ruolo di leader dell'evento sportivo più seguito al mondo, e non nasconde le ambizioni, sue e della Francia. Proprio come quando, su una canoa, riuscì a diventare il primo e per ora unico atleta francese a vincere tre medaglie d'oro individuali in tre diverse Olimpiadi, quelle di Sydney 2000, Atene 2004 e Londra 2012. «Noi siamo gente che ama le sfide – racconta –. Io ho partecipato a quattro edizioni dei Giochi e so quanto siano un momento eccezionale per tutto il pianeta. Il potere delle Olimpiadi è enorme, ed è proprio perché negli ultimi anni tutti hanno sofferto, siamo così ambiziosi. Vogliamo mostrare al mondo il meglio della Francia, sappiamo che c‘è una fortissima attesa ovunque e faremo di tutto per rendere questo momento indimenticabile».
Del resto, gli oltre tre milioni di biglietti già venduti dimostrano l'interesse che c’è per un'edizione in cartellone 26 luglio all'11 agosto dell'anno prossimo, dopo le Olimpiadi di Tokyo senza pubblico rinviate di un anno (dal 2020 al 2021). Proprio in questi giorni si conclude la seconda fase della prevendita, nella quale sono disponibili tagliandi per tutte le discipline: «C‘è tempo fino al 20 aprile per iscriversi sulla piattaforma di Parigi 2024 – osserva Estanguet – Ci si iscrive e si partecipa automaticamente a un'estrazione che garantisce comunque un'alta probabilità di vedersi assegnare un biglietto. Dall'11 maggio, chi sarà stato estratto, e parliamo di milioni di persone, avrà il diritto di acquistare posti per Parigi 2024».
Stavolta più che mai, il contesto sarà davvero eccezionale. «I luoghi più emblematici di Parigi diventeranno siti di competizioni sportive. Il pubblico avrà l'occasione unica di vedere le gare di scherma al Grand Palais oppure di assistere a partite di beach volley ai piedi della Tour Eiffel, per non parlare dell'equitazione nei giardini della Reggia di Versailles».
Non potrebbe essere altrimenti, viste le premesse, la cerimonia non farà eccezioni: «Sarà la prima che si svolge in città e non dentro uno stadio – aggiunge Estanguet –, per diffondere il messaggio che questi saranno Giochi popolari, oltre che spettacolari. È la nostra firma: atleti e le delegazioni di tutto il mondo sfileranno da est a ovest della città, passando sulla Senna sotto a Notre-Dame, al Louvre, fino alla Torre Eiffel, lungo un percorso di 6 chilometri. Un evento unico e indimenticabile, ma la Francia aspettava questo momento da esattamente 100 anni».
Poi c’è il tema della sicurezza, mai tanto d'attualità. «È la nostra priorità assoluta – osserva Estanguet –. Tutto quello che faremo, se non ci sarà sicurezza non servirà a niente. Ci stiamo lavorando dal gennaio 2021, abbiamo firmato un protocollo con lo Stato in cui sono ben definite le responsabilità ripartite tra forze dell'ordine, Comune di Parigi e stato francese. Il momento clou sarà la cerimonia inaugurale: ci saranno 100'000 spettatori con biglietti a pagamento (anche questi si può acquistare fino al 20 aprile, ndr) che assisteranno al defilé in prima fila, sulle rive ‘basse’ della Senna, lungo il fiume. Sulle rive ‘alte’, invece, i Lungosenna, ci sarà posto gratuitamente per altre centinaia di migliaia di persone: diciamo che potrebbe trattarsi di altri 600 mila persone».
L'altro tema di dibattito è quello della messa al bando di sportivi russi e bielorussi. «Non ci sono ancora decisioni – conclude Estanguet – ma la situazione è chiarissima: è il Cio a decidere quali Paesi possono partecipare, e questa decisione è stata rinviata alla fine di quest'anno o all'inizio del prossimo. Noi, come comitato organizzatore, la rispetteremo. Oggi è troppo presto per fare previsioni, anche perché la situazione politica può ancora evolvere».