Design minimalista ed estensiva digitalizzazione rinnovano il ‘sapore’ della compatta ‘retrò’, disponibile anche con motori a benzina
La nuova generazione della popolare “piccola” britannica, già introdotta sul mercato nel 2023 in versione elettrica, si estende ora alle propulsioni convenzionali. Il rinnovato modello a benzina nasce però come evoluzione tecnica della Mini precedente: resta invariato il passo, sempre piuttosto abbondante in relazione alla lunghezza (3,88 m), mentre lo stile evolve senza rivoluzioni. Presentando superfici più patinate specie nel frontale, dove spicca la mascherina ingrandita con perimetro ottagonale, mentre la coda si arricchisce di gruppi ottici trapezoidali con cornici carrozzeria a fare da spalla. Dettagli questi ultimi che certamente spiccano, allontanandosi però dal design originario della prima Mini.
La protagonista del test è stata una Cooper S tre porte nello sportiveggiante allestimento JCW, ispirato alla top di gamma John Cooper Works più performante. Sotto il cofano troviamo il conosciuto due litri turbo benzina, ora accreditato di 12 cv in più. La trazione è sempre anteriore, mentre il cambio è un automatico a doppia frizione con sette rapporti. Così equipaggiata, la Cooper offre una capacità di scatto da fermo sempre interessante, anche se alla guida risulta sempre un po’ meno vivace rispetto ai dati cronometrici, comunque notevoli: il quattro cilindri ha una risposta docile e lineare, ma manca un po’ di esplosività. La stessa trasmissione presenta cambi di rapporto morbidi e mai particolarmente incisivi, anche quando si opta per la modalità manuale. La reattività all’acceleratore è dunque valida in assoluto, allo stesso tempo un po’ meno grintosa rispetto alle aspettative. Interessanti, tenuto conto del potenziale, i consumi, con una media di circa 7l/100 km su percorso misto.
L’effetto “kart”, sul piano dinamico, è ad ogni modo sempre ben presente. A tratti persino troppo, dato che le sospensioni adottano di base una rigidità molto accentuata in compressione, poco confortevole in presenza di sconnessioni stradali ma pure nello stesso impiego quotidiano. Detto questo, gli appoggi in curva sono sempre lesti e molto pronti, assicurando alla Cooper S una buona scorrevolezza su superfici levigate. Anche qui, tuttavia, i conducenti più smaliziati non saranno particolarmente estasiati da uno sterzo che, pur essendo pronto e molto preciso, restituisce un feeling sotto le aspettative, in particolare nei riallineamenti. A bordo di questa nuova Mini Cooper S si viaggia subito dinamicamente e con poco impegno, ma senza poter apprezzare fino in fondo la profondità di coinvolgimento e la sensazione di controllo diretto e raffinato conosciuto fino a poco fa. La nuova Cooper S è “facile” ed equilibrata, mettendo la facilità di guida al centro e pronta a “stemperare” gli eventuali eccessi in curva con un sottosterzo crescente, incollata a terra con retrotreno sempre saldo, a volte fin troppo. Apprezzabili, in questo contesto di guida veloce ma sempre sicura, i raffinati i controlli elettronici di stabilità e trazione, al pari della consistente serie di ausili attivi alla guida.
L’effetto “wow” contraddistingue invece l’abitacolo, largamente rivisto e dominato dalla strumentazione circolare centrale: questa caratteristica storica del modello viene qui ulteriormente ampliata con l’adozione di uno schermo Oled ad alta definizione da ben 24 cm di diametro (quasi 10 pollici), semi-flottante su una plancia ancor più lineare e minimalista. L’arredo adotta materiali piuttosto semplici, ma con rifiniture e soluzioni creative che donano pregio all’insieme, come nel caso dei rivestimenti in stoffa sulla plancia. Il risultato è coinvolgente, ma anche inizialmente un po’ spiazzante, poiché tutte le funzionalità - climatizzazione compresa - sono ora centralizzate a display; quest’ultimo, a sua volta, può essere configurato non solo nei contenuti visualizzati ma pure estensivamente nello stile delle grafiche. Sulla linea inferiore si trovano i pochissimi comandi convenzionali, tra cui la stessa levetta per la selezione della trasmissione.
Per padroneggiare questa centralizzazione e digitalizzazione delle funzioni serve dunque un certo apprendistato mettendo in conto una certa distrazione nel dover distogliere l’attenzione dalla strada; non c’è più, infatti, il piccolo cruscotto di fronte al conducente, sostituito solo in parte dall’head-up display. A sua volta tuttavia non proiettato sul parabrezza ma solo localmente sul piccolo schermo trasparente, e non completo di tutte le informazioni essenziali di base (non sono visualizzati, ad esempio, gli indicatori di direzione). Comode e ben imbottite le poltrone anteriori dalla seduta ribassata, con posizione di guida ampiamente personalizzabile, ben integrata nel mezzo e valida libertà di movimento. Lo spazio per i passeggeri posteriori è invece risicato, al pari del vano di carico (210 litri): si viaggia di fatto solo in due, riservando lo spazio posteriore a effetti personali e bagagli per brevi soggiorni.
Modello | Mini |
Versione | Cooper S |
Motore | 4 cilindri, turbo benzina, 2.0 litri |
Potenza, coppia | 204 cv, 300 Nm |
Trazione | Anteriore |
Cambio | Doppia frizione a sette rapporti |
Massa a vuoto | 1’360 kg |
0-100 km/h | 6,6 secondi |
Velocità massima | 242 km/h |
Consumo medio | 6,4-6,1 l/100 km (omologato) |
Prezzo | 47’830 CHF |