A Mendrisio le uscite del municipale Massimo Cerutti hanno delineato gli schieramenti, che hanno tutta l'aria di caratterizzare la legislatura
‘Ma cos’è la destra cos’è la sinistra’. Giorgio Gaber se lo chiedeva già alla metà degli anni Novanta. Viene da credere che oggi a Mendrisio sia più semplice capirlo; è bastato assistere all’esordio della legislatura per farsene un’idea. Ma soprattutto è stata sufficiente la nomina di due delegati – i rappresentanti del Municipio al tavolo del Consiglio di amministrazione della Società Teleriscaldamento del Mendrisiotto – per vedere compattarsi i due schieramenti, l’uno di (centro)Destra, l’altro di (centro)Sinistra.
A fare da spartiacque è stata l’uscita decisamente sopra le righe del municipale (Udc) Massimo Cerutti, che nel tentativo di difendere (invano) la sua candidatura (forte del ticket municipale) ha dimenticato l’istituzionalità del suo ruolo. È stato come accendere una miccia, già innescata, e... boom: ci risiamo, dirà qualcuno. L’AlternativA l’ha incalzato, facendolo per finire uscire allo scoperto; il Plr (il suo ex partito) lo aspettava al varco (fin dalla sua rielezione ad aprile), ed è più che probabile che per tutto il resto del quadriennio non gliene lascerà passare mezza. Del resto, il confronto non si è esaurito nell’aula del legislativo. Anche perché Cerutti ha rincarato la dose il giorno successivo con dichiarazioni a mezzo stampa apparse bellicose, ipotizzando che la sua mancata nomina “potrebbe avere conseguenze negative sull’andamento della legislatura”.
Così una settimana dopo Verdi e Sinistra e liberali radicali hanno imbucato due missive all’indirizzo dell’Esecutivo e del presidente del Consiglio comunale, tra biasimi e stigmatizzazioni. Con l’invito esplicito e corale a “riportare comportamenti e affermazioni entro toni e confini condivisibili” e a “vigilare affinché episodi di questo genere non si ripetano”, intervenendo “tempestivamente e con fermezza nel caso in cui si verificassero ulteriori derive”. D’altro canto, anche i colleghi di partito del municipale – finito, di nuovo, sotto i riflettori – non hanno potuto fare altro che ammettere “taluni infelici riferimenti a persone e a circostanze personali”, pur giustificandolo con la sua “buona fede”. Lo si è percepito anche dai toni, forse inaspettatamente quieti, utilizzati nella nota inviata in risposta ad AlternativA e Plr.
Qualcosa fa pensare, in ogni caso, che si siano resi conto che non sarà semplice ‘gestire’ il proprio rappresentante in Municipio. Serve a poco fare le ‘vittime’ – una sindrome diffusa di recente a Destra, basta gettare l’occhio Oltreconfine – e ributtare sul Centrosinistra la ‘colpa’ di alimentare un “clima conflittuale” e di distogliere l’attenzione della cittadinanza dai problemi reali della Città (come il rigore nella spesa pubblica, rivendicato dal Centrodestra e che ha già trovato Udc-Udf in asse con il Centro, o almeno una parte di esso). Tutto ciò dimenticandosi del ‘favore’ che proprio l’AlternativA ha fatto anche all’Udc, cedendo il posto nell’Ufficio presidenziale. Ma quello che più conta, non è che dalle parti della Sinistra non si abbiano ben chiare le priorità, tra urgenze pianificatorie, una imprescindibile difesa del territorio e una socialità chiamata in soccorso di tante fragilità. Anzi.
La politica è ancora una cosa seria. Come lo sono la Destra e la Sinistra (le elezioni europee insegnano). Per dirla con Gaber, non è solo che “una bella minestrina è di destra, il minestrone è sempre di sinistra”.