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Ma cos’è la Destra e cos’è la Sinistra?

A Mendrisio le uscite del municipale Massimo Cerutti hanno delineato gli schieramenti, che hanno tutta l'aria di caratterizzare la legislatura

In sintesi:
  • Al centro la nomina di due delegati, i rappresentanti del Municipio al tavolo del Consiglio di amministrazione della Società Teleriscaldamento del Mendrisiotto
  • Il confronto non si è esaurito nell’aula del legislativo ma è proseguito a mezzo stampa
(Ti-Press)
4 luglio 2024
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‘Ma cos’è la destra cos’è la sinistra’. Giorgio Gaber se lo chiedeva già alla metà degli anni Novanta. Viene da credere che oggi a Mendrisio sia più semplice capirlo; è bastato assistere all’esordio della legislatura per farsene un’idea. Ma soprattutto è stata sufficiente la nomina di due delegati – i rappresentanti del Municipio al tavolo del Consiglio di amministrazione della Società Teleriscaldamento del Mendrisiotto – per vedere compattarsi i due schieramenti, l’uno di (centro)Destra, l’altro di (centro)Sinistra.

A fare da spartiacque è stata l’uscita decisamente sopra le righe del municipale (Udc) Massimo Cerutti, che nel tentativo di difendere (invano) la sua candidatura (forte del ticket municipale) ha dimenticato l’istituzionalità del suo ruolo. È stato come accendere una miccia, già innescata, e... boom: ci risiamo, dirà qualcuno. L’AlternativA l’ha incalzato, facendolo per finire uscire allo scoperto; il Plr (il suo ex partito) lo aspettava al varco (fin dalla sua rielezione ad aprile), ed è più che probabile che per tutto il resto del quadriennio non gliene lascerà passare mezza. Del resto, il confronto non si è esaurito nell’aula del legislativo. Anche perché Cerutti ha rincarato la dose il giorno successivo con dichiarazioni a mezzo stampa apparse bellicose, ipotizzando che la sua mancata nomina “potrebbe avere conseguenze negative sull’andamento della legislatura”.

Così una settimana dopo Verdi e Sinistra e liberali radicali hanno imbucato due missive all’indirizzo dell’Esecutivo e del presidente del Consiglio comunale, tra biasimi e stigmatizzazioni. Con l’invito esplicito e corale a “riportare comportamenti e affermazioni entro toni e confini condivisibili” e a “vigilare affinché episodi di questo genere non si ripetano”, intervenendo “tempestivamente e con fermezza nel caso in cui si verificassero ulteriori derive”. D’altro canto, anche i colleghi di partito del municipale – finito, di nuovo, sotto i riflettori – non hanno potuto fare altro che ammettere “taluni infelici riferimenti a persone e a circostanze personali”, pur giustificandolo con la sua “buona fede”. Lo si è percepito anche dai toni, forse inaspettatamente quieti, utilizzati nella nota inviata in risposta ad AlternativA e Plr.

Qualcosa fa pensare, in ogni caso, che si siano resi conto che non sarà semplice ‘gestire’ il proprio rappresentante in Municipio. Serve a poco fare le ‘vittime’ – una sindrome diffusa di recente a Destra, basta gettare l’occhio Oltreconfine – e ributtare sul Centrosinistra la ‘colpa’ di alimentare un “clima conflittuale” e di distogliere l’attenzione della cittadinanza dai problemi reali della Città (come il rigore nella spesa pubblica, rivendicato dal Centrodestra e che ha già trovato Udc-Udf in asse con il Centro, o almeno una parte di esso). Tutto ciò dimenticandosi del ‘favore’ che proprio l’AlternativA ha fatto anche all’Udc, cedendo il posto nell’Ufficio presidenziale. Ma quello che più conta, non è che dalle parti della Sinistra non si abbiano ben chiare le priorità, tra urgenze pianificatorie, una imprescindibile difesa del territorio e una socialità chiamata in soccorso di tante fragilità. Anzi.

La politica è ancora una cosa seria. Come lo sono la Destra e la Sinistra (le elezioni europee insegnano). Per dirla con Gaber, non è solo che “una bella minestrina è di destra, il minestrone è sempre di sinistra”.

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