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Quando si parla della signora Segre

Mi rendo conto che tanta gente cita la signora Segre il più delle volte senza cognizione di causa.
Non avrei certo l’ardire di criticarla, specialmente quando si tratta di un argomento tragico e per lei personale come il genocidio, del quale la signora Segre è stata testimone diretta e non per sentito dire, oltre che vittima dei lager nazisti in cui ha perso la famiglia.
Ci sono studi indipendenti che si possono trovare, e anche un rapporto dell’Onu e del quotidiano The Telegraph che ridimensionano e di molto il numero delle vittime in un anno di guerra a Gaza.
Le cifre sono state costantemente gonfiate perché diverse testate giornalistiche riportano senza nessuna volontà di esercitare la capacità di critica, ciò che il fantomatico ministero della salute di Hamas diffonde quotidianamente a gran voce per tantissime testate giornalistiche occidentali che si prestano a fare da cassa di risonanza a un’organizzazione terroristica. L’importante è mettere in cattiva luce le forze di difesa israeliane. Tant’è che la Rsi riporta le notizie senza avere un inviato sul posto, come invece dovrebbe avere un telegiornale serio, pagato con i soldi dei cittadini.
Le storie strappalacrime che si sentono da Gaza, alcune vere, altre inventate per accrescerne l’impatto emotivo, purtroppo accadono nelle guerre, ovunque nel mondo.
Il problema della disinformazione sta diventando molto grave in questa società e sta minando le fondamenta delle nostre democrazie, oltre che fomentare antisemitismo e odio.
Ci vorrebbe molta più capacità critica e a volte anche la capacità di rimanere umili di fronte a un personaggio come la Segre, per imparare dal passato, possibilmente in rispettoso silenzio.