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Gaza, o fino a quando si può tacere e sentirsi uomo?

Mentre da ottobre l’orrore di Gaza genera proteste in tutto il mondo e condanne da parte di istituzioni internazionali, il Partito Socialista Svizzero (Pss), il difensore dei più deboli, fa scena muta.

L’onorevole Sommaruga esprimendosi su questo silenzio sui Quaderni del ForumAlternativo di febbraio, ha dichiarato che il Pss moralmente e politicamente commette un errore. Tra i motivi del silenzio elenca le azioni dei circoli pro israeliani in Svizzera che operano per sopprimere ogni critica a Israele.

Nel suo congresso di sabato 08 giugno il Ps Ticino ha finalmente rotto questo silenzio comunicando che sarà votata al prossimo Comitato cantonale una risoluzione proposta dalla Gioventù socialista in solidarietà con la popolazione palestinese. Se si sa che il comitato si riunirà in ottobre, l’intempestività di questa decisione non ridicolizza soltanto la Giso ma ridicolizza le sofferenze del popolo di Gaza.

L’analisi di Sommaruga, lucida e completa, va precisata in due punti.

I circoli pro israeliani in Svizzera saranno responsabili per le misure pro Israele in Svizzera (p.es. per il fatto che la catena della solidarietà non può fare una giornata per Gaza alla televisione – come fa per tutte le sciagure – o per il fatto che, nei media pubblici, le dimostrazioni degli studenti vengono sempre descritte come dimostrazioni dei pro palestinesi, mai come dimostrazioni contro Gaza o che di dimostrazioni ebraiche contro Gaza mai si riferisce) ma non per il silenzio imposto al Pss. Per questo possono aver agito solo i circoli pro israeliani del Pss.

In secondo luogo, i circoli pro israeliani che stroncano, come scrive Sommaruga, ogni critica alla reazione sproporzionata di Israele non sono chi non contesta l’esistenza dello Stato d’Israele (realtà ragionevolmente incontestabile) ma i pro “Israele di Netanyahu”, pro la realizzazione di ambizioni territoriali religiose, sono i sionisti.

E qui siamo al nocciolo del problema. Nel Pss, come nel Pd italiano, ci sono compagni sionisti che sostengono anche oggi Israele.È dal ’48 che questi compagni, quando Israele compie azioni criticate da istituzioni internazionali, sopprimono interventi critici con un’unica ricetta: “Fermi, chi critica Israele è antisemita”. Di fronte all’indescrivibile atrocità e l’estensione (coi morti cinque volte la Shoah italiana) delle vendette di Gaza, vendetta che non cercano solo d’annientare ma di fare soffrire (vale in pieno il “comprendere non è possibile” di Primo Levi) un partito di sinistra non può più chiudere gli occhi, cedere alla solita strumentalizzazione della Shoah, ma deve dichiarare che per i sionisti a sinistra non c’è posto. Con la stessa fermezza con la quale dice no all’antisemitismo la sinistra oggi deve dire no al sionismo, sì a un Israele senza apartheid, no all’Israele del fanatismo religioso. Se vuole portare rispetto alle vittime di Gaza, il Ps deve rinunciare a vecchi e anche cari, importanti e influenti compagni, e forse a finanziamenti. Al congresso del partito, il Ps ticinese, in linea con il Pss o quasi peggio, ha scelto invece di rinunciare alla sua dignità.

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