Sono passati i tempi quando Giuliano Bignasca tuonava dal Mattino; “Giù le mani da Zali”. Chi ha la memoria ancora attiva ricorderà che l’ancora non eletto consigliere di Stato si era reso attore di presunte vie di fatto e favoreggiamento nella sua carica di giudice del Tribunale d’appello. Altri tempi direte voi. Certo, eccome. Ed ecco che su un quotidiano ticinese di sabato appare la notizia che il sindaco di Bioggio sarebbe indagato per reati finanziari. Nonostante che l’articolessa in ingresso abbia sottolineato la doverosa presunzione d’innocenza dell’interessato, eccoti che uno dei vicecoordinatori leghisti, un neo Carneade, mette i piedi in avanti affermando testualmente che se le notizie venissero confermate al sindaco di Bioggio verrebbero chieste le dimissioni da ogni carica politica. Alla faccia della presunzione d’innocenza. Ma al maldestro braccio del capo del Dipartimento delle istituzioni (chissà perché non ci ha messo la faccia lui? Ah già, lui non si sporca le mani quale coordinatore “a vita”). Ci mancherebbe. Peccato che alla gattina frettolosa di Via M.te Boglia (laddove non si muove foglia che Gobbi non voglia) dev’essere sfuggito un piccolo particolare. Prima di chiedere le dimissioni al sindaco di Bioggio (tanto per rifarsi la verginità perduta con il filo di refe) non bisognava prima attendere eventuali azioni dapprima del diretto interessato e poi dei suoi elettori? Mica saranno tutti scemi a Bioggio. Ed ecco che ancor prima che la magistratura abbia svolto il suo compito e prima ancora del diretto interessato e dei suoi elettori, siamo già alla pre-sentenza, ossia presunto colpevole! È cambiata la Lega? No! Semplicemente la Lega non esiste più.