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Amnesty International, un rapporto controverso

21 dicembre 2024
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Amnesty International ha pubblicato di recente un rapporto con cui accusa lo Stato di Israele di condurre un’offensiva genocida contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.
La narrazione, però, ignora sistematicamente il contesto di questa guerra: l’attacco lanciato in territorio israeliano dall’organizzazione terroristica Hamas il 7 ottobre 2023 - che ha causato 1’200 morti, migliaia di feriti, la distruzione di comunità, il rapimento di circa 250 ostaggi. È ignorata altresì la minaccia fatta da Hamas di ripetere questo tipo di attacco brutale.
Il rapporto si basa su un insieme di testimonianze raccolte tra soggetti locali, comprese autorità e rappresentanti delle ONG. L’affidabilità di queste fonti appare problematica, considerando che Hamas esercita un controllo completo su Gaza e sulle sue istituzioni, dunque sulle informazioni medesime. È legittimo chiedersi se queste informazioni siano dunque state verificate.
Il punto controverso è l’accusa di genocidio, che richiede prove chiare sia dell’intenzionalità che dei mezzi utilizzati per perseguire tale obiettivo. Amnesty, però, sembra invertire causa ed effetto, attribuendo a Israele la responsabilità per le sofferenze dei civili a Gaza senza considerare il diritto di uno Stato a difendersi da attacchi terroristici di questa portata, condotti da un territorio trasformato in base militare. Partire da una conclusione precostituita e piegare il diritto internazionale a sostegno di essa non è degno di un’organizzazione che si proclama difensore dei diritti umani.
Mentre Amnesty accusa Israele di trattare i palestinesi in modo “subumano”, non dedica spazio alla sofferenza degli ostaggi israeliani. Uomini, donne e bambini rapiti da Hamas con altri gruppi armati hanno vissuto in condizioni subumane nei tunnel sotterranei di Gaza, privati di cibo e acqua e sottoposti a torture fisiche e psicologiche.
Rapporti come questo non contribuiscono alla risoluzione di un conflitto. Al contrario, polarizzano ulteriormente le posizioni e rafforzano il campo di chi vuole delegittimazione lo Stato di Israele e i suoi governanti con accuse infamanti. Se Amnesty vuole mantenere la sua credibilità, deve rivedere il proprio approccio impegnandosi in analisi veramente imparziali e complete.