Facendo per un attimo astrazione dalle innumerevoli problematiche legate ai cambiamenti climatici che condizionano sempre più la nostra qualità di vita, la grande sfida cui sarà confrontata la città di Mendrisio nei prossimi anni riguarderà senza dubbio l’invecchiamento della popolazione e la qualità della vita che saremo in grado di garantire ai “noss vecc”. Il progressivo invecchiamento della popolazione è ormai un dato di fatto; così come sono reali, e costanti, gli aumenti non governabili dei costi a carico del Comune in questo singolo frangente: per le case anziani, il mantenimento a domicilio, i servizi (pubblici e privati) di assistenza e per quelli di appoggio.
Su questo tema specifico, il recente Rapporto sulla povertà allestito dall’Ustat ha evidenziato per il Ticino un fenomeno allarmante: se a livello svizzero 1 anziano su 5 vive in condizioni di povertà, nel nostro Cantone la percentuale sale fino a 1 su 3, confermando come le persone anziane, con sempre maggiore frequenza, non riescano a far fronte a spese non preventivate e si ritrovino addirittura costrette a risparmiare sui beni di prima necessità. Proprio gli anziani – il cui potere d’acquisto è già, nella maggior parte dei casi, ridotto al lumicino – sono inoltre più toccati rispetto ad altre categorie dai rincari generalizzati e dall’aumento del costo della vita.
Che fare dunque per garantire loro una vita e una pensione quantomeno dignitose? Scartata a priori l’idea (immorale) di tagliare o anche solo diminuire i servizi rivolti alla terza età, non rimane che un’unica alternativa percorribile per far sì che Mendrisio, in un prossimo futuro, possa dire con orgoglio – parafrasando un famoso film dei fratelli Coen – di essere “un paese per vecchi”.
Come? Ad esempio, bilanciando solidarietà e sobrietà e ricordando ciò che diceva sempre don Gallo, ovvero che la parsimonia genera solidarietà e ci aiuta a immedesimarci nell’altro. Il punto di partenza? Il mantenimento dei servizi esistenti, il rafforzamento della solidarietà intergenerazionale e l’aumento della prossimità per riallacciare i rapporti tra tutti gli abitanti di Mendrisio.
Una proposta aggiuntiva? La creazione di una banca del tempo che gestisca uno scambio di servizi non monetari, cioè non retribuiti in denaro, ma compensati con altri servizi e con altro “tempo” messo a disposizione del prossimo. Quali sono, infatti, le principali risorse di cui dispongono gli anziani? Tempo e competenze, per l’appunto. Con la creazione di questo circolo virtuoso si potrebbe ridare dignità e considerazione a una fascia della popolazione troppo spesso marginalizzata e, al contempo, sarebbe la stessa comunità a trarne beneficio, valorizzando un patrimonio di conoscenze e di saperi destinato a scomparire.
Tutto sommato, si tratta di una ricetta semplice: prossimità e solidarietà. Già, perché niente più della vicinanza (e dell’ascolto) crea fiducia, che, a sua volta, accorcia la distanza tra la cittadinanza e le autorità, permettendo così a tutti noi di sperare in un futuro più roseo. Per tutti.