Mendrisiotto

Mendrisio tira le somme. Il moltiplicatore? ‘Non si tocca’

A confronto Daniele Caverzasio (Lega-Ind.), Jacopo Scacchi (AlternativA), Pascal Cattaneo (Centro- Verdi liberali) e Marco Tela (Plr)

Faccia a faccia, da sin., Marco Tela (Plr), Daniele Caverzasio (Lega-Ind.), Jacopo Scacchi (AlternativA), e Pascal Cattaneo (Centro-Verdi liberali)
(Ti-Press/Eia Bianchi)
29 marzo 2024
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Far quadrare i conti della Città. È stato uno dei temi più spinosi di questa legislatura. Con previsioni finanziarie tinte di rosso – e c’è chi parla di disavanzo strutturale –, salvo poi chiudere i Consuntivi 2023 a pareggio. Sta di fatto che la Città ha dovuto prendere anche delle decisioni scomode, alzando il moltiplicatore di 2 punti (al 77% dal 2023) e andando di lima sui bilanci. Misure che hanno diviso la politica locale. Se vi trovaste di nuovo al bivio, di fronte a un ulteriore aumento della pressione fiscale, che direzione prendereste? Riconfermereste i 2 punti in più? Cosa si possono aspettare i cittadini di Mendrisio?

CAVERZASIO – Quando si aumenta il moltiplicatore lo si fa ragionando sul lungo termine. Perché serve stabilità e attenzione alle spese per programmare le finanze, gli investimenti, la Città stessa. E l’aumento è stato dettato proprio dalla necessità di fronteggiare le sfide future. Non dimentichiamo che tra poco entrerà in vigore la riforma fiscale delle imprese – dopodiché si voterà sul secondo pacchetto – e che ci sono delle voci che verosimilmente aumenteranno ancora e pesano parecchio (penso al settore anziani). Le incognite, insomma, non mancano. Oltre quel 2 per cento in più, però, non andrei: oggi ci permette di governare la situazione. Dovremo, certo, vigilare sugli investimenti: veniamo da decenni nei quali si è investito parecchio. Non dico che oggi ne paghiamo le conseguenze – si è costruito la città – ma occorre essere oculati.

SCACCHI – Per l’area progressista l’aumento del moltiplicatore non è mai stato un tabù, a patto che questa misura aiuti a garantire i servizi erogati dalla Città. Se l’alternativa all’aumento fosse stato il taglio dei servizi, ci saremmo opposti. Viviamo un periodo storico in cui la popolazione fa sempre più fatica: penso ai premi delle casse malati, all’aumento dei prezzi di energia e affitti e alla perdita del potere d’acquisto. La gente ha bisogno di un ente pubblico che le stia vicino garantendo tutta una serie di prestazioni essenziali, come la complementare comunale e gli incentivi sociali e ambientali. Inoltre, chi, come me, tiene al nostro ruolo di città-polo non può pensare di diminuire i servizi erogati a un’intera regione. Sarei disposto nuovamente ad alzare il moltiplicatore? A oggi sarei un po’ più cauto. Il moltiplicatore ha bisogno di stabilità e simbolicamente non alzerei nuovamente la pressione fiscale dopo il chiaro risultato della votazione sulla 13esima Avs che ha messo nero su bianco le crescenti difficoltà economiche della gente.

CATTANEO – Nessun dubbio: il moltiplicatore non va alzato, né a corto né a medio termine. Abbiamo raggiunto un limite soglia, quindi manteniamo lo status quo. Anche perché attorno a noi vi sono Comuni con una pressione fiscale più interessante della nostra: Stabio è al 65% (e ha ancora molto spazio a disposizione per accogliere nuove aziende), Castello è al 55, Novazzano al 65, Balerna al 75. Sarebbe un po’ come tirarsi la zappa sui piedi, volendo attrarre nuovi insediamenti. Vanificherebbe le intenzioni. Va detto che la verità ha due facce: da una parte vi sono spese (si è detto ad es. il settore anziani) che non sono determinate dai Comuni e stanno esplodendo, dall’altra abbiamo comunque spazio di manovra a livello comunale. In un periodo elettorale non è simpatico o pagante dirlo, ma il tema va affrontato. Proprio per evitare che in pochi anni il moltiplicatore scivoli allegramente al di sopra dell’80%: non è utopia, è realtà. Esemplifico: le spese del personale. Nello spazio di un anno sono aumentate di 1,7 milioni; e se le raffrontiamo al 2022 sono cresciute di 3,4 milioni. Con questo non dico che bisogna licenziare, assolutamente; occorre però pianificare a medio termine un riequilibrio del numero dei dipendenti, facendo capo non al taglio dei servizi, ma ai pensionamenti.

CAVERZASIO – Cattaneo forse si dimentica che ognuno gioca il suo ruolo. A cominciare dai sindacati, che fanno riferimento pure al Centro – e mi riferisco all’Ocst – e che si mobilitano quando si tratta di aumenti salariali o del carovita (che abbiamo concesso, giustamente: lo Stato deve fare la sua parte). E non scordiamoci neppure che l’amministrazione pubblica di Mendrisio per 20 o 30 anni è stata governata da altri. Quindi, quando dice che fosse gonfiata, mi fa piacere che, guardando a posteriori, qualcuno se ne sia reso conto. Ma non pretendete da coloro che oggi sono al tavolo del Municipio che correggano immediatamente gli errori del passato.

CATTANEO – La spesa pubblica e del personale è aumentata, anche perché vi sono state importanti assunzioni, negli ultimi anni come di recente. In alcune interviste lei stesso, Caverzasio, ventilava un possibile blocco delle assunzioni per un anno. Invece, il Municipio ha deciso di continuare, appesantendo i conti della gestione corrente.

CAVERZASIO – Ma dobbiamo introdurre la digitalizzazione, ammodernare il Comune. E ci sono delle spese: è stato detto in modo chiaro. Come si può arrivare a dire che un credito votato dal legislativo su un tema come la digitalizzazione con cui spesso ci si riempie la bocca, è una spesa eccessiva e inutile? Volete o no una città 2.0? Facile insistere sui tagli ma non proporre una misura concreta. In occasione dei Preventivi 2023 si sono presentati in Consiglio comunale 30 emendamenti. Sapete quanti ne sono passati? Zero. E questo per non tagliare all’amico dell’amico. E allora la questione si fa complicata: non basta più tagliare sulla cartoleria. Si dice di intervenire sul personale: allora devo togliere un servizio. Se fino a qualche anno fa governavamo circa 50 centesimi per ogni franco speso, oggi arriviamo a malapena a 30 (circa 27). Calcolate che la spesa del settore sanitario negli ultimi tre anni è passata da 6 a 12 milioni, il doppio. Per capirci: se domani chiudessimo LaFilanda risparmieremmo 800mila franchi; solo chiudendo le scuole Elementari e licenziando tutto il personale arriveremmo a risparmiare 6 milioni. Pienamente d’accordo: bisogna avere attenzione alle spese, ma anche trattare quei grossi cespiti di spesa oggi insostenibili. Quando da un anno all’altro dal Cantone si recapita una fattura maggiorata di 2 o 3 milioni, poi non si può chiedere al Comune di annullare il rincaro, risparmiando per la stessa cifra. È matematicamente impossibile.

TELA – Il moltiplicatore è uno strumento, ma concordo: dobbiamo intervenire sui grandi flussi finanziari. Se il Cantone ogni anno ci carica di oneri, con i 30 centesimi che possiamo governare cosa riusciamo a fare? A bilancio abbiamo circa 100 milioni di spesa, quindi sono i grossi contenitori a pesare sulle nostre finanze. Si diceva del settore anziani, qui i costi aumenteranno sempre di più, a maggior ragione con l’arrivo della generazione del boom demografico. In ogni caso in questi anni mi sembra che il Municipio abbia svolto un lavoro impeccabile sul contenimento della spesa pubblica. Ha sempre cercato di razionalizzare nel migliore dei modi. È vero, ci sono state delle assunzioni – polizia, scuola, smartxme, risorse umane –, ma ciò che conta è riuscire ad avere dei servizi all’altezza dei nostri futuri potenziali insediamenti aziendali e della popolazione. Quindi bisogna investire su qualità di vita, spazi interessanti, trasporti pubblici. Infatti, c’è chi ha iniziato a decentralizzare nei Quartieri, un tempo solo dei ‘dormitori’.

CAVERZASIO – Detto che le nuove imprese qui trovano uno dei moltiplicatori più bassi del cantone, se ci scelgono significa che Mendrisio sa offrire qualcosa in più, a cominciare dalla sua posizione geografica strategica. La Città ha delle carte da giocare, anche in un territorio sempre più complicato e in una realtà di concorrenza fiscale. E la politica può contribuire a creare il tessuto urbano e sociale favorevole. Paradossalmente pure il traffico, che ci penalizza, ci può aiutare nella scelta logistica quanto a tragitto casa-lavoro. E non dimentichiamo che siamo una città universitaria.

Si parla infatti di insediamenti promettenti. Si può già tracciare un bilancio: che tipo di realtà sono arrivate e che ricadute avranno? Aiuteranno a riequilibrare le finanze?

CAVERZASIO – Sono di sicuro entrate che potranno aiutare il Comune. Certo non sono più i tempi della Armani, che garantiva circa 15 milioni l’anno: avrei voluto fare il ‘ministro delle Finanze’ all’epoca. Però di imprese ne arrivano e sono comunque delle realtà attraenti a livello fiscale. Mi piacerebbe, ma qui la politica ha un po’ le mani legate per certi versi, che potessero offrire posti di lavoro anche ai cittadini residenti. Il settore interessato è principalmente il terziario. L’amministrazione deve metterci del suo: bisogna snellire un po’ la burocrazia, andare incontro tanto alle aziende che al cittadino.

La futura strategia di marketing territoriale, dunque, è la strada da percorrere?

SCACCHI – Secondo me sì. Il moltiplicatore d’imposta è un fattore secondario nella scelta delle persone fisiche e giuridiche di insediarsi a Mendrisio. Nel 2018, la Sezione degli enti locali ha effettuato un sondaggio che ha evidenziato come il moltiplicatore sia il quinto fattore in ordine di importanza a essere considerato. Prima vengono il mercato del lavoro, la qualità di vita, i servizi erogati e il territorio. Ed è qui che dobbiamo agire, garantendo una buona qualità di vita, un territorio che sia protetto, dei servizi di qualità e un mercato del lavoro sano. A partire dal 2025 si discuterà sulla diversificazione del moltiplicatore tra fisiche e giuridiche. Io mi auguro, però, che questo non porti a una concorrenza fiscale sregolata con i Comuni limitrofi per attirare le persone giuridiche, dimenticandoci dello zoccolo duro del nostro gettito, ovvero le persone fisiche. Anche per evitare di rimanere con 15 milioni di gettito in meno da un giorno all’altro.

CATTANEO – Sicuramente i nuovi insediamenti vanno salutati in modo positivo. Prova ne è che nel Preventivo 2024 sono stati inseriti 2,8 milioni in più alla voce persone giuridiche. Ciò non ha impedito però di prevedere un disavanzo. Nel 2025 ci sarà una misura cantonale che avrà però un influsso negativo sulle imposte comunali: significa che il Municipio proporrà di alzare il moltiplicatore alle persone giuridiche? Anche no. Come detto, bisogna operare a tutto campo per evitare ciò.

CAVERZASIO – Per un polo Mendrisio ha comunque delle signore finanze. Se si vuole affrontare davvero una revisione della spesa pubblica ci vuole un lavoro di squadra. Anche perché nessuno taglia il ramo su cui è seduto, serve una visione politica a lungo raggio per decidere sui servizi da mantenere e su quelli da dismettere o riallocare.

CATTANEO – Concordo sul discorso di squadra. Occorre però scegliere ciò che per la Città è assolutamente prioritario e ciò che lo è meno. E questo va fatto di comune accordo. È poi indispensabile che la gente sia compiutamente informata sulle decisioni del Municipio quanto a investimenti nei Quartieri e tempistiche o si rischia di creare del malcontento. Purtroppo oggi ci sono tante domande, ma nessuna risposta concreta.

CAVERZASIO – Possiamo dare delle risposte quando abbiamo certezze. Non vorrei nemmeno alimentare false speranze.

SCACCHI – Io trovo che la comunicazione con la cittadinanza sia essenziale. Non bastano più gli albi comunali o le serate pubbliche: bisogna investire in una comunicazione digitale al passo coi tempi. È importante che la Città raggiunga tutti e anche le nuove generazioni. Sennò si perde il collante tra ente pubblico e cittadinanza.

TELA – Far passare le informazioni dall’amministrazione ai consiglieri comunali e alla popolazione è un tema molto importante anche per me. O si rischia di perdersi nelle chiacchiere da bar, non supportati dall’oggettività. Occorre evitare di alimentare il campanilismo.

CATTANEO – E avere il coraggio di dire chiaramente quale è la situazione. Se no crea frustrazione.

CAVERZASIO – Sulla comunicazione sono il primo a essere schietto con la popolazione. Bisogna però anche sensibilizzare su quanto si è fatto. Quando si parla della grande Mendrisio, dimentichiamo che alcuni Comuni non avevano finanze molto solide. L’aggregazione avrà anche aspetti negativi, ma ha permesso di effettuare investimenti importanti nelle zone periferiche. Ci siamo resi conto, però, che ci sono Quartieri dove bisogna lavorare di più, senza dimenticare nessuno. Mendrisio è un insieme di Quartieri, se prevale quella sensazione non fa bene alla città stessa.

Torniamo a spese e risparmi: lo studio commissionato per analizzare la situazione ha messo sul tavolo IQ Center, 2,5 milioni di risparmio globali. Il documento è finito nel cassetto o resta una bussola qualora si dovesse mettere mano al bilancio a suon di forbici?

CAVERZASIO – Lo studio ci ha fornito delle indicazioni. Poi le scelte sono politiche. Tra le opzioni c’era il taglio di 600mila franchi alla complementare comunale: sinceramente come Municipio non ce la siamo sentita. Meglio chiedersi se ha ancora senso puntare su un aiuto locale (ora che si è votata la 13esima Avs). O se quei soldi possono essere spesi in modo più mirato per le persone che hanno bisogno. Si è proposto anche di intervenire sul mondo associativo, ma risparmiare 500mila franchi era improponibile. Ma non è che non si sia preso a cuore il tema o aperto la discussione con le società. Stiamo facendo delle riflessioni.

TELA – Con l’aggregazione sono arrivate le famose promesse. E mi ricordo anche il discorso fatto alle società sportive, che allora vivevano di volontariato, ma erano tempi floridi. Chiedere di tornare indietro potrebbe essere indigesto. Meglio fare un passo alla volta. Anche perché abbiamo troppe variabili in campo.

SCACCHI – È solo una bussola. Lo studio presenta la realtà in modo scientifico e un po’ asettico. Noi siamo politici: sta a noi interpretarlo e prendere delle scelte. Come strumento guida può servire, ma non lo prenderei come oro colato, non siamo una tecnocrazia. Per questo abbiamo scelto di non tagliare di netto mezzo milione alle società sportive come suggeriva lo studio. Ci ha però aiutati per quanto riguarda la riorganizzazione dei Dicasteri, manovra che ci ha permesso di risparmiare senza dover intervenire con manovre redistributive. Poi ha dato lo spunto per dare avvio allo studio sulla nuova povertà, ben coscienti che la fascia di persone che fa più fatica si sta allargando. Questo studio darà modo di capire in maniera più approfondita qual è il tessuto sociale della città e chi usufruirà della complementare comunale. Potremo così mettere mano ai regolamenti e indirizzare gli aiuti in maniera un po’ più mirata.

CATTANEO – È stato un bene fare questo studio che ha restituito un esame tecnico, che permette ai politici di fare un’analisi puntuale. Sui tagli alle società, però, dico assolutamente no. Si diceva dello scollamento tra Comune e popolazione, accelerato con l’aggregazione, se si taglia si rischia di avere dei Quartieri dormitorio. D’altra parte, occorre continuare a stimolare e valorizzare il volontariato: il fuoco è sempre vivo, va rialimentato.

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