Le analisi promettono un’ottima qualità del vino, pur con un raccolto inferiore rispetto all’anno precedente
Nonostante un raccolto inferiore rispetto all’anno precedente, dovuto alle difficili condizioni climatiche, le analisi promettono un’ottima qualità del vino, suscitando ottimismo tra gli operatori del settore. È questo il succo, per usare una pertinente metafora, della vendemmia 2024 in Ticino. La fine dell’anno, con la pubblicazione dei dati ufficiali dell’annata vinicola da parte della Sezione dell’agricoltura, è l’occasione per fare, dunque, il bilancio della vendemmia e qualche previsione sul vino che verrà.
Se si dovesse riassumere in una frase l’annata 2024 questa sarebbe la scelta più appropriata: qualità più che quantità. Sono stati raccolti infatti 5,2 milioni di kg di uva il cui prezzo, grazie a un adeguamento, si è collocato in un intervallo compreso tra 4,20 e 4,80 franchi al kg. La raccolta ha registrato una flessione del 15% rispetto all’anno precedente. La causa principale è da ricercare negli eventi climatici registrati tra la primavera e l’estate. Il mese di maggio 2024 è stato contrassegnato da piogge intense, che hanno favorito l’insorgere di malattie, tra cui la peronospora. Quest’ultima, sempre più diffusa e difficile da debellare, colpisce le infiorescenze rischiando di compromettere la maturazione del grappolo. Inoltre, gli eventi estremi registrati nel mese di luglio – momento in cui l’uva attraversa una fase cruciale del suo ciclo di maturazione – hanno causato danni al raccolto, come anche alle piante stesse. Si tratta di un problema comune: anche le altre regioni vinicole svizzere hanno subìto perdite per via degli eventi climatici.
Nonostante ciò, il 2024 ha tutti i presupposti per essere una buona annata dal punto di vista qualitativo, come confermato dalle analisi sui campioni d’uva. Per esempio, le misurazioni del tenore in zucchero naturale sulle uve Merlot ticinesi – registrate a fine settembre – hanno indicato un dato medio di 21,30 Brix (88,7° Oe). Il valore indica uno stato di maturazione ottimale e in linea con le migliori annate. “Bisogna essere prudenti, è ancora presto per fare previsioni sui vini di questa annata. Tuttavia, possiamo sicuramente affermare che i dati derivati dalle analisi sono positivi e ci rendono ottimisti” ha affermato Maria Grazia Carbone, direttrice di Interprofessione della vite e del vino ticinese.
I cambiamenti climatici rimangono comunque un fattore importante, da non sottovalutare. Le annate climatiche sfavorevoli sono una realtà storica, ma è innegabile che gli eventi climatici estremi sono sempre più frequenti e pericolosi per la sopravvivenza del settore. Una situazione da non sottovalutare, anche per gli impatti economici su un settore che vale poco meno di 22 milioni di franchi e ne genera un’ottantina di indotto: “Stiamo lavorando affinché la viticoltura ticinese diventi più sostenibile e vogliamo fare il possibile per supportare gli operatori ad affrontare al meglio le sfide del clima”.
Il progetto ViSo del Cantone, avviato nel 2023, mira precisamente a sostenere i viticoltori del Ticino nel passaggio verso una produzione vitivinicola più sostenibile, promuovendo l’innovazione nelle pratiche di coltivazione e la biodiversità. “Crediamo fortemente in questo progetto che, insieme alle altre iniziative legate alla sostenibilità che IVVT sta pianificando, costituirà un’importante bussola per orientare il lavoro di viticoltori e produttori negli anni a venire” ha dichiarato la direttrice.
La vendemmia, come si legge nel comunicato stampa, “non è tuttavia soltanto una fase cruciale della trasformazione dell’uva in vino ma è anche una grande occasione sociale per celebrare un prodotto che racchiude e sintetizza l’anima di un territorio. Ogni anno sono infatti centinaia i lavoratori di ogni età e con esperienze diverse che si uniscono con entusiasmo e si rimboccano le maniche per contribuire alla raccolta del frutto di un anno di duro lavoro”.
La vendemmia 2024 ha attirato numerosi appassionati di vino e amanti della natura, che sono accorsi per dare il proprio supporto ai viticoltori ottenendo, in cambio, preziosi momenti di convivialità: “Un’occasione che, anche quest’anno, ha celebrato la comunità, lo spirito di collaborazione e la condivisione di un obiettivo comune legato alla nostra terra. La grande adesione di lavoratori è una conferma del valore e del pregio che questo mestiere ha agli occhi della comunità”, ha evidenziato Carbone.
Che la vendemmia sociale rappresenti un’esperienza arricchente anche per le stesse imprese viticole è confermato dal fatto che quest’anno il Ticino ha preso parte, per la prima volta, all’evento “Nel cuore della vendemmia” promosso da Swiss Wine Promotion: “L’iniziativa, che ha avuto luogo negli ultimi due fine settimana di settembre, ha consentito a turisti e appassionati di sperimentare, sotto la guida esperta dei viticoltori partecipanti, il lavoro della raccolta dell’uva in Ticino. Nella società digitale e super veloce c’è sempre più fame – o forse sarebbe più appropriato dire sete – di esperienze autentiche e a contatto con la natura. Per questo vale la pena celebrare e rinnovare ogni anno una tradizione che va avanti da migliaia di anni”.