Oggi comincia il dibattito sul Preventivo 2025. Via Monte Boglia: ‘Crescita spropositata e poca trasparenza’. Il Ps: ‘Risposte a diagnosi, non capricci’
La Lega attacca a testa bassa, il Partito socialista risponde veemente, il Sindacato studenti e apprendisti (Sisa) mena fendenti. È stata una vigilia caldissima quella del Preventivo 2025 che oggi sbarca in Gran Consiglio: non tanto per i suoi assi portanti, per il deficit previsto – attorno ai 93 milioni di franchi –, per il Piano finanziario. Al centro della polemica, anche ieri ed esattamente come negli scorsi giorni, il tema molto sentito della sforbiciata alla pedagogia speciale deciso dalla maggioranza della commissione parlamentare della Gestione, che ha optato per un aumento dei fondi di quattro milioni rispetto ai sei proposti dal Consiglio di Stato.
A far partire le danze domenicali è stato il movimento di via Monte Boglia si diceva, con una nota incandescente. “Negli ultimi anni, la spesa per la pedagogia speciale sotto la forte spinta ideologica del Decs a conduzione socialista ha ormai raggiunto livelli insostenibili e fuori controllo. Dal 2015, i costi diretti sono più che raddoppiati, passando da 38,6 milioni di franchi a una previsione allarmante di 82,2 milioni per il 2025, con un aumento del 112,87%!”, è l’entrata in materia della Lega. Che per carità, lo concede: “È innegabile che il settore della pedagogia speciale svolga un ruolo importante”. Ma finita lì, perché “la gestione attuale non tiene conto della sostenibilità finanziaria. Si registra una crescita spropositata della spesa pro capite, senza che i risultati siano misurabili o che si vedano benefici tangibili per la popolazione”. E ancora: “Questo a nostro modo di vedere è inaccettabile, soprattutto in un contesto in cui le famiglie e le imprese ticinesi devono fare i conti con bilanci sempre più ristretti”.
A fronte di tutto ciò, la Lega chiede nell’ordine: “Maggiore trasparenza sui criteri di utilizzo dei fondi e sui benefici effettivi per gli allievi coinvolti; il contenimento immediato della crescita dei costi, eliminando sprechi e ottimizzando le risorse; una verifica rigorosa dell’efficacia dei programmi finanziati, per assicurare che ogni franco speso produca un reale miglioramento”.
La spesa cantonale per la pedagogia speciale, rammenta la Lega, “oltre che a essere raddoppiata ha superato, a titolo di paragone, il totale dei salari dell’intero corpo della Polizia cantonale! Inoltre, agli oltre 82 milioni di franchi previsti per il 2025 vanno aggiunti i costi indiretti, come ad esempio il trasporto per le scuole speciali”. In schietta sintesi: “Mal capiamo quindi l’incapacità del Centro e della Sinistra nel non ammettere e riconoscere la necessità di contenere la crescita di questo settore. Come non possiamo più tollerare una gestione miope e dispendiosa da parte del Dipartimento interessato. Si tutelino i più fragili, ma si rispetti anche il principio dell’equità verso i contribuenti”.
Da noi interpellato per un commento, il deputato e vicepresidente del Ps Danilo Forini – estensore assieme al presidente del Centro Fiorenzo Dadò dell’emendamento che chiede di stralciare dal Preventivo la decisione della maggioranza della Gestione – è sull’indignato andante: «Martedì discuteremo un pomeriggio intero per togliere ore di logopedia e il necessario sostegno a bambini che hanno ricevuto una diagnosi di dislessia, qui si sta davvero perdendo la bussola». Forini replica punto per punto: «Si dice che questa spesa ha una crescita spropositata senza risultati misurabili e senza che si vedano benefici per la popolazione? È sconvolgente lo si dica – tuona Forini –, si vede che chi lo scrive non ha figli che hanno bisogno di misure di pedagogia speciale, perché per le famiglie coinvolte e per tutti i professionisti i benefici concreti si notano eccome, e sono misure essenziali per dare a questi bambini la possibilità di essere autonomi da grandi». In più, «anche i neuropediatri ci insegnano l’importanza di un intervento precoce, essenziale per lo sviluppo del cervello».
E sul fronte della spesa, Forini aggiunge: «Le misure aumentano perché aumentano il progresso della scienza nelle diagnosi e le segnalazioni delle scuole stesse, dei pediatri, della medicina. Sfatiamo il mito che siano i genitori a chiedere le misure, sono invece proposte da professionisti che fanno le diagnosi. E dietro una diagnosi c’è sempre un bisogno, non un capriccio. Anche la mia esperienza a Pro Infirmis mi conferma che c’è un percorso difficile da parte delle famiglie nell’accettazione di queste misure». Insomma, «sono sconcertato, come lo sono le 9mila persone che hanno firmato la petizione online» afferma ancora Forini: «Su tutta la spesa dello Stato si va ad accanirsi sulla scuola e su due milioni per chi è in difficoltà? Come Ps non abbiamo alcuna preclusione a voler valutare eventuali sprechi di risorse, anche nella scuola, ma occorre ricordare alla Lega che accusa di miopia il Decs, che in proporzione agli abitanti il Ticino ha la spesa più bassa della Svizzera per la scuola. E siamo qui a scannarci per due milioni dedicati a bambini con disabilità o dislessia...».
Picchia duro anche il Sisa: “Si tratta dell’ennesimo capro espiatorio che, nelle reali intenzioni dei promotori, mira ad applicare i dogmi neoliberali in ambito educativo”. Di più: “Il loro obiettivo è antipedagogico e antidemocratico: vogliono creare un sistema scolastico a due velocità”. Tutto ciò si traduce “in un numero inadeguato di docenti nella scuola speciale, in un ridotto numero di ore di logopedia, e in un finanziamento insufficiente per gli istituti che accolgono studenti con situazioni complesse”. Contro questo e molto altro il Sisa parteciperà al presidio per la scuola assieme a Vpod e Ocst oggi davanti a Palazzo delle Orsoline alle 17.30. Sempre oggi, ma alle 12, sarà consegnata la petizione a difesa della pedagogia speciale e della scuola lanciata da 27 associazioni.