L’onorevole Piezzi elogia la scuola inclusiva: “Il Ticino deve essere fiero di promuovere una politica scolastica inclusiva” ma la cassa subito dopo scrivendo che costa troppo. Di seguito butta lì due cifre decontestualizzate atte a sostenere il taglio di due milioni del credito per la pedagogia speciale proposto nel rapporto di maggioranza della Gestione: dal 2015 al 2023 il budget della sezione è passato da 16 a 42 milioni. Si interroga sui motivi di questo aumento dei costi. Manca però di onestà intellettuale quando scrive che il Decs si è limitato a inserire qualche figura professionale in più per rispondere ai bisogni emergenti degli allievi con misure rigide e controproducenti. E questa mancanza di trasparenza è ancor più evidente se si pensa che una risposta completa ai suoi interrogativi sui motivi dell’aumento di questi costi l’ha ricevuta dal Governo in risposta alla sua interrogazione in data 6 marzo 2024.
Proverò quindi di seguito a riassumere le ragioni principali che hanno portato all’aumento dei costi in questi dieci anni.
Un primo motivo è di tipo legislativo, ossia l’entrata in vigore del concordato Harmos nell’anno scolastico 2015/2016. Col settembre 2015 infatti la sezione della pedagogia speciale ha esteso le sue misure: servizio dell’educazione precoce scolastico, misure di logopedia e psicomotricità, intervento degli operatori pedagogici per l’integrazione nel contesto regolare, scolarizzazione speciale in sezioni inclusive o a effettivo ridotto; anche ai bambini della scuola dell’infanzia. Questa estensione delle prestazioni ha permesso nell’AS 23/24 a 89 bambini di seguire in modo regolare la scuola dell’infanzia del proprio Comune di domicilio accompagnati da un OPI; in secondo luogo è stata possibile l’apertura di 21 sezioni inclusive sul territorio cantonale: queste sezioni accolgono 3-4 bambini con bisogni educativi particolari e sono gestite da due docenti, una di scuola dell’infanzia e una di scuola speciale; in terzo luogo ha permesso l’apertura di 5 sezioni a effettivo ridotto che accolgono bambini con disabilità importante. In tutto, grazie al nuovo concordato, 181 bambini possono frequentare regolarmente la scuola dell’infanzia. Nell’anno scolastico 2014/2015 solo 40 allievi beneficiavano di un accompagnamento, mentre tanti bambini con bisogni educativi particolari rimanevano per molto tempo della settimana a casa.
Un secondo motivo è da ricondurre alla maggiore attenzione che oggi scuola, famiglie e pediatri prestano alle diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento e in generale alle difficoltà di funzionamento degli alunni. Una terza spiegazione è legata al crescente disagio nello sviluppo sociale degli allievi causato da famiglie fragili, ipostimolazione, post-Covid, percorsi migratori, che rendono le classi delle realtà fortemente eterogenee.
In cifre: dal 2015 al 2023 gli allievi con una misura di scolarizzazione speciale sono passati da 466 a 661, inseriti nei vari ordini di scuola: scuola dell’infanzia, scuola elementare, scuola media e post obbligo. Gli allievi seguiti da OPI sono invece passati da 274 a 570. Tutte queste misure sono chieste dai servizi della scuola regolare e sono valutate da commissioni specifiche, come previsto dalla legge, esterne alla sezione della pedagogia speciale.
Oltre ai costi legati all’aumento di docenti specializzati e degli OPI che servono a far fronte all’aumento degli allievi di cui sopra, dobbiamo aggiungere: i costi legati ai trasporti, l’organizzazione delle mense, i crediti per le uscite e le attività culturali, il materiale didattico specifico. Ovviamente anche il centro di costo legato alle misure di logopedia è aumentato negli anni.
Spero che la deputazione del Gran Consiglio sappia approfondire con accuratezza questo dossier legato alla pedagogia speciale prima di votare in merito al rapporto di maggioranza della Gestione che chiede di ridurre il credito della sezione della pedagogia speciale di ben 2 milioni basandosi su delle tabelle del servizio di sostegno pedagogico, il quale non dipende dalla sezione della pedagogia speciale. Sic!
Dire poi che l’offerta determina la domanda in ambito di bisogni educativi particolari è sicuramente errato e fuorviante. La sezione della pedagogia speciale interviene in risposta a una domanda accompagnata da tutta una serie di rapporti e valutazioni, ma soprattutto a seguito di un percorso a volte difficile e doloroso intrapreso da una famiglia.