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Riget e Sirica rieletti copresidenti del Ps per altri 4 anni

Il Congresso ha votato a scrutinio segreto, come proposto dall'ex vicepresidente Venuti e accolto dai diretti interessati: 85 favorevoli e 6 contrari

(Ti-Press)
8 giugno 2024
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Fiducia è stata chiesta e fiducia per un nuovo mandato è stata ampiamente concessa: con 85 voti favorevoli e 6 contrari Laura Riget e Fabrizio Sirica sono stati confermati alla testa del Partito socialista dal Congresso ordinario dedicato alla rielezione della presidenza tenutosi a Mendrisio. Le mozioni dell’ex vicepresidente Adriano Venuti – dimessosi in polemica il 24 aprile durante un Comitato cantonale – non hanno quindi scompaginato i progetti politici dei due giovani copresidenti, unici a essersi proposti per la carica e che la maggioranza dei convenuti all’Hotel Coronado ha deciso di far rimanere alla guida del partito per altri quattro anni.

Il voto, anziché per acclamazione, è avvenuto in modo esplicito e a scrutinio segreto – come chiesto da Venuti e accolto dai copresidenti – così da avere la misura del sostegno nei loro confronti da parte del Congresso. Sostegno risultato netto, come ha dimostrato anche la bocciatura dell’altra mozione dell’ex vicepresidente volta a rivalutare l’operato della presidenza e la sua legittimità dopo 18 mesi invece di quattro anni: solo quattro della novantina dei tesserati presenti in sala l’hanno sostenuta. Danilo Forini, esponendo la presa di posizione della direzione, ha definito la proposta come pericolosa: «Accettare significherebbe azzoppare in partenza chi dovrà battersi politicamente con la destra più agguerrita degli ultimi decenni. Sarebbe un regalo enorme per gli avversari politici».

‘Portiamo in dote un partito rinnovato’

Nel proprio intervento Laura Riget ha fatto riferimento a un editoriale di qualche mese fa pubblicato da ‘laRegione’ che si chiedeva cosa avrebbero portato in dote i due copresidenti al loro Congresso. «Una domanda legittima, che ci siamo posti anche noi – ha detto Riget –. Se guardiamo solo ai risultati elettorali – la perdita di un seggio in Gran Consiglio, di uno agli Stati e di diversi municipali e consiglieri comunali nei piccoli e medi comuni –, la risposta è chiara, portiamo poco. I risultati elettorali raggiunti sono stati al di sotto di quelle che erano le nostre aspettative e ne siamo delusi. Portiamo però il nostro lavoro che ci ha permesso di avere un’organizzazione più funzionante, con più militanza e presenza sul territorio, capace di lanciare numerose iniziative e referendum».

Lavoro «di aratura e di semina del terreno, di cui si vedono ancora poco i frutti» ha precisato Fabrizio Sirica, dicendosi però convinto che «i semi germoglieranno». Bisogna considerare, ha aggiunto, che «11 anni fa, quando sono entrato nel partito, non era usuale che i giovani vi si avvicinassero, tanto che il Ps non aveva nemmeno una sezione giovanile. C’era una chiara necessità di rinnovamento che, ribadiamo, non deve significare rottamazione o conflitto intergenerazionale». Ora, ha evidenziato Sirica, lo scenario è diverso: «Ci sono stati degli scossoni anche imprevedibili – ha detto alludendo alla mancata rielezione in Gran Consiglio di alcuni deputati d’esperienza –, ma è l’elettorato ad averlo deciso».

Continuando la propria analisi il copresidente ha dichiarato: «Quattro anni fa il contesto poteva farci dire che avevamo vinto con la storica elezione di Marina Carobbio agli Stati, ma eravamo un partito un po’ isolato e alcuni mettevano in discussione il nostro ruolo centrale. Oggi invece, grazie a un importante lavoro di collaborazione sui temi e a una linea ben definita del nostro partito, siamo riusciti a condurre e coordinare delle battaglie comuni, con il Partito socialista come principale punto di riferimento politico e istituzionale. Penso ad esempio al Comitato ‘Stop ai tagli’, che è stato alla base di importanti mobilitazioni contro il Preventivo. È grazie alla nostra strenua opposizione che più di 6’000 persone non si sono viste ridurre o addirittura togliere il sussidio di cassa malati».

Quanto ai temi al centro dell’agenda politica del Ps in Ticino «ci saranno il lavoro, i salari e i costi sanitari – ha esplicitato Sirica –. Insomma, le nostre priorità sono quelle di migliorare la fine del mese per la maggioranza dei cittadini e delle cittadine del cantone. Mentre l’obiettivo per la prossima tornata elettorale è di tornare ad avere il segno ‘più’».

‘Progetto rossoverde da sviluppare’

«Negli ultimi mesi si è tanto parlato del ‘progetto rossoverde’», ha ripreso Riget, ammettendo che «è vero, non è possibile definire nel dettaglio cosa sia esattamente, ma la convinzione che ci ha spinto a intraprendere questo percorso resta forte. Abbiamo sempre detto che la nostra collaborazione non vuole essere meramente elettorale, ma che si basa sulla certezza che solo collaborando possiamo affrontare le più grandi sfide della nostra generazione, dal lavoro alle disuguaglianze, dal clima e alla parità. Siamo pronti a continuare a lavorarci. Per noi l’obiettivo, e anche la dirigenza di Verdi la vede così – ha dichiarato la copresidente socialista –, è quello di essere due pilastri di un’area politica con valori comuni, che con le proprie differenze nell’unità può portare un valore aggiunto».

Biscossa: ‘Serve una vera condivisione’

Quanto al lavoro interno «serve un cambio di passo – ha considerato Sirica –. Vogliamo essere più legati al territorio, vogliamo andare in tutti comuni in cui ci sono delle sezioni per ascoltare quali sono i bisogni e i punti di forza da valorizzare». Un appunto critico a tale proposito è arrivato da Anna Biscossa: «L’avvicinamento a questo Congresso non è stato esilarante, come Sezioni non abbiamo avuto un coinvolgimento sul documento programmatico – ha detto l’ex granconsigliera e già presidente del partito –. È mancata quella condivisione col territorio che dite di auspicare. Ho fiducia in voi, sostegno la vostra candidatura – ha premesso –, ma è necessario che il lavoro che farete sia di vicinanza e di coinvolgimento di tutto il partito. E pertanto è indispensabile che anche la nuova direzione sia rappresentativa dell’intero Ps, non solo di certe correnti». Nuova direzione la cui nomina era all’ordine del giorno del Congresso, ma seguendo una proposta proprio di Biscossa si è deciso di designarla ad interim fino al prossimo Comitato cantonale durante il quale verrà poi formalmente eletta.

Storni: ‘No ai distillati ideologici d’élite’

Critiche all’operato della copresidenza sono giunte anche dal consigliere nazionale Bruno Storni. «Benché la situazione sociale, economica e politica del Paese fosse molto favorevole agli impegni della sinistra, le elezioni tenutesi negli ultimi quattro anni sono andate male. In Ticino il risultato del Ps alle Cantonali è stato il peggiore di sempre, un vero e proprio flop – ha affermato Storni –. È evidente che continuare a parlare di rinnovamento e di partito impolverato invece che di competenze non ci ha portato bene. Se si aggiunge l’esclusione di Amalia Mirante dalla lista per il Consiglio di Stato la frittata è fatta, abbiamo anche creato un nuovo partito». Un trend negativo confermato alle Federali e alle Comunali, che Storni ha giudicato «una forte ipoteca per il futuro del Ps. Da parte della direzione è mancata una presa di coscienza sulla base dei numeri che mostrano una incontestabile erosione di consensi», ha aggiunto il deputato al Nazionale, dichiarando che così non si può continuare: «Dobbiamo riaprire il partito e non ridurci al distillato ideologico di un’élite sempre più lontana da coloro che pretendiamo di difendere ma che ci votano sempre meno. Dobbiamo ricostruire dal basso nei Comuni aprendo a tutte le generazioni senza limiti di genere o età, dobbiamo avanzare proposte realizzabili, e batterci per realizzarle. Quindi con più fatti e meno parole, meno discorsi».

Carobbio: ‘Battaglie che sono lunghe’

«Abbiamo ottenuto dei risultati elettorali inferiori alle aspettative – ha rimarcato anche la consigliera di Stato Marina Carobbio –, ma non possiamo focalizzarci solo su questi. Penso che essere di sinistra in Ticino, in Svizzera e in altre parti del mondo non sia facile perché ci sono delle forze economiche e politiche che hanno interesse a mantenere lo status quo che garantisce loro dei privilegi, motivo per cui non entrano nel merito delle nostre proposte volte a diminuire le disuguaglianze». La sinistra e i socialisti «nel tempo hanno comunque vinto molte battaglie», ha sostenuto Carobbio, citando tra gli esempi quella per l’introduzione dell’Avs e, recentemente, per il suo rafforzamento con una 13esima. «Sono dei percorsi che necessitano di tempo, spesso caratterizzati da sconfitte, ma che permettono di andare avanti e di avere uno Stato più sociale che migliora i diritti della popolazione. La nostra è una visione di società a lungo termine e in questa dobbiamo credere».

Da due a cinque circondari

Nel corso del Congresso si è anche proceduto a una modifica statutaria sui circondari elettorali per le Cantonali: dopo una lunga discussione si è votato per passare da due (Sopra e Sottoceneri) adottati per l’elezione del 2023 a cinque (come per le elezioni dal 2007 al 2019). Sul tavolo c’erano altri due scenari scartati, quello di un circondario unico e quello di una quota minima per le valli periferiche. È stato inoltre avallato il principio di una risoluzione proposta dalla Gioventù socialista (Giso) in solidarietà con la popolazione palestinese, che sarà discussa e votata al prossimo Comitato cantonale.