Partito socialista, mozioni e relative motivazioni dell’ex vice in vista del Congresso di sabato 8 giugno
È ancora lui, Adriano Venuti, ad accendere i riflettori sul Partito socialista in vista dell’imminente Congresso. Dopo aver annunciato le dimissioni da vicepresidente in occasione del Comitato cantonale del 24 aprile, l’ex municipale di Massagno (ri)lancia il dibattito sul presente e “soprattutto” sul futuro del partito. Lo fa con tre mozioni – e relative motivazioni – indirizzate di recente alla Segreteria perché siano sottoposte al voto dei partecipanti al Congresso di sabato 8 giugno a Mendrisio. Mozioni e motivazioni con cui Venuti critica duramente l’operato degli attuali timonieri del Ps, Fabrizio Sirica e Laura Riget, copresidenti dal 2020 e a disposizione per un nuovo mandato.
Tra Venuti e i due giovani non c’è mai stato grande feeling. Ora, all’ordine del giorno del Congresso figura anche la nomina della presidenza del Ps. Domani scade il termine per l’inoltro delle candidature. Sino a ieri gli unici nomi in corsa erano quelli degli attuali copresidenti. È dunque assai probabile che ci sarà una sola candidatura, quella appunto della copresidenza Riget-Sirica. Con una mozione Venuti chiede di votare “anche in caso di un’unica candidatura alla presidenza” e se il Congresso “accetta questa proposta”, chiede che “la votazione avvenga a scrutinio segreto”.
Il presente del Ps secondo il suo già vicepresidente? Le ultime tre tornate elettorali, scrive Venuti nelle motivazioni di un’altra mozione, “hanno visto il nostro partito perdere consensi”. Nonostante “l’unione delle forze” con i Verdi, il risultato dell’elezione per il Consiglio di Stato “è stato molto lontano dall’aspettativa che 1+1 potesse fare 2”. In Gran Consiglio “abbiamo perso un seggio e di conseguenza ne abbiamo perso uno anche in ciascuna delle commissioni parlamentari”. Alle Federali “abbiamo perso il seggio al Consiglio degli Stati”. Alle Comunali “abbiamo perso diversi nostri rappresentanti, sia nei Municipi che nei Consigli comunali”: questa sconfitta elettorale “dovrebbe forse farci riflettere più delle altre perché è avvenuta a ridosso delle importanti mobilitazioni di piazza che tanto hanno esaltato alcuni di noi”, annota l’ex vicepresidente: “Evidentemente non è stato il nostro partito il motore della mobilitazione popolare dello scorso inverno, o per lo meno la maggioranza dei manifestanti non ci ha riconosciuto quel ruolo”.
Il focus si sposta poi su Sirica e Riget. “Conoscendo molto bene i copresidenti uscenti e probabili candidati unici alla presidenza, ammetto – afferma Venuti – di non riporre molta fiducia nelle loro parole e come me, oso immaginare che nemmeno altri la ripongano. Nella mia esperienza di vicepresidente, negli ultimi quattro anni ho potuto constatare da vicino quanto sia sempre stata importante la distanza tra le dichiarazioni di convenienza e la pratica quotidiana”. L’avvicinamento al Congresso, poi, “è stato un po’ tortuoso, con un copresidente che con grandissimo anticipo annuncia di non voler reclamare un nuovo mandato ma che poi cambia idea sull’onda emotiva suscitata dalla piazza gremita”. La copresidente “si è fatta pregare prima di annunciare quali sarebbero state le sue intenzioni”.
Non è finita. Il progetto rossoverde “non si sa più cosa sia”, rincara il già vicepresidente. E allora dal presente al futuro. Per Venuti occorre arrivare ai prossimi appuntamenti elettorali “con obiettivi e strategie chiare. E credo che alcuni punti vadano fissati con largo anticipo, non a ridosso delle elezioni cantonali come abbiamo fatto l’ultima volta”. Per questo, continua l’ex vicepresidente del Ps, “è necessario che si prenda coscienza di un fatto semplicissimo: Marina Carobbio non è la consigliera di Stato del Partito socialista, è la ministra di questo fantomatico progetto rossoverde, eletta su una lista che comprendeva anche candidature dei Verdi e che fa ‘riferimento’ a un gruppo parlamentare del quale è membro anche un esponente del Forum Alternativo”. Venuti ritiene che “questo sia il punto dal quale partire e che deve aprire il nostro sguardo a orizzonti che vadano oltre il Partito socialista”. Un “primo importante” passo “potrebbe essere la costituzione di una piattaforma stabile di confronto tra le forze progressiste e ambientaliste, una sorta di federazione rossoverde al cui interno venga svolto un regolare lavoro comune per il raggiungimento di obiettivi comuni”.
Conclude Venuti: “Questi ragionamenti non possono essere legati unicamente agli appuntamenti elettorali. Considero perciò necessario che la presidenza che risulterà eletta da questo Congresso si ripresenti a questo stesso organo entro diciotto mesi per fare il punto della situazione, per presentare il lavoro fatto, gli obiettivi raggiunti o raggiungibili e per quindi chiedere conferma della propria legittimità”.