La seconda giornata cantonale delle startup ha permesso a giovani creativi di presentare i loro progetti. ‘Le iniziative ci sono, ma vanno finanziate’
Una scarpa totalmente riciclabile realizzata partendo da mais e mele. Una cura a base di batteri per combattere il cancro alla prostata. Un sistema vocalico basato sull’intelligenza artificiale che in due secondi trova la casa dei nostri sogni. Sono solo alcune delle idee presentate oggi al Palazzo dei congressi di Lugano, durante la seconda edizione della giornata cantonale delle startup. Un appuntamento organizzato per essere «un canale di contatto e conoscenza tra mondo delle startup e imprenditori», ha spiegato Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia. «È proprio il finanziamento privato l’aspetto sul quale dobbiamo spingere. Vogliamo avvicinare chi ha i mezzi finanziari a chi ha le idee. Si tratta d’investimenti con una percentuale di rischio, vero. Ma che hanno grandi potenzialità e possono generare ricadute interessanti sul territorio», ha continuato Vitta. Per questo motivo sono previste agevolazioni fiscali per chi investe e si lancia in questo tipo di attività. Alla giornata, ha fatto sapere il Dfe, hanno partecipato oltre 400 persone.
«Dobbiamo creare una rete, l’interconnessione del tessuto economico ticinese» ha affermato il presidente della fondazione Agire Luca Bolzani, che per rendere meglio l’idea ha voluto usare una parola forte: «Spolpare. Vogliamo che un’idea imprenditoriale, quando buona, venga spolpata il più possibile, per non lasciarla sprecata». E d’idee sul territorio, ha sottolineato Bolzani, ce ne sono molte e spesso sono promosse da giovani. «Come fondazione sosteniamo circa cento startup, anche se è sempre difficile stabilire il confine che le definisce». Guardando ai numeri: «Il tecnopolo di Manno, una struttura che vuole essere a disposizione delle startup nei loro primi passi, nel 2020 aveva il 61% di occupazione. Lo scorso anno è arrivato a oltre il 90%. Significa che l’offerta funziona».
Tra chi lavora a stretto contatto con le startup c’è anche Lorenzo Leoni, managing partner di TiVentures, una società legata a BancaStato che «ha il compito di selezionare le iniziative meritevoli e investire con un primo capitale». Questo perché, ha proseguito Leoni, «la vera difficoltà non é costituire una società, ma avere ‘un’accelerata’ che permetta d’inserirsi e affermarsi sul mercato. In Svizzera abbiamo un settore finanziario con una bassa attitudine al rischio. Bisognerebbe insistere». E un’idea Leoni ha voluto lanciarla ai presenti: «Perché non si valuta d’investire parte dei soldi delle casse pensioni in startup? Si tratta di capitali ingenti, spesso non utilizzati e a volte anche in perdita». Il ruolo di TiVentures, ha ricordato Leoni, è quello di fare un primo investimento che possa poi attirare investitori privati con capitali più consistenti. E le cifre parlano chiaro: «In media una startup che riceve i nostri finanziamenti dopo 7 anni ha creato 34 posti di lavoro e dispone di un fatturato annuale di 5,9 milioni di franchi».
E tra chi rivendica di agire un po’ fuori dagli schemi c’è la Città di Lugano. «Portiamo avanti iniziative atipiche per un ente pubblico, ci comportiamo un po’ come giovani imprenditori, ma lo facciamo per poter avere un beneficio per la cittadinanza», ha spiegato il direttore dello sviluppo economico della Città di Lugano Pietro Poretti. Tra i vari esempi, e non poteva essere diversamente, anche il Plan B. «Che fosse fonte di disturbo per alcuni lo si era capito presto. Ma il ritorno d’immagine è stato oltre le aspettative. Ha permesso di fissare la bandierina di Lugano in modo chiaro e ben visibile».
L’evento, come ha ricordato il direttore della divisione economia Stefano Rizzi, «vuole mettere al centro proprio le startup e far conoscere le loro idee». I giovani innovatori si sono quindi presentati a turno durante la giornata, attraverso dei "pitch" (per chi non mastica l’inglese: brevi discorsi di presentazione per catturare l’attenzione di potenziali investitori). «Siamo due maestri di sci. Durante le nostre attività in montagna abbiamo notato il potenziale turistico non sfruttato di queste regioni», hanno spiegato Matteo e Carlo, fondatori di Crion. «Per questo motivo abbiamo creato un portale che vuole mettere in contatto turisti e abitanti della zona, che diventano esperti e promotori del territorio e dei suoi servizi». Un’offerta che «speriamo possa diffondersi, nell’interesse anche del Ticino, dove il turismo è un settore importante».