Ticino

Gli imprenditori innovativi si coltivano fin da piccoli

Successo di pubblico alla prima giornata cantonale delle startup. Il Cantone nella sua strategia di sviluppo punta sull’innovazione

Un momento dell’intervento del direttore del Dfe Christian Vitta
(Ti-Press)

Innovazione, creatività, dinamismo, sguardo verso il mondo e il futuro: sono queste alcune caratteristiche delle startup, giovani aziende che rappresentano una grande opportunità di sviluppo per l’economia ticinese. Una tipologia di imprenditorialità che ha esigenze particolari, tra cui la ricerca di investimenti per poter lanciare i propri prodotti o servizi sul mercato internazionale. E oggi non meno di 400 persone si sono date appuntamento al Lac di Lugano per la prima giornata cantonale dedicata interamente a questa tipologia di aziende. Un modo per far incontrare in un unico luogo una parte della rete delle startup presenti sul territorio (una ventina gli stand negli spazi del Lac) e i potenziali investitori.

La giornata si è aperta con il saluto del consigliere di Stato Christian Vitta, responsabile del Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) organizzatore dell’evento e del sindaco della città di Lugano Michele Foletti. Presente anche il presidente della Fondazione Agire Luca Bolzani che ha spiegato ai presenti le attività e lo scopo dell’ente che presiede nel favorire le idee imprenditoriali innovative. Christian Vitta ha ricordato che l’innovazione e le startup sono due tasselli della strategia di sviluppo economico per i prossimi anni individuata dal Cantone. «Le startup sono aziende giovani, tecnologiche e ad alto potenziale di crescita, con un orizzonte internazionale. Per questa ragione sono imprese che necessitano di un sostegno mirato per nascere, consolidarsi e crescere», ha affermato Vitta. Da qui tutta una serie di misure, anche fiscali, per fare in modo di trasformare il Ticino «in un luogo attrattivo per questo tipo di imprese». Si va dalla messa in rete del parco tecnologico ticinese – l’innovation park Ticino – a quelli nazionali dello Swiss innovation park e anche, in una logica transfrontaliera, al Mind (Milano innovation district). Inoltre c’è il concorso di idee annuale denominato Boldbrain startup challenge che mira a premiare i migliori progetti di imprese innovative inserendole in un percorso di coaching e di acceleratori nazionali. Per ultime, ma non meno importanti, ci sono le misure fiscali sia per chi investe nelle startup, sia per i promotori delle stesse.

Il sindaco Michele Foletti da parte sua ha ricordato l’adesione di Lugano al controverso – per alcuni – progetto Plan B che mira a trasformare la città sul Ceresio in un centro internazionale per tutto il mondo che gira attorno alle criptovalute e alla tecnologia blockchain. «È anche questo un modo per favorire l’insediamento di startup in questo particolare ambito sul nostro territorio», ha spiegato Foletti.

Incentivi fiscali per chi investe nell’innovazione

Già nel 2017 il Dfe aveva promosso una strategia coordinata che permettesse di sostenere lo sviluppo di imprese innovative. Dal 1° gennaio del 2018 il Ticino è uno dei tre Cantoni ad aver messo in vigore misure fiscali incentivanti per le startup e i propri investitori. Sono quattro gli strumenti legali messi in funzione attraverso la modifica della legge tributaria cantonale: tassazione separata dei redditi equivalenti per importo agli investimenti in startup; l’esenzione dall’imposta di donazione; riduzione dell’imposta sul capitale dall’1,5 per mille allo 0,01 per mille e l’esonero dall’imposta immobiliare minima. La prima misura è a favore degli investitori, mentre le altre tre vanno a vantaggio delle imprese innovative. Un esempio pratico di come funzioni la tassazione separata l’hanno fatta Giordano Macchi, direttore della Divisione delle contribuzioni, e Sharon Cina, perito fiscale della stessa divisione.

Un azionista di una ipotetica startup ticinese con un reddito imponibile di 500mila franchi, di cui 200mila investiti nella impresa innovativa, verrebbe tassato in modo ordinario (aliquote progressive) su 300mila franchi, mentre sui 200mila restanti in modo separato con un’aliquota unica dell’1%. Anche la società beneficerebbe di un forte sgravio: su un capitale imponibile di 600mila franchi, di cui 100mila liberati, 200mila apportati dall’azionista di cui sopra altri 300mila donati da un terzo, la tassazione sul capitale sarebbe di soli 6 franchi (lo 0,01 per mille).

Esistono però dei vincoli: il capitale massimo ‘sgravabile’ apportato dal socio deve essere compreso tra i 50mila e l’80% del reddito imponibile in Ticino. Nel nostro caso l’80% di 500mila franchi; la società in cui si investe deve essere riconosciuta innovativa. I criteri sono stabiliti dall’articolo 5 del regolamento di attuazione della Legge tributaria ticinese. Tra questi c’è l’aver ricevuto un premio ‘start-up award’ di enti nazionali riconosciuti o che sono tra le dieci finaliste del programma Bolbrain o di altri programmi svizzeri. Anche la partecipazione nel capitale di rischio da parte della società TiVenture Sa è titolo riconosciuto per l’agevolazione finanziaria come pure essere spin-off ufficiali di uno dei due politecnici federali.

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