Si profila una votazione molto tirata in Consiglio comunale. Ma, Lega a parte, il Preventivo 2025 sembra non piacere del tutto a nessuno
La storica decisione dei liberali radicali di non votare il Preventivo 2025 di Lugano ha scatenato una vera e propria bufera politica. Se da un lato questo profilamento rischia di non far passare il documento alla prossima seduta di Consiglio comunale (Cc) – il Plr, lo ricordiamo, è il gruppo più numeroso –, d’altro canto sta obbligando tutti i partiti a posizionarsi anticipatamente rispetto ai tempi dettati dalla Commissione della gestione. Allo stato attuale, infatti, quasi nessun altro ha già deciso come voterà. Ma, Lega a parte, il Preventivo suscita critiche da destra a sinistra.
«In generale non siamo contenti, perché in diversi ambiti il Municipio non ha fatto i compiti – valuta Lorenzo Beretta Piccoli, capogruppo del Centro –, in particolare per quanto riguarda le spese. La Gestione ha dato diverse indicazioni, che sono state disattese. Però non è tutto negativo, ad esempio il fatto che il moltiplicatore per le persone fisiche non venga aumentato e anche l’onere per le giuridiche sarà comunque minore tenendo conto della riforma fiscale. Considerato che il vecchio Piano finanziario prevedeva un aumento già per il 2025, è buono». Un giudizio in chiaroscuro che, probabilmente, porterà il partito a sostenere il Preventivo. «Dobbiamo ancora discuterne dettagliatamente, ma intendiamo avere un approccio sì critico, ma costruttivo. Soprattutto ora che, dopo che per anni non ci ha ascoltati, il Municipio si è detto finalmente pronto a mettersi al tavolo di discussione. Sarebbe peccato proprio ora chiuder loro la porta in faccia». E sulla vendita dei gioielli di famiglia, che il Plr non esclude di prendere in considerazione? «Dipende di quali immobili si parla e soprattutto con quale scopo. Sicuramente non per finanziare la gestione corrente».
Dello stesso avviso, su quest’aspetto, anche Lukas Bernasconi. «Vendere gli immobili per finanziare la gestione corrente è fuori discussione, giusto farlo solo per investimenti ben ponderati». Ma il capogruppo leghista di Preventivo non vuole parlare: «È prematuro esprimersi su cosa succederà in Cc, la notizia certa di oggi è che i due municipali del Plr sono stati abbandonati dal proprio gruppo». Perché? «Perché non c’è nessuna assunzione di responsabilità, anzi le scaricano sugli altri. Abbandonano la nave dopo aver rivendicato con forza il vicesindacato. A questo punto riteniamo che i primi a dover passare alla cassa sono proprio i dicasteri di Roberto Badaracco e Karin Valenzano Rossi, che oltretutto sono fra i più pesanti per le spese comunali». Per Bernasconi quella del gruppo Plr è «una mossa politica per ricercare visibilità. È impensabile rimandare indietro un Preventivo chiedendo 25 milioni di risparmi. Ogni misura di contenimento della spesa va a toccare il cittadino. Per questo vanno ponderate e discusse attentamente».
Chi probabilmente seguirà la scia del Plr sono i Verdi, che tradizionalmente si astengono dal voto e «non vedo ragione per cambiare la nostra posizione – ci dice Danilo Baratti –. Per valutare priorità e indirizzo sarebbe importante avere un bilancio ambientale e sociale serio, invece di quello specchietto per le allodole che è il Rapporto di sostenibilità presentato lo scorso anno». Il capogruppo ecologista comunque non è sorpreso della decisione del Plr «perché c’era stata qualche avvisaglia in Gestione. Ci sono ragioni comprensibili dietro questa scelta, legata alla ‘normalità’ di questo Preventivo che non affronta con fermezza la situazione finanziaria e rinvia a più tardi le scelte. Io di fronte a questo Preventivo mi chiederei anche, e magari soprattutto, perché non è stato anticipato il ritorno del moltiplicatore all’80%». Generalmente critica in occasione dei voti sui conti è anche l’Udc. Cambierà qualcosa ora che il capodicastero è Marco Chiesa? «Premesso che non ne abbiamo ancora discusso – ci dice il capogruppo Tiziano Galeazzi –, non credo. Saremo critici come lo saremo sempre stati. È da anni che chiediamo una revisione della spesa e che evidenziamo lacune anche noi. Il Plr ha fatto le proprie, legittime, valutazioni. Noi non abbiamo ancora deciso». A titolo personale, Galeazzi sottolinea che neanche per lui è un tema tabù la vendita dei gioielli di famiglia.
Giudica infine «forte e dirompente» la notizia, la capagruppo della Sinistra Nina Pusterla. «Personalmente, la trovo una presa di posizione poco coerente: da un lato si chiedono lacrime e sangue, dall’altro non accettano neanche l’unica timida misura prospettata ovvero l’aumento del moltiplicatore per le persone giuridiche. Ma è poco coerente anche il Municipio, che prima presenta una situazione molto problematica e poi rimanda tutte le decisioni di parecchi mesi. Di sicuro questo è un Preventivo anomalo, più o meno fotocopia di quello degli ultimi anni. Per noi questo è problematico, perché non vengono sostenuti tutti quegli ambiti che chiediamo vengano rinforzati. E d’altro canto non c’è nessuno sbilanciamento verso azioni di contenimento della spesa». Una linea che tradizionalmente la Sinistra non ama: «Sicuramente non condividiamo la volontà di risparmiare a tutto spiano. Ci vuole un’analisi ponderata della situazione e bisogna fare in modo che i servizi sociali e culturali, che a Lugano sono buoni e importanti, siano assolutamente tutelati. Comprendiamo che vadano fatti dei correttivi, ma bisogna ragionare non solo sulle uscite ma anche sulle entrate».
Non siamo riusciti a raggiungere il capogruppo di Avanti con Ticino&Lavoro Giovanni Albertini, né il capodicastero Finanze Marco Chiesa.