'Mungitura' del lavoro ridotto e licenziamenti, è stato tutto legale? Lo chiedono tre deputati Mps-Pop-Indipendenti
Approda al Parlamento cantonale la vicenda della Philipp Plein, la società del famoso stilista tedesco che sta drasticamente riducendo il personale della sua sede di Lugano, tagliando in totale 61 dei 140 dipendenti. Già segnalato all'ispettorato del lavoro, ora Plein è al centro di una interpellanza al Governo ticinese, presentata dai deputati in Gran consiglio Simona Arigoni, Angelica Lepori e Matteo Pronzini del gruppo Mps-Pop-Indipendenti.
"Alla triste biografia dello stilista Philipp Plein, portato in Ticino dalle politiche di massicci sgravi fiscali concessi alle imprese e dalla presenza di forza-lavoro qualificata pagata meno dei saldi di fine stagione, si aggiunge un nuovo capitolo. Dopo aver allegramente spremuto la mammella del lavoro ridotto durante la crisi del covid-19, questo sfruttatore alla moda ha deciso di ridurre pesantemente i dipendenti impiegati in Ticino. Le cifre non sono state precisate, ma i tagli si aggirano tra il 27 e il 46%. Cifre comunque impressionanti, tanto più che, secondo quanto riportato dai media, alcuni licenziamenti sarebbero avvenuti appena ottenuto il lavoro ridotto. Evidentemente una pratica illegale. Il lavoro ridotto serve a evitare i licenziamenti e non può essere concesso a quei lavoratori e a quelle lavoratrici che si trovano, perché licenziati e licenziate, in periodo di disdetta. In questo caso, Philipp Plein avrebbe dovuto pagare di tasca sua, e al 100%, i salari del personale licenziato" ricordano i tre deputati. Che trovano alcune analogie col licenziamento collettivo dei dipendenti di Lugano airport, società oltertutto di capitale pubblico. Ma tornando al caso Plein, le domande al COnsiglio di Stato sono numerose.
"Secondo le affermazioni fatte dal direttore della Divisione dell’Economia Stefano Rizzi alla RSI il 23 marzo 2018, un’inchiesta sarebbe stata aperta dall’Ufficio dell’ispettorato del lavoro nei confronti del gruppo Philipp Plein per le infrazioni ipotizzate in merito alla Legge sul lavoro; a distanza di due anni, tale inchiesta dovrebbe essere conclusa. È conclusa? E quali sono stati i risultati di questa inchiesta?" è la prima questione sollevata "Nel caso che da questa inchiesta fossero emerse infrazioni alla Legge federale sul lavoro, quali misure ha adottato l’autorità di vigilanza nei confronti del gruppo di proprietà di Philipp Plein?" chiedono riferendosi alla vicenda dei 'lavori notturni' scoperti presso la sede della società. Venendo ai recenti licenziamenti, si chiede se gli stessi siano legittimi, sulla base del codice delle obbligazioni: "In merito ai licenziamenti emersi negli scorsi giorni ordinati da Philipp Plein, il Consiglio di Stato conferma a che si configura un licenziamento collettivo ai sensi dell’articolo 335 d) del CO (almeno 10 licenziamenti in stabilimenti che occupano tra 20 e 100 dipendenti entro un termine di 30 giorni)?"
"In caso d’infrazione dell’articolo 335 f del CO, il quale prevede, in prima battuta, che il datore di lavoro che prevede di effettuare licenziamenti collettivi sia tenuto a consultare la rappresentanza dei lavoratori e dare loro almeno la possibilità di formulare proposte sui mezzi atti ad evitare o ridurre i licenziamenti, nonché attenuarne le conseguenze e informare l’ufficio cantonale del lavoro di questo previsto licenziamento collettivo, come intente procedere legalmente il Consiglio di Stato? Conferma che l’articolo 335 g) del CO prevede, una volta esperita la procedura di consultazione definita nell’articolo 335f del CO, che il datore di lavoro debba notificare per iscritto all’ufficio cantonale del lavoro ogni progetto di licenziamento e che tale notifica deve contenere i risultati della consultazione? È avvenuto tutto questo? Conferma che sempre l’articolo 335 g del CO prevede che la notifica dei singoli licenziamenti non può avvenire che dopo 30 giorni dalla notifica all’ufficio cantonale del lavoro? Conferma che l’articolo 336 del CO definisce come abusiva la disdetta data nel quadro di un licenziamento collettivo, qualora non siano stati consultati la rappresentanza dei lavoratori ai sensi dell’articolo 335 f del CO? Conferma che, di conseguenza, i licenziamenti collettivi, sarebbero abusivi? E cosa intende fare se questa fattispecie fosse confermata?
C'è per finire la questione dei soldi incasati dalla società grazie al 'lavoro ridotto. "La società di Philipp Plein ha violato anche la Legge sulla disoccupazione (LADI), percependo abusivamente le indennità per lavoro ridotto? Se sì, si configura anche un reato di natura penale? Qual è la differenza, dal punto di vista legale, fra i licenziamenti decisi dal Consiglio di amministrazione di LASA e i licenziamenti ordinati da Philipp Plein? Se non si tratta della stessa identica fattispecie, il Governo può fornire una presa di posizione dettagliata per spiegare le differenze? Qualora dovessero essere confermate le infrazioni legali, passate e presenti, commesse da Philipp Plein, come intende procedere per ripristinare il rispetto della Legge? E nel caso di LASA? Alla luce degli innumerevoli problemi che emergono nel settore della moda (Luxury Goods International, Armani, Philipp Plein, ecc.), non crede il Governo che sia necessario ordinare immediatamente all’Ufficio dell’ispettorato del lavoro l’apertura di una vasta e dettagliata inchiesta presso tutte le società di questo settore per appurare il rispetto dei disposti legali (in primis della Legge sul lavoro), per valutare le condizioni di lavoro (salari, tempi di lavoro, protezioni sociali, ecc.)? Infine, come intende rivedere la sua politica tesa a favorire l’arrivo di società attive nel settore della moda alla luce del fatto che queste, in realtà, se ne stanno andando o hanno già intrapreso questo passo, dopo aver succhiato corposi sgravi fiscali e dopo aver contribuito a mantenere il livello dei salari estremamente basso e peggiorare il rispetto dei disposti legali esistenti?".