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Nodo intermodale di Muralto: avanti con la variante di base

Gestione del Gran Consiglio a grandi passi verso la conferma del progetto cantonale. Ma con un'aggiunta: va inserito un sottopasso su via della Stazione

In sintesi:
  • Al Dt è stato dato mandato di studiare una soluzione entro fine dell'estate
  • Inderogabile andare in parlamento a settembre per non perdere i contributi federali
Il futuro piazzale a sud della stazione
4 giugno 2024
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Lunga vita alla variante di base, ma con l’aggiunta di un sottopasso lungo via della Stazione, che la commissione della Gestione del Gran Consiglio reputa necessario approfondire a dovere. Quindi niente variante alternativa proposta dai promotori della petizione, né eliminazione dei 250 bus al giorno in transito ascendente lungo viale Cattori, l’arteria il cui salvataggio viene richiesto dalla petizione che nel Locarnese aveva raccolto oltre 4’000 firme. Un’ulteriore concessione, restando su viale Cattori, potrebbe essere rappresentata da alcuni parcheggi di breve durata per dare più respiro ai commerci locali.

Andrà con ogni probabilità a finire in questo modo, la lunga e intricata vicenda del nodo intermodale alla stazione di Locarno-Muralto, bloccato da anni per l’incapacità di Muralto di trovare una soluzione che faccia contenti tutti. In parole povere: si procederà appunto con l’attuazione della variante di base, pur con qualche importante accorgimento. Lo conferma, raggiunto da “laRegione”, il presidente commissionale, Bixio Caprara, dopo aver sentito in audizione i rappresentanti del Dipartimento del territorio a margine della valutazione del messaggio riguardante lo stanziamento di un credito netto di 7,11 milioni di franchi, con autorizzazione alla spesa di 16,63 milioni per riorganizzare il nodo intermodale: «Si sta ancora cercando di trovare una quadra, ma la prima considerazione da fare è che c’è un termine inderogabile da rispettare per l’inizio dei lavori nel 2025. Per farlo, è necessario andare in Gran Consiglio a settembre. Questi sono dati vincolanti».

Ma da una perizia presentata dai promotori della petizione “Salva viale Cattori” emergeva che l’erogazione di contributi federali non per forza sarebbe condizionata dal rispetto della tempistica sempre data come granitica.

Le cose non stanno così. Secondo gli approfondimenti esperiti dal Dipartimento del territorio, proroghe in questo senso possono venir concesse solo per giustificati motivi. Se c’è un ricorso su una domanda di costruzione, o un referendum, allora è automatico l’effetto sospensivo. Ma qui stiamo parlando dell’incapacità di Muralto di trovare una soluzione. Eventuali motivi straordinari che potrebbero indurre una proroga sono elencati in modo esplicito in un’ordinanza del Datec; motivi che nello specifico non sono dati.

Quindi?

Quindi bisogna procedere come previsto, cercando comunque di ottimizzare laddove necessario. La Gestione è abbastanza convinta che un sottopasso su via della Stazione sia necessario, ma lo è altrettanto della bontà della variante di base, che appare come una soluzione convincente (o comunque decisamente di più rispetto alle alternative, che sono sicuramente peggiori). Gli stessi promotori della petizione che puntavano inizialmente sulla variante 1A si sono accorti dei suoi limiti e ne hanno poi proposta un’altra. Rimanendo dunque sulla variante di base, abbiamo chiesto al Dt di studiare a fondo l’aggiunta del sottopasso per far fronte ai chiari conflitti fra automobilisti e pedoni (in particolare quelli provenienti dai treni), e di presentare una soluzione entro la fine dell’estate, così da poter andare in parlamento, come detto, a settembre.

Il sottopasso non era considerato dalla variante di base. Dove pensate di trovare lo spazio per includerlo?

A questo dovranno pensare i tecnici, parlando ovviamente anche con i promotori privati del progetto previsto in faccia alla stazione (l’Urbania dei Renzetti, ndr.) per trovare le giuste sinergie. Tutto ciò, senza pregiudicare l’avanzamento del progetto.

Ciò significa che nella variante proposta in ultima analisi dai petenti non c’è niente da salvare?

Presenta grosse difficoltà e problemi tecnici e di sicurezza oggettivi. Invece, la variante di base che si intende confermare (con il sottopasso e qualche parcheggio di breve durata lungo viale Cattori) propone una riqualifica urbana interessante, che dà priorità al pedone, con una piazza di accoglienza per il turista e il viaggiatore e una pavimentazione pregiata.

Ma sono quei 250 bus al giorno in risalita da viale Cattori che proprio non piacciono ai moltissimi locarnesi firmatari della petizione.

Se esci dalle stazioni di Berna, Lucerna, Zurigo, o anche di centri più piccoli, di regola ti trovi subito confrontato con il trasporto pubblico, perché devi poter individuare rapidamente dove sono i mezzi da prendere. Questo è un elemento oggettivo, ma non voglio dire che in assoluto le osservazioni dei promotori della petizione non siano state prese estremamente sul serio. È stato opportuno sentirli, infatti al Dt ritorna un “pacchetto” con delle osservazioni importanti. E per concludere vorrei ribadire un aspetto che secondo me è centrale: il nodo intermodale di cui stiamo parlando non è di Muralto, ma di tutto l’agglomerato del Locarnese.