Muralto

Gestione ed emendamento come se non esistessero

Nodo intermodale: prima di dare per definitivo il progetto in fieri va considerato il ricorso pendente contro la decisione di luglio del legislativo

Muralto
(Ti-Press)
25 gennaio 2024
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Nell'infinita “querelle” riguardante il progetto di nodo intermodale alla stazione di Muralto ci sono due dettagli che potrebbero fare la differenza. È emerso durante la serata pubblica tenutasi mercoledì con i rappresentanti del Cantone e del Comune – moderati dal collega Marco Bazzi – che ha riempito come non mai la sala congressi.

Il primo dettaglio, che dettaglio ha tutta l'aria di non essere, è il ricorso pendente a Muralto contro la decisione del Consiglio comunale (17 luglio '23) di bocciare il credito di 162mila franchi per l'approfondimento della variante 1A di nodo intermodale; si tratta della variante che risparmierebbe viale Cattori dal transito dei bus diretti in stazione, e che è al centro di una petizione capace di raccogliere qualcosa come oltre 4'000 firme. L'aspetto che ha colpito molti dei presenti è che gli stessi funzionari del Dt hanno dato l'impressione di non essere del tutto in chiaro sulla presenza di un ricorso contro la decisione che di fatto chiudeva ogni discorso circa l'affinamento tecnico di un'alternativa alla variante di base. Se il ricorso dovesse essere accolto dal Consiglio di Stato – e a Muralto non sarebbe una novità – qualcosa potrebbe succedere prima che il progetto in fieri diventi davvero l'unica opzione sul piatto.

Va ricordato che il ricorso – inoltrato da Muralto Democratica – si basava su una serie di presunte inadempienze procedurali da parte della presidenza del Consiglio comunale; fra esse, il fatto di non aver nemmeno considerato un emendamento presentato da Gian-Luigi Varini (sempre di Muralto Democratica) prima del voto sul credito. La cosa sorprendente è che i contenuti dell'emendamento ricalcavano quanto chiesto sia dalla maggioranza della Gestione, sia dalla minoranza. E cioè che i 162mila franchi venissero destinati non all'affinamento della variante 1A, ma per studiare un'altra variante la quale “tenendo conto della situazione attuale (di traffico in stazione, ndr) che ha senza dubbio dimostrato di funzionare nella stragrande maggioranza dei casi, e prendendo in considerazione lo stato attuale, ne valuti i punti critici e ne proponga possibili soluzioni, senza stravolgere quanto di buono lo stato attuale possiede”. Non solo, un altro auspicio della maggioranza commissionale era quello di “risolvere il problema principale attuale della stazione, concretizzando senza riserva il sottopasso pedonale in via Stazione”.

Sulla stessa lunghezza d'onda si era mossa la minoranza, dai cui banchi era poi stato presentato l'emendamento Varini, il quale, oltre a perorare un nuovo studio da elaborare partendo dalla situazione attuale in stazione, proponeva in più un suo vecchio cavallo di battaglia come la valutazione di una variante di nodo intermodale sul sedime a monte della stazione (di proprietà delle Ffs).

Alla fine dei conti l'emendamento non era stato minimamente considerato (e neppure messo ai voti, come invece avrebbe dovuto), ma neppure era stato dato seguito agli auspici della Gestione di destinare diversamente i soldi previsti per l'approfondimento della variante 1A. Il credito era stato semplicemente fucilato, e buonanotte.

Il secondo aspetto di cui si è discusso mercoledì sera a Muralto riguarda la tempistica che teoricamente permetterebbe al Comune di sfruttare i 5,4 milioni di franchi di contributi federali, su una spesa di circa 16,6 milioni per riorganizzare appunto il nodo intermodale. L'avvocato muraltese Diego Olgiati ha messo seriamente in dubbio che il non rispetto – per validi motivi – del termine d'inizio cantiere entro fine 2025 determini la perdita dei sussidi federali. Secondo la legislazione in vigore esisterebbe la possibilità di chiedere e ottenere delle proroghe.