Ripetuti avvistamenti di esemplari del predatore si susseguono attorno ai villaggi. Anche a Brè, sopra Locarno, un incontro ravvicinato col carnivoro
Si avvicina il Natale e si avvicinano anche... i lupi, alle case. Segnalazioni di ripetuti avvistamenti del predatore giungono dall’alta Valle Onsernone, dove negli ultimi tempi, più volte, esemplari di lupo sono stati sorpresi, di giorno come di notte, a gironzolare non lontano dai nuclei abitati, senza tuttavia – è bene precisarlo – che si siano verificate predazioni di animali domestici (quelli da reddito, vista la stagione, dovrebbero essere al riparo nelle stalle o nei recinti). Fatta eccezione per un cervo (comunque animale selvatico) in territorio di Vergeletto, si è dunque trattato sin qui di incontri ravvicinati innocui. La presenza fin troppo confidente attorno alle abitazioni mette ovviamente un po’ di paura a coloro che passeggiano ed è comunque il segnale, inconfutabile, che il branco dell’Onsernone (per il quale è stato predisposta una riduzione del numero di esemplari tramite abbattimenti selettivi autorizzati da Berna) si sta diffondendo su un territorio che abbraccia anche la Valle di Campo (l’alta Vallemaggia più in generale) e l’Ossola. Le dinamiche di spostamento del carnivoro sono seguite dagli esperti del Dipartimento del Territorio e il boom di avvistamenti (un filmato attesta la presenza di un lupo, nottetempo, ripreso mentre scappa dalle luci della macchina che stava percorrendo la strada cantonale che conduce a Crana, mentre è di ieri, martedì, la segnalazione di un esemplare di lupo sbucato in territorio di Brè, sulla montagna locarnese). Il branco si muove dunque regolarmente a caccia di cibo, sfruttando per comodità le vie di comunicazione create dall’uomo (strade, sentieri, piste ciclopedonali, costeggiando la ferrovia). Quel che fa strano, spiegano gli esperti, è che in assenza di neve sulle cime, i lupi dovrebbero prediligere i boschi e le montagne ai centri urbani e ai villaggi popolati. Per evitare che questi animali ‘intraprendenti e spregiudicati’ si avvicinino troppo alle abitazioni, si consiglia sempre di non lasciare all’esterno delle case rifiuti organici e risorse organiche di ogni tipo, comprese anche quelle per i propri animali domestici. Una pratica che serve a evitare di nutrire indirettamente sia i lupi, sia altri animali selvatici.
Nel frattempo anche alle autorità vallerane (come il Patriziato generale d’Onsernone) viene chiesto di attivarsi prendendo contatto con l’Ufficio caccia e pesca per trovare possibili soluzioni. In Onsernone, come altrove in Ticino, si vorrebbe permettere agli allevatori di bestiame di poter caricare gli alpeggi (per ammodernare i quali sono stati spesi anche capitali ingenti), la prossima estate, in totale sicurezza. E se già la stagione fredda è foriera di preoccupazione e timori, diventa urgente proporre delle soluzioni operative per tutelare le attività dell’uomo che ne hanno risentito.
Andri Kunz, sindaco di Onsernone, al riguardo, non ha dubbi: «Sappiamo, come molti Municipi di Comuni di valle, dell’esistenza di questa problematica e come autorità siamo ovviamente pronti a sostenere il settore agricolo e tutelare la nostra popolazione. Ufficialmente, per ora, non abbiamo scritto al Cantone, ma se sarà necessario lo faremo. So che diversi cacciatori onsernonesi hanno dato la loro disponibilità a prendere parte al programma di regolazione del lupo istituito dall’Ufficio caccia e pesca. Qualcosa si sta dunque muovendo». Luca Speziali, presidente del Patriziato generale d’Onsernone, conferma l’impegno e il coinvolgimento dell’ente nel cercare di trovare una soluzione alla problematica: «Su invito del Consiglio patriziale, inoltreremo una nostra richiesta al Consiglio di Stato. Gli alpeggiatori non sono affatto tranquilli perché la gestione del bestiame, in quota, in presenza di questa costante minaccia di attacchi predatori è impossibile. Come Patriziato negli ultimi anni abbiamo investito importanti risorse finanziarie e di forza lavoro per riqualificare gli alpeggi di nostra proprietà e non possiamo permetterci di ritrovarci, tra qualche anno, le malghe vuote perché nessuno vuole più salirci con capre, mucche e pecore. Riteniamo sia giunto il tempo di agire; le autorità cantonali e federali sono coscienti dei rischi, ora vorremmo si prendesse una decisione, anche drastica se del caso. Non possiamo permetterci di gestire la convivenza col lupo come fatto con i cinghiali, dove la situazione è scappata di mano».