Ieri una delegazione del Gruppo spontaneo ‘Salva viale Cattori’ ha incontrato la Gestione del parlamento, presentando il suo ‘uovo di Colombo’
“Fermi tutti: una variante alternativa esiste ed è percorribile”. È la certezza dei promotori della petizione “Salva viale Cattori”, che ieri hanno incontrato la Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio, chiamata a esprimersi sul messaggio governativo sui crediti per la realizzazione del nodo intermodale (credito netto di 7,1 milioni di franchi, con autorizzazione alla spesa di 16,63 milioni).
Il gruppo, coordinato dall’avvocato muraltese Michele Gilardi (già sindaco e fratello di quello attuale, Stefano), ha dunque messo le carte in tavola per circostanziare un “piano C”: il “piano A” era la variante di base promossa dal Cantone – e che prevede appunto la circolazione in senso ascendente di circa 250 bus al giorno su viale Cattori, dal lungolago di Muralto alla Stazione Ffs –, mentre il “piano B” era la variante 1A rispolverata dai promotori della petizione, lungamente valutata dalla Delegazione di autorità istituita dopo la raccolta firme a Muralto contro la variante di base, ma infine bocciata proprio dal Consiglio comunale di Muralto, che non aveva concesso il credito necessario all’affinamento della variante.
Ora, dunque, emerge una “terza via”, la cui percorribilità nulla toglierebbe, secondo i promotori, alla possibilità di ottenere finanziamenti federali in misura del 40% dell’investimento complessivo (circa 5,4 milioni); finanziamenti che invece, stando al Cantone, salterebbero se non si facesse partire il cantiere entro fine dicembre del 2025.
Contattati ieri in serata da “laRegione” i rappresentanti del Gruppo spontaneo “Salva viale Cattori” hanno innanzitutto ricordato che la loro petizione era stata sottoscritta “in pochissimi giorni da oltre 4’000 cittadine e cittadini di tutto il Locarnese e non solo”; petizione che chiede per l’appunto di “fermare questo sfregio per il quartiere che gravita attorno all’area Debarcadero-viale Cattori; ciò, in particolare, adottando – come più volte ribadito negli scorsi mesi – una soluzione che permetta sì di realizzare il nodo intermodale alla Stazione, servizio di grande importanza per tutta la regione, ma senza compromettere e sacrificare l’intero comparto all’imbocco del Lungolago locarnese, riducendolo a mera via di scorrimento per i bus”.
Ebbene, la risposta al quesito iniziale posto dal presidente della Gestione del Gran Consiglio, Bixio Caprara, ovvero se esista una soluzione alternativa alla prevista variante di base indicata dal Dt, “è sì”, assicura il Gruppo spontaneo. Si tratta di “una soluzione che, oltre a poter essere attuata con una certa celerità, verosimilmente risulterebbe anche più economica e, soprattutto, completata con la realizzazione di un sottopassaggio pedonale (fra l’autosilo e gli spazi commerciali antistanti) che permetterebbe di risolvere il grosso problema delle continue interruzioni della viabilità veicolare (con la conseguente formazione di fastidiose colonne) dovuta agli attraversamenti stradali dei passeggeri diretti verso il centro cittadino e, viceversa, verso la Stazione”.
Considerati quelli che oggi vengono definiti “gli evidenti limiti” (evidenziati anche dai tecnici) e “la scarsa fattibilità” della variante 1A, ora, “ripescando fra gli incarti che avevano preso parte al concorso di progettazione iniziale (del 2016) l’attenzione è caduta su una variante elaborata dallo studio d’ingegneria Bonalumi-Ferrari & Partner Sa”. Riducendo all’osso, questa variante “prevede di mantenere l’attuale organizzazione della viabilità dei bus, introducendo dei piccoli correttivi (una semplice rotonda e delle semaforizzazioni “intelligenti”) per rendere il tutto ottimale”. Tale soluzione, finora mai considerata, “non pregiudicherebbe minimamente le possibilità edificatorie del vasto terreno di proprietà delle Ffs a nord della Stazione. Questa soluzione, inoltre, consentirebbe una riqualifica di Piazza Stazione e viale Cattori molto più efficace e adeguata, in quanto questa vasta area potrebbe effettivamente essere consegnata alla mobilità lenta e ai pedoni, senza che vi sia l’assillo quotidiano del passaggio dei 250 bus previsto invece realizzando la variante di base voluta dal Dt”.
Solide rassicurazioni sul mantenimento dei contributi federali di 5,4 milioni legati al PaLoc3 anche in caso di non rispetto della tempistica indicata sono state fornite, ieri durante l’audizione, dell’avvocato muraltese Diego Olgiati (fra i membri del comitato “Salva viale Cattori”), il quale ha sottolineato in particolare come «non risulterebbero nei disposti di legge vigenti indicazioni specifiche e puntuali riferite a queste presunte penalità»; e in tal senso il comitato ha fornito anche un’analisi giuridica. Nel corso dell’incontro la delegazione di “Salva viale Cattori” ha rilevato, con Michele Gilardi, che «il progetto ora imposto dal Dt, dopo l’impasse venutosi a creare a seguito dell’incapacità della politica muraltese di pattuire una soluzione alternativa, è il frutto di procedure mai concordate con la cittadinanza. Anzi, si direbbe a questo punto che ciecamente e ostinatamente si vuol a tutti i costi dar seguito a un progetto nato male, non voluto dalla base e nei confronti del quale nessun gruppo civile interessato ha applaudito. Un progetto che non convince, ma scontenta tutti poiché rovinerà in modo palese una zona a vocazione d’incontro e svago, penalizzerà pesantemente le attività commerciali locali e gambizzerà il turismo per i decenni a venire».
Bixio Caprara, presidente della Gestione del Gran Consiglio, raggiunto da “laRegione” dice di aver «preso atto, unitamente agli altri commissari, di quanto esposto dalla delegazione, che sarà ora debitamente valutato prima dell’estensione del o dei rapporti commissionali».