Le rivendicazioni della Stan, che rifiutava l'idea delle tegole nel nucleo, hanno convinto. Si eviteranno lungaggini in vista del trasloco
Sarà in piode il tetto della futura casa comunale di Centovalli. Lo ha deciso il Municipio, dopo che il progetto originale, che prevedeva la posa di una copertura in tegole (con impianto fotovoltaico) al momento della ristrutturazione dello stabile, era andato a scontrarsi con il parere della Stan (la Società ticinese per l'arte e la natura). Quest'ultima, come anticipato dal nostro giornale, aveva presentato un'opposizione che avrebbe sicuramente comportato ritardi nell'avvio dei lavori previsti. L'esecutivo centovallino, conscio del fatto che il ricorso alle piode comporterà un sensibile aumento dei costi (lo scorso 12 giugno, lo ricordiamo, il Consiglio comunale ha votato un credito di 2,38 milioni da destinare alla ristrutturazione del palazzo sulla piazza d'Intragna, sede dell'amministrazione), ha comunque ritenuto opportuno tornare sui suoi passi e assecondare il volere della Stan. Tutto questo malgrado i competenti uffici cantonali, nella loro valutazione preliminare, avessero accolto l'idea delle tegole (con pannelli fotovoltaici integrati) proposta dall'esecutivo centovallino. «Abbiamo quantificato l'aumento dei costi dovuto alla copertura in piode in grossomodo 100-120mila franchi. Potremo essere più precisi a riguardo solo una volta che saranno noti anche gli aspetti ingegneristici – spiega il sindaco, Michele Turri −. In ogni caso, al momento dell'allestimento del preventivo avevamo già volutamente abbondato un tantino. Riusciremo a compensare questa maggior uscita e a risparmiare sui costi rinunciando all'impianto fotovoltaico sul tetto. Non essendoci l'obbligo, per legge, di una copertura in piode non sarà ovviamente possibile ottenere dei sussidi diretti. Ma forse qualche ulteriore aiuto finanziario riusciremo a ottenerlo. Nel frattempo, vista la precarietà della situazione nella quale si trova a operare il personale della Cancelleria, abbiamo già inoltrato la variante alla domanda di costruzione e non appena disporremo della licenza edilizia avvieremo il trasloco». Non dovrebbe, a questo punto, subire modifiche la tabella di marcia: «Il via al cantiere nei primi mesi del 2024 e la fine dei lavori circa un anno dopo, nel 2025», conclude Michele Turri.