Questa è la pena che il pp Moreno Capella ha chiesto oggi nei confronti del 57enne macedone per aver ucciso la moglie nel giugno del 2017
Vent'anni di carcere e l'espulsione dalla Svizzera: è la pena che il procuratore pubblico Moreno Capella ha chiesto oggi nei confronti del 57enne macedone a processo alle Assise criminali a Lugano per aver ucciso la moglie, nel giugno del 2017, sparandole diverse volte e a distanza ravvicinata. Dopo aver ucciso la moglie, l’imputato tentò il suicidio, sparandosi con la stessa arma usata contro la vittima. Contro la moglie l'uomo ha esploso 7 colpi, di cui 5 da tergo e 4 letali.
Il calvario della donna era iniziato un mese e mezzo prima, quando con coraggio, lasciandolo, aveva deciso di riprendersi la sua vita. È stato un cammino angoscioso e assillante, ma in pochi hanno saputo cogliere i giusti segnali. L'ha terrorizzata per almeno un mese con una lunghissima serie di messaggi in cui le diceva di prepararsi a morire.
"Questo non è solo omicidio intenzionale, è assassinio – ha osservato il pp Capella –. L'imputato ha agito con particolare mancanza di scrupoli, con movente, scopo e modalità particolarmente perversi, uccidendo a sangue freddo e con elevato disprezzo per la vita altrui".
Assassinio – subordinatamente omicidio intenzionale – contravvenzione alla Legge federale sull’assicurazione per la vecchiaia e i superstiti, incitazione all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegali, infrazione alla Legge federale sulle armi e ripetuto danneggiamento. Sono queste le imputazioni per le quali l'imputato è stato rinviato a giudizio. Il movente del delitto, secondo l’accusa, è infatti stato la gelosia. La difesa sostiene invece che l’uomo agì d’impulso e che quindi si trattò di omicidio, reato punibile con meno anni di detenzione. Il legale dell’uomo, Niccolò Giovanettina dettaglierà le motivazioni domani, mercoledì, durante la sua arringa.