Positivi al virus una dipendente e alcuni ospiti della Residenza Visagno. Clima triste, ma tanta professionalità. Acquistato un tablet per le videochiamate
Il temuto coronavirus si è fatto strada anche alla casa anziani di Claro. Come conferma da noi contattato il direttore amministrativo della Residenza Visagno, Silvano Barelli, l'esito dei tamponi effettuati negli scorsi giorni parla di una collaboratrice positiva e tre ospiti che attualmente si trovano nella struttura e che vengono curati qui. Un altro ospite è stato nel frattempo trasferito all'ospedale La Carità di Locarno. "La casa anziani è composta da tre reparti suddivisi su tre piani e attualmente abbiamo concentrato i malati in un unico reparto. I contagiati si trovano in isolamento nelle proprie camere", sottolinea il direttore precisando che la collaboratrice contagiata è invece a casa. Per isolare il reparto dal resto della struttura e limitare così il rischio di diffondere il virus, la casa anziani ha anche predisposto un apposito spogliatoio per il personale che lavora su questo piano, in modo che non abbia contatti con gli altri colleghi. Tutti lavorano in ogni caso provvisti di mascherina. "Ci siamo anche attivati per fare in modo che le divise vengano lavate con appositi prodotti", aggiunge Barelli sottolineando il grande impegno e la grande professionalità dimostrata in questa situazione dai suoi collaboratori.
Da una settimana, come deciso dal governo cantonale, questa e le altre case anziani su suolo ticinese sono chiuse ai visitatori. "L'ambiente è triste, i residenti cominciano a sentire la mancanza dei propri cari", ci racconta il direttore. A questo vuoto cercano di ovviare con contatti personali i dipendenti della Residenza Visagno che solitamente si occupano di offrire le loro terapie agli anziani e gli animatori della struttura. "Abbiamo anche acquistato un tablet per permettere agli ospiti di mantenere un contatto con i propri famigliari", aggiunge Barelli. Venerdì scorso lui stesso ha contattato tutti i famigliari degli anziani presenti nel reparto isolato. Le famiglie dei contagiati hanno invece ricevuto la comunicazione dal direttore sanitario della casa. Oltre a esternare la propria preoccupazione, le famiglie hanno mandato anche messaggi di solidarietà al personale, spiega il nostro interlocutore dicendo quanto questo faccia piacere. Gli ospiti ricevono anche lettere e biglietti dall'esterno, appositamente puliti.
Poiché chiunque ha sintomi influenzali non può lavorare, attualmente anche il personale che lavora a tempo parziale o che era in vacanza è stato chiamato a dare una mano. Al momento non vi è carenza, sottolinea Barelli. Nemmeno il materiale sanitario è per ora insufficiente anche se, spiega il direttore amministrativo, effettivamente i dispositivi di protezione (camici, occhiali, guanti, mascherine) si esauriscono in fretta. Uno degli aspetti più difficili da gestire sembra essere l'incognita su quanto durerà e come si evolverà la malattia, aggiunge. "Il personale curante accompagna gli ammalati giorno dopo giorno ma è difficile capire quando il paziente sta iniziando la guarigione", fa notare Barelli.