Commento

Quello che ieri era bello, oggi è diventato pericoloso

Un virus invisibile che ci obbliga ad andare oltre l'egoismo personale e pensare al bene della collettività

foto keystone
16 marzo 2020
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Corona blocca l’Europa. Questo invisibile virus ha messo a terra aerei, fermato bus e treni, chiuso aziende, scuole, ristoranti, parchi, azzoppato la società, bloccato la vita sociale. Le città sono semi deserte, le chiese vuote. Le nazioni, chi più chi meno, frenano i flussi alle frontiere, si chiudono a riccio, molte famiglie si tappano in casa con scorte di cibo e farmaci. Per molti è una pausa da tutto. Questo virus però sta ricordando ad una società tendenzialmente individualista come tornare ad essere una comunità, ci chiede di andare oltre l’egoismo personale e pensare al bene collettivo. Ne siamo capaci? Ciascuno deve davvero sforzarsi. Ogni nostra azione, anche banale, può avere conseguenze sulla collettività. Quello che ieri era bello, oggi è pericoloso, domani tornerà ad essere bello. Come dare un bacio al nonno. Come sforzarsi di andare a lavorare anche se si è ammalati, per essere efficienti, senza pensare al benessere collega. Come non rispettare le distanze tra le persone al supermercato per paura di restare senza cibo e non pensare alla salute della cassiera. Una disattenzione del singolo oggi può creare nuovi tanti morti e tanta sofferenza. Domenica sera gli ammalati erano 291 (con 110 ricoverati), i casi aumentano troppo rapidamente e tutti dobbiamo impegnarsi per rallentare l’esplosione del contagio. Soppesiamo ogni azione e ogni volta che usciamo di casa pensiamo alle decine di persone intubate all’ospedale la Carità, tra loro ci può essere il nonno, il papa, la mamma, la zia. Devono fare il loro cammino senza il calore dei parenti vicini, assistiti da una schiera di sanitari che fanno doppi e tripli turni.

Limitazioni forzate che ci fanno apprezzare ciò che avevamo 

Tutte queste limitazioni forzate ci fanno riflettere sulla fragilità nostra e della nostra società, facendoci anche apprezzare la vita normale, quando ci torneremo, riscoprendo la bellezza della libertà e della forza di una comunità, dove ogni singolo sa prendersi cura dell’altro, anche facendo dei sacrifici personali.
La paura c’è. Il timore di ammalarsi, di perdere un proprio caro. L’ansia per il futuro della propria azienda e del proprio posto di lavoro. La dipendenza del Ticino dall’estero ha messo in evidenza tutta la nostra vulnerabilità. Il governo nazionale e l’autorità cantonale, oltre all’emergenza sanitaria, stanno prendendo misure straordinarie per aiutare l’eonomia in una situazione dove nessuno è in grado di capire che cosa succederà. Uniti ne verremo fuori, continuano a ribadire le autorità.

Uno stop benefico per alcuni, ansiogeno per altri 

Per alcuni, la pausa forzata dal quotidiano ritmo frenetico sarà una benedizione, sapranno trasformare un temporaneo disagio in opportunità per riannodare o rafforzare rapporti familiari, per essere solidali con chi ha bisogno, magari il vicino anziano, seppur nel rispetto delle misure anti-contagio, come chi sta facendo la spesa a domicilio per i più fragili.
Per altri sarà più difficile lo stop forzato in casa, ma stanno spuntando come funghi, tante iniziative, si può fare lezioni di fitness, yoga sul tappetino in camera via skype, visite virtuali ai musei chiusi, ci sono libri e film, pittura, musica ricamo e arte in generale, l’ordine in casa rimandato da mesi, orto e giardinaggio, meglio se in solitaria, giochi di società in famiglia, chiacchierate con le amici vicini e lontani, via wup. Anche i preti raggiungono i fedeli via skype. Moltre famiglie devono organizzarsi per le lezioni online dei figli, avere abbastanza computer. Vicini ma lontani.
Come succede dopo ogni trauma sociale, forse finito l’incubo faremo più figli, come ci insegna la storia e ci ricorda il sociologo Enzo Bonaiuto. Dopo guerre, peste, fame segue inevitabilmente una forte ripresa di vitalità, anche demografica. Quando siamo messi di fronte alla morte, la spinta è quella di vivere, fare figli e sbocciare, come sta facendo la natura tutto attorno a noi.