Il presidente del Governo Christian Vitta chiede a tutto il Ticino. 'Sacrifici indispensabili per limitare la velocità di diffusione del coronavirus'
Strade vuote, città semideserte, pedoni con le mascherine. In Ticino c’è un nuovo decesso, il sesto, un'altra persona anziana se l'è portata via il coronavirus, seminando sofferenza in chi resta. La gente sta a casa, quasi tutte le attività legate ai beni di consumo e al tempo libero sono ferme per ordine del Consiglio di Stato, a parte alimentari, farmacie, benzinai, posta e banche. Sarà così anche domani e dopodomani e settimana prossima. Niente scuola, palestra, niente aperò al bar con gli amici. “Sono misure restrittive e limitano molto la libertà di movimento, ma sono sacrifici indispensabili per cercare di limitare la velocità di diffusione del coronavirus e quindi tutelare la salute della collettività”, dice il presidente del Consiglio di Stato ticinese Christian Vitta che richiama al senso di responsabilità di ciascuno.
Strade e città sono semivuote, la gente sembra rispettare le misure anti-contagio e sembra aver capito l’emergenza che stiamo vivendo, è soddisfatto?
Per noi è importante che la popolazione sia consapevole della situazione e soprattutto che i sacrifici che sono richiesti a tutti vengano rispettati e applicati. Questo è indispensabile per limitare la velocità di diffusione del virus. Insieme stiamo tutelando la salute della collettività.
Ce la faremo per più settimane? Qualche consiglio?
Abbiamo messo un limite temporale di due settimane, ci sarà un Ticino che viaggerà in maniera ridotta, è importante avere la giusta consapevolezza della situazione, si tratta di adattare le nostre abitudini ed i nostri comportamenti quotidiani seguendo le direttive dal medico cantonale a tutela della propria salute e quella degli altri.
Come padre con figli agli studi, che cosa ha detto ai suoi figli, come trascorrerà la sua famiglia questo periodo?
I miei tre figli vanno alle medie e al liceo, stanno passando il tempo con attività varie. Cucina, musica, lettura, giochi di società, giochi elettronici, lavoretti in giardino e studio. Restano in contatto con gli amici via cellulare. Abbiamo spiegato loro in modo trasparente e in modo semplice, come stanno le cose, che cosa devono fare e che cosa non devono fare a tutela della parte più vulnerabile della popolazione. Loro sono a casa con la mamma. Certamente non è evidente per loro, come per altri adolescenti, stare a domicilio per un periodo prolungato, ma hanno capito che devono fare la loro parte.
Che cosa dice a chi non può vedere il nonno o un parente ‘blindato’ a sua protezione in casa anziani da una settimana?
Ricordo che è importante far sentire la propria vicinanza anche da distante, si può telefonare al nonno, fare una videochiamata, scrivergli una lettera o una cartolina, tutte cose che fanno piacere e sono di sostegno. Si tratta di fare oggi un sacrificio per tornare domani a riabbracciarsi tutti.
Cosa si sente di dire a chi ha un caro in cure intense e non può stargli vicino?
È certamente una situazione molto difficile e dolorosa, che richiede tanta forza e speranza.
Tante nazioni stando limitando i flussi alle frontiere, agli aeroporti, anche il traffico su rotaia: è così difficile ottenere da Berna luce verde per controlli sanitari alle frontiere?
Per il Ticino, la frontiera oggi è controllata con limitazioni all’entrata, abbiamo chiesto alcuni giorni fa a Berna di introdurre controlli sanitari, è una misura aggiuntiva che riteniamo utile.
Ora la priorità è sanitaria, pensa che abbiamo perso tempo, dando priorità all’economia?
In realtà, la priorità è sempre stata data alla sanità, l’evoluzione della situazione ha richiesto di adeguare gradualmente misure e interventi e così continueremo ad agire.
Il governo deve funzionare, anche voi potete ammalarvi, avete misure di protezione più severe?
Siamo molto sollecitati, cerchiamo di applicare le misure di protezione come tutti, ma siamo anche noi esposti al rischio di ammalarci. Non ci sono particolari misure di protezione accresciute per i consiglieri di Stato, ci organizziamo anche noi in funzione delle direttive emanate
La Germania ha stanziato 550 miliardi di euro per aiutare l’economia, la Svizzera 10 miliardi: è un primo pacchetto, ne servono altri per l’economia elvetica, farete pressioni su Berna?
Ritengo che si andrà oltre questi primi dieci miliardi di franchi. Questo primo passo è per affrontare l’emergenza, ma è importante che ci sia un coordinamento tra Cantoni e Confederazione. Ci sono nuove misure che andranno adottate. Per Il Ticino è importante che Berna allarghi la possibilità di lavoro ridotto, ad esempio agli indipendenti, e ad altri beneficiari. Vorrei concludere ringraziando tutta la popolazione a nome del Consiglio di Stato.