Alla base, un errore amministrativo da parte della federazione di Varsavia. Gli atleti hanno minacciato di adire le vie legali
Sei nuotatori polacchi, pronti per prendere parte ai Giochi, hanno dovuto lasciare il Giappone prima, ancora del debutto delle competizioni, a causa di un errore amministrativo da parte della federazione polacca (Pzp). Rientrati in Polonia domenica, i sei hanno minacciato una causa civile e hanno chiesto la testa del presidente della federazione. Alicja Tchorz, una dei sei atleti rimandati a casa, ha denunciato sui social media l'“incompetenza” della Pzp, affermando che la federazione ha “compreso male le regole. Immaginatevi di sacrificare cinque anni della vostra vita e che quel sacrificio si trasformi in una gigantesco smacco”, si è lamentata la Tchorz, per la quale quella di Tokyo sarebbe stata la terza Olimpiade dopo quelle del 2012 e del 2016.